06_18In occasione del centenario della nascita, la mostra celebra un grande protagonista della stagione d’oro del design degli anni Sessanta, che ha realizzato oltre 150 oggetti di design e ben 484 allestimenti.

L’esposizione si concentra sulla grande capacità di regìa che emerge nel lavoro di Castiglioni. Schizzi, disegni, modelli, testimonian01_20ze video, oggetti originali e prototipi mettono in evidenza la perfetta combinazione di semplicità e ironia che caratterizzala profondità delle sue idee e la sua abilità nel costruire spazi in stretta collaborazione con i graphic designers, in particolare con lo svizzero Max Huber. Il m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera) ospita  fino al 23 settembre 2018 una mostra che celebra, a cento anni dalla nascita, Achille Castiglioni (1918–2002).02_12

L’esposizione –sviluppata secondo la curatela e il progetto di allestimento di Ico Migliore, Mara Servetto (Migliore+Servetto Architects) e Italo Lupi, in collaborazione per la curatela con Nicoletta Ossanna Cavadini– s’inserisce all’interno del filone d’indagine dedicato ai “Maestri del XX secolo” e intende mettere in luce il ruolo dell’alles09_10timento temporaneo come strumento di comunicazione culturale e commerciale di straordinaria importanza.

 

Protagonista della stagione d’oro del design degli anni Ses05_15santa, Achille Castiglioni realizza nella sua intensa attività professionale ben 484 allestimenti e più di 150 oggetti, tra i quali si annoverano vere e proprie icone della cultura del design. La mostra fornisce anche l’occasione per ricordare la stretta amicizia che legava Achille Castiglioni al graphic designer svizzero Max Huber (1919–1992), riperco10_14rrendo attraverso “l’alfabeto” allestitivo di Castiglioni i tanti progetti realizzati insieme.

Il fuori scala, la cinetica, l’allegoria, la sequenza, il ready made, il segno grafico sono solo alcuni degli elementi chiave, ricorrenti nei suoi progetti, che saranno messi in luce nel percorso espositivo. Dagli allestimenti dei padiglioni della Rai, dell’Eni, di11_25 Montecatini per manifestazioni fieristiche, ai progetti per la cultura, per l’innovazione e per l’esposizione dei prodotti, emerge chiaramente la figura di Achille Castiglioni, capace di concepire la messa in scena come una regìa. Ogni elemento è studiato, ogni peso calibrato, il ritmo modulato; tutto è reso in funzione dell’allestimento, che si struttura come un dinamico racconto per immagini. Unendo la sperimentazione alla razionalità, Achille Castiglioni riesce a combinare semplicità e ironia con l’attenzione per l’utilizzo della tecnologia e dei nuovi materiali. I suoi progetti sono “atemporali”, ovvero sono capaci di vivere una continua attualità nelle diverse fasi storiche.

L’esposizione al m.a.x. museo di Chiasso ricostruisce la storia visiva del concepimento delle idee di Castiglioni, leggibile attraverso schizzi, disegni, modelli, testimonianze video, prototipi e oggetti originali nell’ambito della sua attività, grazie alla collaborazione con Antonella Gornati che gestisce l’Archivio della Fondazione Achille Castiglioni con Carlo e Giovanna Castiglioni. Intervallano la mostra alcuni episodi di design in cui fanno la loro comparsa la lampada Arco, Aoy, Noce e la Gibigiana, il sedile da giardino Allunaggio, gli sgabelli Mezzadro e Sella, le posate Dry, gli orologi Wall Clock e Rekord e altri oggetti che ben esprimono l’atteggiamento del grande maestro, capace di guardare alle cose in modo sempre unico, traducendo nel campo del design i concetti sperimentati in ambito allestitivo.

Oltre alla “storia della grafica” e dell’allestimento, la mostra racconta anche le vicende di una Milano imprenditoriale, nel mutare dei consumi e delle relazioni internazionali della città. Il panorama artistico e culturale si completa con l’importante contributo di più di venti grafici e illustratori di fama mondiale, tra cui Pierluigi Cerri, Milton Glaser, Aoi Huber Kono, Emiliano Ponzi, Guido Scarabottolo, Heinz Waibl, per l’occasione chiamati a realizzare ciascuno un manifesto grafico che traduca la genialità e fantasia rigorosa del progettista milanese.

Carlo Franza

 

 

 

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