Sharon Lockhart, artista statunitense che a Modena dissemina lo spazio mostra dell’attivismo del mondo operaio.
Fondazione Fotografia Modena presenta fino al 3 giugno 2018 la mostra personale di Sharon Lockhart (nata nel 1964 nel Massachusetts, USA), artista di fama internazionale che vive a Los Angeles. Ospitata al MATA – ex Manifattura Tabacchi situata nel cuore della città e sede temporanea di Fondazione Fotografia Modena –, la mostra presenta tre serie inedite e interconnesse di fotografie e sculture, realizzate appositamente per lo spazio e ispirate all’attivismo sociale dei suoi operai.
Nel corso della sua carriera l’artista si è immersa in diverse comunità per realizzare opere – dalle fotografie ai film e alle installazioni – che colgono in modo unico gruppi e individui in composizioni studiate e coreografate. Il punto di partenza per questi nuovi lavori è il suo interesse costante per il ritratto, la rappresentazione, il movimento, il lavoro e il potere delle donne. Lockhart si cimenta per la prima volta con la lavorazione del bronzo realizzando, per la serie “A Bundle and Five Variations” (2018), alcune sculture scaturite da calchi di bastoni di manzanita, ippocastano dell’Ohio e noce nero che l’artista ha raccolto personalmente sulle montagne della Sierra Nevada in California. Bastoni simili sono già apparsi nel suo film Little Review (2017). Grazie alla collaborazione con Ravi GuneWardena della Sogetsu School of Ikebana, queste sculture sono state disposte in sei diverse composizioni, cinque delle quali derivanti dal gruppo più ampio tra quelle esposte. Le iterazioni scultoree, dalla forma e dal peso in equilibrio, riflettono i rapporti naturali e artefatti che legano i bastoni. Con un’attenzione simile nella struttura e nella variazione, per le fotografie Nine Sticks in Nine Movements (2018), Lockhart e Sichong Xie, protagonista degli scatti, hanno ideato un movimento per ogni scultura bronzea. Ciascuna posizione rimanda a una miriade di pose provenienti dalla società e dalla storia dell’arte. Come una danza, le fotografie e le composizioni scultoree catturano l’interazione tra la coreografia e la fisicità dei bastoni in bronzo.
Dagli intensi scambi tra l’artista, i curatori e Fondazione Fotografia Modena, la mostra affronta inoltre la storia fortemente politicizzata della sede espositiva, un’ex manifattura tabacchi, per alcuni periodi popolata esclusivamente da forza lavoro femminile. La mostra include una selezione di immagini provenienti dagli archivi del noto studio fotografico modenese Botti e Pincelli, di proprietà del Comune di Modena e gestiti da FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE. Gli scatti in bianco e nero, realizzati nel 1963 e nel 1968 e mai pubblicati, immortalano manifestazioni di protesta di agricoltori che distribuiscono patate agli operai in prossimità della manifattura e delle vicine Fonderie Corni e gettano il latte sulle strade, in segno di protesta per le politiche economiche introdotte dal governo italiano, allo scopo di regolamentare le tariffe del settore.Le immagini mostrano un chiaro parallelismo con un’altra forma di autodeterminazione e di autonomia economica che Lockhart ha immortalato nelle sue fotografie di “independent business” (forme di commercio autogestito) come Dirty Don’s Delicious Dogs, Moody Mart e Handley’s Snack Shop (tutte del 2008), anch’esse in mostra. Appartenenti a Lunch Break, precedente progetto di più ampio respiro, queste fotografie ritraggono banchetti allestiti dagli operai di una grande società navale americana. Benché espressamente vietati dalla direzione, questi banchetti si snodano lungo i corridoi delle officine e offrono cibo e bevande agli operai, in segno di sfida alle merci di produzione di massa vendute dall’azienda a prezzi gonfiati.
Tra le mostre più importanti di Sharon Lockhart si segnalano le personali nel Padiglione Polacco della 57a Biennale di Venezia (2017); al Kunstmuseum di Lucerna (2015); alla Bonniers Konsthall, Stoccolma (2014); al Center for Contemporary Art, Ujazdowski Castle, Varsavia (2013); all’EACC Espai d’art contemporani de Castelló di Castellón de la Plana, Spagna (2012); al LACMA, Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles (2012); alla Kunstverein di Amburgo (2008); al Museum of Contemporary Art, Chicago (2001) e al MAK – Österreichisches Museum für angewandte Kunst, Vienna (2000). Le sue opere sono state esposte in numerose biennali tra cui la Shanghai Biennale (2014), la Liverpool Biennial (2014), e la Whitney Biennial (1997, 2000, 2004). Molte sue opere si trovano in collezioni museali importanti come quelle del Solomon R. Guggenheim Museum (New York), Hammer Museum (Los Angeles), Metropolitan Museum of Art (New York), Museum Boijmans Van Beuningen (Rotterdam), Tate Modern (Londra) e Sammlung Goetz (Monaco di Baviera).
Carlo Franza