Boldini e la moda. Il pittore ferrarese innamorato di Parigi che dipinse l’eleganza e la modernità. Una mostra a Palazzo dei Diamanti a Ferrara racconta la sua epoca dorata.
Il Palazzo dei Diamanti a Ferrara accoglie gli artisti della Belle Époque, in occasione di una mostra inedita dedicata al rapporto tra arte e moda: ospite d’onore Giovanni Boldini (1842 – 1931). Oltre 100 opere, tra disegni, dipinti, incisioni, cui fanno da contrappunto abiti d’epoca, libri e oggetti preziosi, firmate tra gli altri da Degas, Manet e Sargent, scortano i lavori di Boldini, protagonista ed interprete emblematico dello spirito di un’era dorata il cui fascino ineffabile continua ad ammaliare ancora oggi. Boldini e la moda, esposizione aperta fino al 2 giugno 2019, rievoca una stagione fervente di cambiamenti, in cui la moda nella sua più ampia accezione del termine – dall’abito vero e proprio all’alternanza di stili, alla trasfigurazione del corpo in oggetto del desiderio – divenne cifra stilistica imperitura e la cui fugacità sfavillante fu immortalata dalle tele del pittore ferrarese innamorato di Parigi, con eleganza ed ironia tali da distillarne il ritratto iconico di un’intera società, vero e proprio canone preconizzatore di stili, tendenze e linguaggi propri del cinema e della fotografia glamour del XX secolo.
“Boldini sapeva riprodurre la sensazione folgorante che le donne sentivano di suscitare quand’erano viste nei loro momenti migliori”. Con queste parole Cecil Beaton, tra i primi e più celebri fotografi di moda del Novecento, sanciva il talento del pittore ferrarese nel ritrarre la voluttuosa eleganza delle élite cosmopolite della Belle Époque, nel saper celebrare le loro ambizioni e il loro raffinato narcisismo. Affermatosi nella Parigi tra Otto e Novecento, baricentro di ogni tendenza dell’eleganza e della modernità, Boldini ha dato vita ad una formula ritrattistica chic e “alla moda” con la quale ha immortalato i protagonisti e le celebrities di un’epoca mitica, da Robert de Montesquiou a Cléo de Mérode, da Lina Cavalieri alla marchesa Casati. Nella sua opera la moda ha rivestito un ruolo essenziale: colta inizialmente per quel suo essere quintessenza della vita moderna, elemento che radica l’opera alla contemporaneità, la moda – intesa come abito, accessorio, ma anche sofisticata espressione che trasfigura il corpo in luogo del desiderio – diviene ben presto un attributo essenziale e distintivo della sua ritrattistica. Grazie ad una pittura accattivante, che unisce una pennellata nervosa e dinamica all’enfatizzazione di pose manierate e sensuali volte ad esaltare tanto le silhouette dei modelli quanto le linee dei loro abiti, e con la complicità delle creazioni dei grandi couturier come Worth, Doucet, Poiret e le Sorelle Callot, Boldini afferma una personale declinazione del ritratto di società che diviene un vero e proprio canone, modello di stile e tendenza che anticipa formule e linguaggi del cinema e della fotografia glamour del Novecento.
La mostra indaga dunque, per la prima volta, il lungo e fecondo rapporto tra Boldini e il sistema dell’alta moda parigina e il riverbero che questo ebbe sulla sua opera di ritrattista oltre che su quella di pittori come Degas, Sargent, Whistler e Paul Helleu. Ordinata in sezioni tematiche, ciascuna patrocinata da letterati che hanno cantato la grandezza della moda come forma d’arte, da Baudelaire a Wilde, da Proust a D’Annunzio, la rassegna propone un percorso avvincente tra dipinti, meravigliosi abiti d’epoca e preziosi oggetti dalla valenza ironica che raccontano i rapporti tra arte, moda e letteratura nella Belle Époque, immergendo il visitatore nelle atmosfere raffinate e luccicanti della metropoli francese e in tutto il suo elegante edonismo.
Carlo Franza