Léon Spilliaert cantore della notte e della solitudine. Una retrospettiva dell’artista belga alla Royal Academy of Arts di Londra.
La Royal Academy of Arts di Londra presenta la prima grande retrospettiva, aperta fino al 25 maggio 2020, dedicata al lavoro di uno dei più importanti artisti simbolisti belgi della fine dell’Ottocento, Léon Spilliaert. L’esposizione spazia dai suoi celebri autoritratti alle scene oniriche, dalle visioni notturne ai paesaggi delle coste del Mare del Nord, e intende introdurre il pubblico britannico all’opera visionaria di Léon Spilliaert, un pittore che ha forgiato la sua identità artistica attraverso la forte affinità con scrittori, filosofi e pensatori del tempo come Edgar Allan Poe e Friedrich Nietzsche.
Léon Spilliaert (1881-1946) nacque nella città costiera belga di Ostenda, un luogo che rappresentò la principale fonte di ispirazione per la maggior parte delle due opere, intrise di solitudine, malinconia e nostalgia. Dopo una prima formazione da autodidatta, frequentò l’Accademia di Bruges; nel 1904 visse a Parigi, dove tornò ripetutamente nel corso dei decenni successivi. Si trasferì a Bruxelles all’età di 20 anni e continuò a vivere e lavorare tra le due città per il resto della sua vita.
Amico di Maeterlinck (per il quale illustrò Les serres chaudes) e di Verhaeren, Spilliaert aderì ai gruppi dell’avanguardia belga (Les Compagnons de l’art, Le Sillon, Sélection); dipinse, prediligendo l’acquerello, la china e il pastello, opere che fondono elementi simbolisti ed espressionisti in un linguaggio sintetico, talvolta percorso da una vena surrealista. Il lavoro di Spilliaert è caratterizzato da prospettive drammatiche e da una luminescenza silenziosa. È noto soprattutto per una sequenza di enigmatici autoritratti e per le suggestive scene notturne ambientate per le strade di Ostenda. Le sue esplorazioni visive, i ritratti introspettivi e le potenti immagini intrise di solitudine e malinconia lo allineano al pensiero e alla poetica di alcuni dei principali artisti modernisti ed espressionisti europei del tempo come Edvard Munch e Vilhelm Hammershøi.
La mostra, organizzata dalla Royal Academy of Arts di Londra in collaborazione con il Musée d’Orsay di Parigi, si sviluppa attraverso un percorso espositivo che copre un arco temporale di circa 50 anni anni dell’intensa e prolifica carriera dell’artista; è composta da oltre 80 opere tra disegni, schizzi, incisioni, acquerelli, gouache, stampe, provenienti da collezioni pubbliche e private di Belgio, Francia e Stati Uniti. E’ suddivisa in varie sezioni, ciascuna delle quali pone l’accento su differenti temi e fasi artistiche della sua opera che rappresentano capitoli importanti e significativi dell’arte moderna e del filone simbolista belga dei primi decenni del XX secolo.
Nei lavori esposti ritroviamo principalmente immagini della sua città natale e della costa del Mare del Nord, i famosi autoritratti, scene oniriche, vedute notturne di spazi vuoti e paesaggi dell’ultima fase della sua vita che rappresentano la tranquillità delle foreste della regione di Bruxelles.
I curatori della mostra invitano il pubblico ad intraprendere un viaggio virtuale attraverso la vita di un artista straordinariamente penetrante e insolito: le sue passeggiate notturne e i paesaggi balneari deserti (spiegge, mare, dighe) di Odense, raccontano la storia di solitudini inquietanti e prospettive infinite. Tra questioni metafisiche e cultura fiamminga, Spilliaert inventa un simbolismo nuovo, personale, quello della notte e della solitudine interiore che segnerà in modo singolare tutta l’arte belga del XX secolo.
Carlo Franza