La madre generosa. Dal culto di Iside alla Madonna Lactans, ecco una storica e archetipa iconografia in mostra al MuNDA a L’Aquila.
C’è un gesto, il più antico del mondo, che è nato dalle donne e racchiude il transito, da un tempo all’altro, dei lattanti che si svezzano e crescono. Il prodigio del latte, e della madre che perpetua nell’abbraccio dell’allattamento la sacralità della vita, è un archetipo prestato a varie modalità interpretative. La Via Lattea si formò da un fiotto di latte di Giunone mentre allattava Ercole e le gocce fecero spuntare gigli. La Dea madre Iside tiene Horus sulle ginocchia e lo allatta indossando la corona della Regina del Cielo che richiama, nella sua statica iconografia, il soggetto delle Madonne Lactans, le Madonne medievali oggetto della mostra al MuNDA, il Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, fino al 29 settembre 2019, che sono la rappresentazione più alta dell’umanizzazione del sacro e segnano il passaggio da una religiosità lontana, aulica, ad una più vicina, quotidiana nel quale riconoscere i propri, antichi, gesti. La Vergine è rappresentata a seno scoperto, colta nell’atto di allattare il figlio o in procinto di farlo oppure mentre un singolo getto di latte o distinte gocce del medesimo scendono dal suo seno direttamente nella bocca di Gesù, di un Santo, di un alto prelato. La mostra, curata da Lucia Arbace, affronta il primordiale tema della fecondità con le terracotte di Capua, Ercolano, Chieti, con le rare icone del XIII secolo dalle antiche abbazie abruzzesi, con reperti dell’antico Egitto, provenienti dal Museo Archeologico di Napoli, con dipinti rinascimentali, con le floride popolane del seicentesco presepe Antinori ed infine con i votivi in maiolica di Castelli.
Carlo Franza