I pittori dell’Immaginario. Arte e rivoluzione psicologica. Alla Biblioteca e Fototeca Giuliano Briganti in Santa Maria della Scala a Siena, l’Omaggio a Giuliano Briganti, Storico dell’Arte, nel centenario della nascita.
Allestita nei locali della Biblioteca e Fototeca Giuliano Briganti al Santa Maria della Scala, la mostra bibliografica I PITTORI DELL’IMMAGINARIO. ARTE E RIVOLUZIONE PSICOLOGICA . L’esposizione rientra nel programma delle iniziative culturali, promosse per il centenario della nascita di Giuliano Briganti (1918-1992).
Il titolo della rassegna è ripreso dall’omonimo libro del professor Briganti, edito da Electa nel 1977. Il volume I pittori dell’immaginario. Arte e rivoluzione psicologica, un’opera dalla lunga genesi, non è solo un libro d’arte ma anche un testo letterario dove si intrecciano, con trame sottili, poesia, filosofia e psicologia. Uno studio approfondito ed elaborato che può essere considerato all’avanguardia nel linguaggio critico-letterario di Giuliano Briganti.
La rassegna bibliografica presenta una selezione di preziose edizioni di libri dall’alto interesse artistico e li propone, quali “strumenti di un racconto cartaceo”, per la conoscenza di quella complessa corrente pittorica visionaria e fantastica e di quell’atteggiamento nei confronti del reale, che si concretizzò in Europa, tra la seconda metà del Settecento a tutto l’Ottocento, investendo numerosi ambiti della cultura. Componenti essenziali del cambiamento epocale, furono la «rivoluzione psicologica» e la scoperta dell’inconscio che dettero origine ad una temperie sentimentale, intellettuale e romantica, di cui il neoclassicismo ne fu il momento iniziale.
Passando per le pregevoli monografie di pittori come Füssli, Mortimer, Barry, Sergel e Flaxman che furono, come scrive lo stesso Giuliano Briganti “i primi artisti dell’immaginario”, sarà possibile inoltre, ammirare in mostra, le straordinarie incisioni settecentesche di Giovanni Battista Piranesi, artista incisore che fu la “prima concreta attuazione artistica del sublime”.
Carlo Franza