Il cardinale Konrad Krajewski che infrange leggi e comandamenti e i tradimenti di Papa Bergoglio e della gerarchia Vaticana.
La vicenda del cardinale Konrad Krajewski presenta molta sfacciataggine e arroganza di certa gerarchia vaticana, per il blitz -forse su ordine del suo capo comunista Papa Bergoglio- nel togliere i sigilli ( pur con un debito di oltre trecentomila euro) e ridare luce nel palazzo occupato di via Santa Croce in Gerusalemme a Roma, ha messo in moto la gran parte dei cattolici di tutto il mondo che adesso sanno e hanno preso coscienza ancor più da che gente e da che gerarchia in Vaticano sono governati.
Pensate un po’, questo elettricista che ha pensato di poter fare miglior vita facendosi prete, divenendo oggi l’elemosiniere di Papa Bergoglio (loro miliardari) ha invaso uno stato straniero con la missione di aiutare le sorti di famiglie e bambini ed è tornato in Vaticano dopo aver ridato la luce agli abusivi; si era calato nel pozzetto di un palazzo occupato abusivamente a Roma per riallacciare l’elettricità sospesa a causa di 300mila euro di bollette non pagate.
Vergognoso. Altro che misericordia. E’ certo che i cattolici del mondo intero e anche quelli italiani non la pensano così, così pure una parte della gerarchia ecclesiastica, tanto che la lezione a Papa Francesco e al suo elemosiniere Konrad Krajewski arriva addirittura da quell’illustre prelato che è monsignor Luigi Negri, arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio e rappresenta al meglio il malumore che si respira in Vaticano e nel mondo cattolico per il gesto da guerrigliero di questo “Don Konrad”, da fargli esclamare che “ Non esistono solo i migranti, ma anche gli italiani poveri”. Dice ancora l’Arcivescovo Negri: “Noi non possiamo avere come unico problema, e neanche come argomento determinante, quello dei migranti. Dobbiamo pensare a tutto l’uomo, a tutti gli uomini, a ogni situazione – ha spiegato in un’intervista a La Stampa-. Siamo chiamati a essere solidali con ogni persona che viene al mondo, a cui abbiamo il dovere di proporre Cristo”. “La Chiesa – spiega ancora il monsignore – deve concentrarsi sull’educazione di un popolo per renderlo consapevole della sua anima e capace di vivere generosamente la sua missione, senza presunzione e senza depressione. Papa Benedetto XVI quando venne in visita nel Montefeltro, nella diocesi che reggevo io, invocò laici vivi, attivi e intraprendenti”. L’obiettivo, spiega ancora, è quello di creare una umanità nuova. La distanza con la missione sociale del “qui e ora” di Bergoglio è totale: “Ogni prossimo è in difficoltà, non solo qualcuno. E la prima difficoltà è che la maggior parte non conosce Cristo. Perciò il primo modo di assumersi la sfida della povertà del mondo è annunciare Gesù”. Un ritorno al Vangelo che spesso è stato oscurato da gesti e parole eclatanti. E ancora ecco le parole pesantissime rivolte a Papa Bergoglio e compagni: “Non è possibile evangelizzare senza accettare l’obbedienza alla realtà così com’è, che non dipende da noi ma che ci ritroviamo attraverso la storia. Cercare di imporre una visione astratta, artificiosa e ideologica costituisce un gravissimo errore. E se lo fanno uomini di Chiesa diventa un tradimento alla nostra missione”. Tradimento sì, parola grossa ma che fa bene sottolinearla. Papa Bergoglio ha tradito, così come tradì Giuda Iscariota e persino Pietro Apostolo con il suo rinnegare Cristo al canto del gallo. Dovrebbe chiedere scusa a tutti i cattolici del mondo.
