indexField Hospital X (FHX) è un’istituzione internazionale e itinerante ideaIMG-201--1024x681ta da Aya Ben Ron. Si tratta di un’organizzazione il cui scopo è indagare il modo in cui l’arte può agire e reagire di fronte a problemi sociali e valori corrotti. FHX nasce con l’intento di creare un ambiente sicuro in cui proiettare No Body, un video di Ben Ron che parla di abusi famigliari e racconta altre storie che meritano di essere ascoltate. Ispirandosi alla struttura e alla pratica degli ospedali, delle assicurazioni sanitarie e dei centri di cura, offre uno spazio in cui le voci messe a tacere possono essere ascoltate e le ingiustizie sociali possono essere viste. FHX inaugura il suo percorso nel padiglione israeliano alla Biennale Arte 2019, per poi spostarsi in diversi luoghi di tutto il mondo, con l’obiettivo di svilupparsi ed espandersi.

L’ambasciatore Ofer Sachs ha inaugurato   alla presenza di un numeroso pubblico, il padiglione di Israele alla Biennale di Venezia. Il tema scelto dai curatori della mostra (Curatore: Avi Lubin; Commissario: Michael Gov, Arad Turgeman), era quello di un ospedale da campo, con la possibilità per i visitatori di fare un’esperienza personalizzata, utilizzando una serie di postazioni dotate di monitor.

Padiglione-IsraeleNell’occasione, l’ambasciatore Ofer Sachs ha avuto un incontro cordiale con il presidente dell’Associazione Italia Israele di Venezia, ingegnere Pietro Miani, e con altri otto soci dell’Associazione, intervenuti alla manifestazione, rinsaldando il rapporto di stima ed amicizia creatosi nei numerosi incontri avuti in occasione delle sue visite. Il primo non appena insediato, il secondo in occasione del settantesimo anniversario della partenza da Venezia per Israele della motonave Karima, il terzo in occasione di un incontro sulle start up, organizzato con l’Associazione Industriali di Venezia, il quarto in occasione di un incontro con i Rotary club della città metropolitana di Venezia e l’ultimo proprio in occasione della Biennale. Questa serie di incontri ha non solo rinforzato il rapporto tra l’Associazione Italia Israele di Venezia e l’Ambasciata di Israele in Italia ma anche motivato i soci dell’Associazione a lavorare sempre di più e meglio a sostegno di Israele.

Ecco cosa avviene quando si entra nel Padiglione di Israele.  Ai visitatori che accedono al Field Hospital X viene dato un numero per attendere il loro turno prima di proseguire il percorso. Nel frattempo, possono guardare il programma televisivo FHX, un’opera video di Aya Ben Ron che fornisce informazioni sull’idea che sta alla base del concept dell’ospedale, sulle sue Care-Area, reparti dedicati alle cureE0147315-1CD8-4C18-B2F2-73FB0D21920D-696x471, e sui Care-Kits. Una volta che il numero viene chiamato, i visitatori accedono alle Care-Area e ai servizi di FHX, tra cui il Safe-Unit, una cabina nella quale i visitatori possono imparare a emettere un urlo in uno spazio appartato (Self-Contained Shout). Dopo Venezia, il progetto toccherà altre città, coinvolgendo di volta in volta artisti locali e internazionali.

Field Hospital è il titolo del progetto che ha trasformato il Padiglione Israeliano in una clinica “dove voci tacitate possono essere sentite e ingiustizie sociali possono esser viste. È un’istituzione mobile, internazionale, che offre i suoi servizi in diverse località nel mondo”, si legge nel manuale di istruzioni fornito all’ingresso del Padiglione. Field Hospital X (FHX) è una nuova istituzione internazionale itinerante fondata da Aya Ben Ron e che a Venezia in occasione della Biennale d’Arte sta facendo la sua prima tappa. Scopo del progetto è quello di proiettare il video No Body, opera video di Aya Ben Ron sul tema dell’abuso in famiglia. Qui l’artista racconta la sua storia personale,  fin troppo intima e scioccante,  creando un luogo in cui le persone possano osservare la sua e in cui anche altre storie possano trovare ascolto.  Ecco la “clinica “ del Padiglione israeliano.

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Arte come storia della contemporaneità e del vissuto. Non è poco. E soprattutto occorre un gran coraggio e  una  grande determinazione. 

E’ un esperimento sul potere terapeutico dell’arte il progetto Field Hospital X, a cura di Avi Lubin, che rappresenta Israele alla Biennale di Venezia 2019  (fieldhospitalX. org). L’ambulatorio, concepito dall’ideatrice Aya Ben Ron (Haifa, 1967) come un’istituzione internazionale itinerante, è allestito con modalità che ricordano quelle delle strutture sanitarie (nelle foto in alto), se non fosse che il percorso di cura riguarda i mali e le violenze della società. L’ospedale funge da spazio protetto nel quale il disagio e la sopraffazione possano emergere e trovare ascolto. A innescare il processo, come nel rapporto confidenziale che si instaura tra medico e paziente, è la proiezione del video No Body, nel quale Aya Ben Ron racconta la sua storia di abusi in famiglia: nel rivelare aspetti così intimi di sé, l’artista crea le condizioni perché il pubblico si immedesimi nella sua storia, superi l’autocensura e prenda contatto con i propri traumi. Per entrare nell’installazione vengono distribuiti numeri come in una sala d’attesa: i visitatori, una volta chiamati, accedono alle Care-area e ai servizi dell’ospedale. Nella Self-unit imparano a emettere un urlo in un ambiente isolato: pratica liberatoria, che nell’integrazione psiche-soma ricorda gli esercizi bioenergetici. Sdraiati sulle Care-chairs, postazioni dotate di monitor e cuffie, possono usufruire dei Care-kit, video nei quali ciascun autore rivela di aver subito un’ingiustizia. A ogni proiezione seguono Second-opinions: brevi risposte fornite da esperti in ambiti che spaziano dalla filosofia al diritto, fino alla medicina e alla psicoanalisi, per ampliare l’orizzonte di riflessione e offrire molteplici punti di vista.

 Carlo Franza

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