Vesna Pavan e il Movimento Skin in mostra a Milano nella storica Galleria Pace nel quartiere di Brera.
Ancora una volta è di scena a Milano la figura e l’operato artistico di Vesna Pavan, figura internazionalmente nota alla critica e al collezionismo. Siamo alla seconda fase del grandioso evento “Movimento Skin” di Vesna Pavan che si è articolato per l’appunto in due capitoli. Il primo capitolo di questo complessivo evento era stato già presentato a stampa ed addetti ai lavori lo scorso 26 ottobre 2018 nello storico ex studio di Piero Manzoni in Via Fiori Chiari 16 a Milano, con una illuminante istallazione sulla famosissima “Parete Manzoni”. Ora è in corso fino al 31 gennaio 2019 nella Storica Galleria Pace di Milano, in zona Brera, il secondo atto dell’evento -mostra personale- messo in piedi dall’artista di chiara fama Vesna Pavan e comprende una nutrita serie di opere appartenenti al ciclo Skin, frutto di una sperimentazione pittorica elaborata dall’artista nel 2014, dopo tre anni di ricerca sui materiali. L’esposizione si accompagna a un prestigioso catalogo dal titolo “Movimento Skin”, che documenta con opere per lo più monocrome e foto documentaristiche del suo percorso artistico quanto l’artista italiana è andata svolgendo in questi ultimi anni.Ha sorpreso e sorprende tutti, non poco, l’affluenza giornaliera di collezionisti, amici, ed operatori del settore che hanno visto da vicino i suoi “Skin”. Vesna Pavan, apparsa agli occhi della critica italiana e internazionale come una figura delle più interessanti e propositive dell’arte contemporanea, attiva nel clima tra monocromo e cinetico-spaziale, ancora oggi è chiara e significante interprete degli svolgimenti novelli dell’arte che utilizza non solo materiali nuovi ma trova incidenze e coincidenze con tutta quella linea aniconica che dagli anni Settanta del Novecento ha trovato conferma e progettazione negli sviluppi e nelle filosofie di lavoro di molti artisti della contemporaneità. Personalità artistica forte e complessa, intellettuale e creativa, quella di Vesna Pavan, artista di chiara fama che, attraverso più capitoli del suo percorso, ha oggi coagulato con i suoi “skin” quel mondo pittorico dell’America-Type Painting, che tocca Pollock e Gorky, Kline e Hoffmann, e ancora Oldenburg e Rauschenberg, innescando e facendo propria un’atmosfera certo internazionale di cultura e di poetica, che vuol dire aver avuto a cuore le sorti di una qualità il cui fascino è affidato all’abilità e alla ricchezza dei mezzi. E se Skin sta per pelle, giallo, rossa, nera e bianca, vuol dire che Vesna Pavan con i suoi monocromi materici ha concepito il dipingere come una continua mediazione e tensione tra lo spazio e la superficie, sinonimi di push e pull, e cioè dell’operazione di spingere in dentro e viceversa tirare in fuori la materia, facendola sbordare, esplorando così la funzione spaziale del colore. E’ il colore che sborda, riannodando la lezione di Arshile Gork, portandosi nel suo caso oltre con il gesto delle scolature che rompono non solo la cornice, le forme chiuse e distruggendo quasi lo spazio. Iniziatrice di una sorta di ermetismo sintomatico, che vuol dire come con colore, spazio e immagine ora l’opera vive una sua vita autonoma, non tanto formale, ma come accadimento. Le scosse emotive dell’artista Vesna Pavan ci consegnano con gli “skin” una lezione di altissimo livello, dove la pittura è pelle, corpo, materia, luce e colore, e ne fa grazie a una libertà linguistica che fluidamente circola nei paesaggi mentali monocromi, l’incipit della nuova Avanguardia del terzo millennio. Sicchè la mostra di Vesna Pavan nella Storica Galleria Pace si incornicia negli Albi d’Oro della galleria in cui sono transitati dagli Anni Cinquanta del Novecento ad oggi tutti i più significativi nomi sia dell’arte figurale e iconica( Guttuso, Brindisi, ecc.) che quelli dell’arte informale ed astratta, in primis la figura di Roberto Crippa vicino all’operato di Piero Manzoni. Ecco che Vesna Pavan ci consegna una sorta di Living Art grazie a una creatività vulcanica che imprime ai luoghi dove cala gli Skin atmosfere che lasciano respirare arte e bellezza.
Carlo Franza