Ma torniamo alla vicenda di questo cardinale Konrad Krajewski (Łódź, 25 novembre 1963), cardinale e arcivescovo cattolico polacco, che a suo tempo vestì sul letto di morte Giovanni Paolo II, dal 3 agosto 2013 elemosiniere di Sua Santità; il soprannominato Robin Hood sa che istigare al furto è un reato grave non solo per la legge italiana ma anche per quanto è scritto nei Comandamenti? Eh già fanno l’elemosina, e lo fanno pure sapere, quando nei Vangeli è scritto: “Matteo 6,1-4. 1 Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. 2 Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3 Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4 perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. Scrive Filippo Facci: “Se il patrimonio immobiliare italiano supera quota 6.400 miliardi di euro (Rapporto dell’ Agenzia del territorio e dal dipartimento delle Finanze) quello in mano alla Chiesa si aggira perlomeno attorno ai mille miliardi: in più ci sono da aggiungere 700mila complessi immobiliari all’ estero tra parrocchie, scuole e strutture di assistenza: e la stima giunge a 2mila miliardi. Due-mila miliardi. Ma nessuno ufficialmente – nella Chiesa – ve lo confermerà mai: sono dissociati, tutti con mano destra e sinistra che vanno per conto loro, tra l’ altro senza menzionare investimenti e depositi bancari di cui non si sa nulla”. In un’intervista al collega filosofo Marcello Pera sul Quotidiano “La Verità”, gli è stata posta questa domanda: “Cosa pensa di chi dice che la Chiesa è troppo sbilanciata a “sinistra”?
E lui: “Penso che la chiesa di Francesco non è sbilanciata a destra o a sinistra, è sbilanciata e basta. È sbilanciata a favore del secolarismo, della giustizia sociale, dei diritti dell’uomo, dei poveri, degli immigrati, dell’uguaglianza economica. La chiesa di Francesco si è messa il secolo sulle spalle e pensa che portandoselo con sé e facendolo proprio, si realizzerà il regno di Cristo sulla terra. Questa, secondo me, è la principale rottura con la dottrina e la tradizione. Non ho competenze tecniche e non mi esprimo in modo formale, ma penso che questa sia un’eresia pelagiana: il secolo non come caduta e condanna. ma come elevazione e opportunità. Papa Francesco non è l’unico a pensarla così. Oltre ai gesuiti sudamericani, ai teologi della liberazione e dell’emancipazione sociale, ai vescovi e preti “di strada” comunisti (Don Tonino Bello, Don Gino Rigoldi, Don Luigi Ciotti, Padre Alex Zanotelli, Don Andrea Gallo,ecc., la pensava così anche Giovanni XXIII nella sua Pacem in terris, e così in gran parte ha pensato il Concilio Vaticano II, con la Gaudium et spes”. Il vaticanista Aldo Maria Valli nel suo libro “266. Jorge Mario Bergoglio. Franciscus P.P.” accusa Francesco di non rendere il giusto “servizio alla verità” (Libretto 266, pagina 116), di muoversi con un pragmatismo che “rasenta il cinismo” (ivi 137), di portare la barca di Pietro a infrangersi “sugli scogli della modernità” (143), di “iscrivere la Chiesa al partito del relativismo” (172), di “mettere a rischio il munus docendi” (194); e non finisce qui perchè sempre nel suo “266”(che sta per numero di successione a Pietro Apostolo) Aldo Maria Valli utilizza questi aggettivi per definire il magistero di Papa Bergoglio: ne qualifica l’insegnamento come reticente (pagina 27), incompleto, parziale, generico (pp. 39 e 83), riduttivo (41 e 122), problematico (43), vago (54), confuso (84), ingarbugliato (100), esagerato e avventato (118), spregiudicato (131), disorientante (144), superficiale (153 e 179), indeterminato (163), sconcertante (170). E mi fermo qui perché noi cattolici dopo la vicenda di questo cardinale polacco Konrad Krajewski che infrange apertamente le leggi e i comandamenti -si ventila in Vaticano essere il pupillo di Bergoglio(vedi qui loro foto in Vaticano)- preghiamo Iddio che dia lunga vita a Papa Benedetto XVI, tre volte santo nel monastero Vaticano dove vive, si documenta, legge e prega. E aggiungo, ci consiglia.
Carlo Franza