Francesco Somaini scultore. La stagione americana in mostra alla Galleria Open Art di Prato.
La Galleria Open Art di Prato presenta fino al 9 febbraio 2019, “La stagione americana” dello scultore Francesco Somaini (Lomazzo, 1926 – Como, 2005), uno degli artisti italiani contemporanei più rappresentati nei musei americani. L’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Archivio Somaini, attraverso opere selezionate, ripercorre la fase compresa tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, periodo in cui il lavoro di Somaini ha ottenuto un particolare consenso e una notevole attenzione da parte di collezionisti e istituzioni statunitensi.
Quasi tutte le opere che vengono presentate in questa occasione sono state in collezioni americane o sono state esposte nelle mostre che l’artista ha effettuato oltreoceano in quegli anni. Somaini è stato infatti tra i protagonisti dell’informale a livello mondiale, individuando, anche per mezzo della particolare conoscenza e cura dei processi di fonderia e di trattazione dei metalli, una via originale di indagine nel rapporto tra la materia e la sua definizione espressiva, tra il dinamismo delle forme e la loro qualificazione estetica. Attraverso il riconoscimento ottenuto nelle Biennali di Venezia degli anni Cinquanta (dove ha esposto una prima volta nel 1950, ha avuto una presenza consistente nel 1954, nel 1956 e nel 1958 e ha ottenuto nel 1960 una sala personale) e i rapporti internazionali intrecciati in quegli anni, Somaini ricevette l’attenzione di critici di punta, tra cui figura Enrico Crispolti che dal 1957 segue il suo lavoro con costanza, fino a essere il curatore del catalogo ragionato della scultura, in corso di elaborazione, insieme a Luisa Somaini, storico dell’arte e figlia dell’artista. Si sono occupati del lavoro di Somaini critici francesi, come Léon Degand e Michel Tapié (Somaini ricevette il premio della critica alla Biennale di Parigi nel 1961). Giulio Carlo Argan lo presentò in occasione della prima personale americana (nella sede dell’Italian Cultural Institute di New York nel 1960), che aprì, dopo il successo conseguito nella Biennale di San Paolo del Brasile del 1959 – dove ottenne il premio come migliore scultore straniero – all’artista comasco le porte del collezionismo americano di alto profilo. Nelson e John D. Rockfeller, Joseph Hirshhorn, Lydia Kahn Winston Malbin, l’architetto Philip Johnson e numerosi altri collezionisti privati, oltre ad accaparrarsi suoi lavori, favorirono l’acquisizione di sue opere nei principali musei americani e la committenza di importanti opere monumentali di destinazione pubblica realizzate nel 1970 (per Baltimora, Atlanta e Rochester).
La mostra della Galleria Open Art, raccoglie importanti tracce di quella stagione, con opere significative dell’attività creativa della stagione informale come i due esemplari della serie dedicata alla “Proposta per un monumento” del 1958 e del 1963, sfociata nella grande opera di Baltimora, “Piccola Assalonne (Corona)” del 1959, “Nauta II” del 1960 (un piombo scavato a fiamma, esposto alla Biennale di Venezia dello stesso anno), “Racconto sul Cielo” del 1961, “Racconto Patetico I” del 1962, provenienti da collezioni statunitensi, come quella di John D. Rockfeller (“Racconto sul Cielo”), ed è una riflessione sul ruolo della scultura di Francesco Somaini nel contesto internazionale di quegli anni. Noi stessi ci siamo più volte interessati del lavoro dell’artista comasco, figura innovativa ed esemplare della scultura italiana contemporanea.
Carlo Franza