Carlo Storni pittore e “coloraro” svizzero a Roma. Una storica mostra lo fa riscoprire alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio), Cantone Ticino, Svizzera.
Un artista originario della Capriasca di cui non si sapeva quasi nulla. Un ciclo di teleri, realizzati alla fine del Settecento per la chiesa parrocchiale di Tesserete che, trafugati e venduti nel 1968, sono oggi conservati in collezioni pubbliche e private del Ticino. Il tema si inseriva perfettamente nel filone di esposizioni che in primavera la Pinacoteca Züst da molti anni dedica alla riscoperta di artisti del nostro territorio che si sono persi tra le maglie della Storia. Il nome di Carlo Storni (1738-1806) fino a pochi anni or sono risultava infatti praticamente sconosciuto. È solamente nel 2002, in occasione di una esposizione sui tessuti liturgici e gli apparati processionali allestita alla Pinacoteca Züst (I riti e le stoffe, a cura di Anna Lisa Galizia), che per la prima volta venivano presentati al pubblico due dei teleri che ritroviamo in questa sala. Questa mostra aperta fino al 25 agosto 2019, ha permesso di radunare dodici dei quindici pezzi appartenenti alla serie con Storie della Vita della Vergine, consentendone una visione d’insieme. Si è inoltre riscostruita, grazie alle ricerche d’archivio nel Ticino e a Roma, la vita di Carlo Storni, artista che come tanti altri ticinesi emigrò nella Città Eterna. Di lui fino ad oggi non si conoscevano neppure il luogo né la data di nascita: ora si sa che avvenne a Lugaggia, nel 1738, e che nel 1761 lasciò la Capriasca alla volta di Roma. Qui sposò nel 1776 una donna del posto, Rosalia Apollonia Ventura, da cui ebbe dieci figli – due dei quali pittori – e qui gestì un negozio di vendita di colori ereditato dal suocero tuttora esistente, dove si sono serviti i nomi più celebri della pittura italiana e internazionale. L’esposizione è arricchita da documenti sulla famiglia Storni, con la ricostruzione dell’albero genealogico, e da fotografie degli affreschi da lui realizzati a Frascati per la potente famiglia Piccolomini, le uniche altre sue opere che è stato per il momento possibile individuare. Il corpus del pittore capriaschese, allo stato attuale delle indagini, si riduce dunque a pochissimi lavori, condizionando fortemente l’analisi del suo operato, nell’impossibilità di stabilire confronti sia iconografici che stilistici. L’obiettivo della mostra e del catalogo è quindi di favorire una prima conoscenza dello Storni segnalandolo all’attenzione di altri colleghi storici dell’arte che indagano soprattutto nell’ambito delle presenze di maestranze artistiche nella Roma del secondo Settecento e dei primi anni dell’Ottocento. Con la segreta speranza di riuscire inoltre a ritrovare i tre teleri tuttora dispersi.
Carlo Franza