Chiara Dynys e il nostro tempo. Inscena i suoi libri di vetro alla galleria Building Box di Milano.
A Milano i libri di vetro di Chiara Dynys in mostra alla galleria Building Box: “Anche loro sono simbolo di questo periodo”. Centosedici volumi realizzati in vetro, con uno speciale impianto di illuminazione che li rende visibili h24 dalla vetrina della galleria Building Box, in via Monte di Pietà 23, a Milano, installazione visibile fino al 21 giugno 2020. È l’opera dell’artista Chiara Dynys per ricordare i libri, compagni della quarantena di molte persone durante i due mesi di lockdown dovuti al Covid. “Ci hanno tenuto compagnia in questo periodo di lontananza forzata – spiega l’artista – Ma sono stati anche il mezzo d’evasione da questa realtà incredibile nella quale siamo improvvisamente piombati, fatta di isolamento. In questo senso i libri hanno riempito uno spazio, e ho voluto raffigurare tutto questo in un’opera visibile da tutte le persone che semplicemente passano per la strada: una composizione che, a seconda che la si guardi di giorno o di notte, trasmette calore o pace eterea”.
Una libreria bianca contiene alcuni libri in vetro, sabbiati e dipinti a mano con diverse tonalità di bianco. Lo spazio incolore della vetrina, nel quale paiono scomparire gli elementi che lo popolano, si accende direttamente tramite i libri, singolarmente illuminati dall’interno, che rappresentano semanticamente la luce della conoscenza. Per la realizzazione di quest’opera, Chiara Dynys ha voluto ripensare, infatti, a ciò che per lei rappresentano i libri. L’installazione, fortemente visiva, totale, immediata, rende quindi omaggio a come la letteratura abbia influito nel tempo sul pensiero e sul percorso artistico dell’artista. La libreria è infine metafora del sapere archiviato, contemporaneamente rivolta in direzione della memoria e dell’oblio. Con questa installazione l’artista si rivolge direttamene alla città di Milano, in particolare in questo periodo di incertezza e cambiamento. I libri non sono stati realizzati in questa occasione e per questo motivo, ma – come tutte le opere d’arte – interpretano il mondo secondo categorie che vanno oltre la cronaca e, dotate di una molteplicità di livelli di lettura, sanno parlare di tutte le condizioni umane, e dunque anche di questa. I libri illuminati e “illuminanti” sia di giorno che di notte, fungono così da simbolo immediato, come tutte le cose evidenti che mettono in contatto la galleria e la strada, insieme all’ambiente dell’arte e a quello urbano, divenendo uno strumento di sopravvivenza.
Chiara Dynys è nata a Mantova e lavora a Milano. Sin dall’inizio della sua attività, nei primi anni Novanta, ha agito su due filoni principali, entrambi riconducibili a un unico atteggiamento nei confronti del reale: identificare nel mondo e nelle forme la presenza e il senso dell’anomalia, della variante, della «soglia» che consente alla mente di passare dalla realtà umana a uno scenario quasi metafisico. Per fare questo utilizza materiali apparentemente eclettici, che vanno dalla luce al vetro, agli specchi, alla ceramica, alle fusioni, al tessuto, al video e alla fotografia. Nel 2019 le sono state dedicate importanti mostre personali come Sabra Beauty Everywhere a cura di Gabriella Belli al Museo Correr di Venezia nel contesto della Biennale Arte 2019. In uscita la grande monografia Skira Special Edition, a cura di Giorgio Verzotti, per cui ha disegnato anche la case, in Plexiglass, colore e argento specchiante, rifacendosi a suoi lavori precedenti molto significativi per il suo percorso. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in importanti musei e istituzioni culturali pubbliche e private italiane ed estere. Tra le istituzioni più importanti che hanno ospitato le mostre della sua lunga carriera si possono ricordare: Musee d’Art Moderne, Saint’Etienne 1992; Galerie de France 2, Parigi (1993); CIAC, Montrèal (1997); Museum Bochum, Bochum (2003); Kunstmuseum, Bonn (2004); Wolfsberg Executive Development Center, Wolfsberg (2005); Rotonda di Via Besana, Milano (2007); Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, Roma (2008); ZKM – Museum fur Neue Kunst, Karlsruhe (2009); Archivio Centrale dello Stato, Roma (2010); Museo Poldi Pezzoli, Milano (2013); Arkhangelskoye – VII Moscow Biennale, Mosca (2017); ICAE Armenia, Erevan (20189; Mattatoio Testaccio, Roma (2019); Museo Correr, Venezia (2019). L’ultima personale dell’artista è stata la mostra milanese Aurora da Luca Tommasi Arte Contemporanea, a cura di Giorgio Verzotti (2019); nel 2020 è in preparazione una personale presso Casamadre, Napoli a cura di Domenico Bianchi.
BUILDINGBOX dedica la stagione 2019-2020 al vetro contemporaneo con il progetto Dalla sabbia, opere in vetro, un ciclo espositivo in 12 appuntamenti con cadenza mensile a cura di BUILDING, in collaborazione con Jean Blanchaert. Il sesto artista è Chiara Dynys che presenta una grande installazione site specific. Dalla sabbia, opere in vetro è il titolo scelto per evocare l’alchimia dell’affascinante processo di creazione di questo materiale, dalla sabbia, con l’aria, per mezzo del fuoco. Opere firmate da artisti contemporanei che hanno scelto di confrontarsi con le possibilità che offre questo materiale. Sperimentazioni che rendono esemplari e preziose le opere in mostra, in quanto progettate da artisti che nella loro pratica utilizzano tecniche differenti e talvolta distanti dalle caratteristiche peculiari del vetro. Questo progetto nasce dalla volontà di BUILDING di approfondire la ricerca degli artisti includendo oltre alle produzioni più note, aspetti e sperimentazioni insolite. Una relazione creatrice stretta tra il pensiero dell’artista e la mano dei maestri vetrai. Il vetro, materiale facilmente modellabile da mani esperte, prende forme “fragili” per continuare a legarsi alla tradizione artistica del passato e al contempo aprendosi a una prospettiva formale ripensata a partire da suggestioni estetiche contemporanee. Filo conduttore del progetto sono le stesse opere, inserite in una storia secolare e in un fare antico, testimoni di una precisa alchimia di elementi messa a punto 4000 anni fa dalla civiltà fenicia, e che ancora oggi offrono infinite possibilità formali. Per 12 mesi una sequenza di opere e artisti si articolerà nella vetrina indipendente, visibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, scandendo il ritmo del tempo e innescando un’ampia riflessione sulla predominanza del tempo sullo spazio.
Carlo Franza