Liu Ruowang, tra i maggiori artisti cinesi, approda a Milano da Lorenzelli con pitture e sculture (2007-2017) monumentali.
Liu Ruowang è uno dei maggiori artisti contemporanei della Cina. Scultore e pittore, il suo è un percorso originale che si basa su un bagaglio socio-culturale ben preciso, collocato nel solco della tradizione cinese che ha saputo testimoniare grazie all’universalità del suo linguaggio artistico nel quale ha ben amalgamato elementi trasversali con aspetti peculiari della sua tradizione. La scelta di Lorenzelli Arte di proporlo in mostra fa seguito ad una conoscenza che si è approfondita nel tempo e rappresenta per l’artista non solo il ritorno in Italia dopo il successo della Biennale di Venezia del 2015 con l’installazione Black Wolves, ma soprattutto la sua prima grande personale nel nostro paese.
La mostra, curata da Luca Massimo Barbero e Matteo Lorenzelli, si concentra sulla produzione dell’ultimo decennio – che va considerato a pieno titolo il periodo della maturità artistica – e presenta una serie di installazioni scultoree e diversi dipinti, per un totale di oltre 40 opere.
Liu Ruowang ha una spiccata propensione per le grandi dimensioni; le sue sono opere che sfiorano la monumentalità senza però costituire una presenza ingombrante né ostacolare la percezione del contesto circostante. Le forme, grazie ad uno studiato impatto scenico e al continuo dinamismo, vengono avvertite come attori di passaggio che occupano lo spazio senza appropriarsene, con un senso ciclico del moto che ripropone scene e suggestioni nel continuum temporale.
Questo vale per le installazioni scultoree, fra le quali spiccano il branco di lupi già visti a Venezia, i quindici scimpanzé e il gigantesco Dodo, la cui narrazione evocativa, amplificata dall’utilizzo del bronzo, è resa dalla coralità degli elementi che le compongono. Scrive l’artista: I lavori sono presentati in gruppi perché la pluralità è il tipo di forma e di forza di cui ho bisogno quando sono intento ad esplorare la relazione tra l’essere umano e l’ambiente, anche alla luce del fatto che la Cina è da tempo un paese che porta avanti uno spirito collettivista. Creare i miei lavori in serie o gruppi corrisponde per me a un linguaggio strutturale del mio fare artistico che supera il linguaggio scultoreo”.
Quanto alla pittura di Liu Ruowang, la dobbiamo considerare inscindibile dalla scultura. Le sue tele, anch’esse di dimensioni imponenti, che ritraggono volti di animali o, talvolta, animali nel proprio habitat, sono opere nelle quali viene esclusa la fedeltà mimetica a favore di un’espressività che fa uso della deformazione alterando in maniera sottile la percezione delle fisionomie Nel complesso si può dire che le sue narrazioni iconografiche, pittoriche e scultoree, sono metafore antropologiche, popolate da immagini corali fortemente simboliche, capaci di proiettarsi verso situazioni di utopica innocenza dove l’uomo si riconosce nell’animale che è nel suo profondo essere. La dimensione filosofica del pensiero creativo di Liu Ruowang coinvolge dunque la funzione dell’arte come strumento di riflessione e anche di denuncia dei rischi provocati dalla perdita di valori umani, mortificati dal sistema oppressivo della vita contemporanea, teatro di dolore e di violenza, luogo contaminato da prevaricanti mitologie di massa.
Liu Ruowang è nato nel 1977 nell’area di montagna di Jia Xian del distretto di Yulin al nord della provincia di Shaanxi, che fu una delle prime aree ove arrivarono i missionari cattolici in Cina, infatti “Ruowang”, il suo cognome, è il corrispondente del nome del santo cattolico Giovanni. È un artista giovane cresciuto dopo la riforma della Cina, si trasferì, per portare avanti i suoi studi, nella capitale della sua provincia da un villaggio piccolo e povero in montagna dell’ovest della Cina. Successivamente si trasferì a Pechino.
Nel 1996 fu ammesso al corso di Design della moda presso lo Xi’an Polytechnic University, più tardi nel 1998 abbandonò questi studi spinto dal desiderio di diventare pittore. Arrivò a Pechino nel 1999, dal 2002 al 2005 frequentò il corso post laurea come assistente presso la Central Academy of Fine Arts. Nel 2005 il suo lavoro The East is Red partecipò e fu premiato al “Light of the Academy”, mostra dei lavori eccellenti del CAFA. Il lavoro di Liu Ruowang si articola in diversi cicli scultorei fra cui Original Sin, Wolves Coming, Heaven Soldier, The People, Melody, Dodo, e cicli pittorici fra cui emerge in particolar modo Living Things.
Dal 2005 il suo lavoro inizia ad essere conosciuto ed apprezzato in tutti i circoli d’arte cinesi ed inizia ad essere conosciuto anche all’estero. Col tempo la sua reputazione è diventata internazionale, i suoi lavori sono stati esposti in diverse parti del mondo fra cui Pechino, Shangai, Singapore, Seul, Queenstown, Venezia, Torino, Büdelsdorf in Germania ove vinse il premio NordArt nel 2016. Nello stesso anno vinse il premio internazionale dall’associazione Napoli Cultural Classic. Sue opere si trovano nelle maggiori collezioni, in prestigiosi musei e fondazioni in tutto il mondo.
Carlo Franza