Il sito di Project Gutemberg, la più grande biblioteca di internet, bloccata dalla Procura della Repubblica di Roma. Un attacco alla libertà di stampa internazionale.
Il sito di Project Gutemberg, uno degli archivi online più completi di ebook senza diritto d’autore, anzi la più grande biblioteca di internet, è stato oscurato dalla Guardia di Finanza, in seguito alle indagini condotte dalla Procura di Roma sui canali Telegram che diffondono copie piratate di giornali e riviste. 28 i siti web inscritti nella lista nera stilata dal giudice per le indagini preliminari di Roma e finiti sotto sequestro perché, appunto, rendevano disponibile gratuitamente materiale editoriale posto sotto licenza. Ma in tutto questo, Project Gutenberg non c’entra assolutamente nulla, visto che i documenti caricati sul suo sito e disponibili per gli utenti sono di dominio pubblico, quindi non sottoposti a vincoli del copyright. Si tratta, in sostanza, di una fornitissima e accessibile biblioteca di testi classici, mai coperti da diritto d’autore o da copyright, oppure ormai decaduti. Una vera miniera, non solo per gli esperti di testi antichi ma anche per i curiosi.Una biblioteca di oltre 60.000 eBook gratuiti, che compongono gran parte della migliore letteratura mondiale; liberamente utilizzati negli Stati Uniti perché la maggior parte di essi non è protetta dalla legge sul copyright degli Stati Uniti, ma potrebbero non essere liberi da copyright in altri paesi.
Le origini di Project Gutenberg risalgono all’epoca pioneristica dell’informatica, quando, nel 1971, Michael Hart diede il via al progetto di costituire una biblioteca in formato elettronico di libri stampati e liberamente riproducibili, oggi comunemente chiamati E-book. “Rompere le barriere dell’ignoranza e dell’analfabetismo” è lo slogan del progetto, i cui obiettivi riguardano la diffusione dell’alfabetizzazione e dell’eredità letteraria, affiancando l’attività fondamentale delle biblioteche pubbliche e fisiche. Il progetto, che è per la totalità sostenuto da volontari, non ha dunque fini di lucro e i testi digitalizzati che ancora sono coperti da diritti d’autore o da copyright hanno avuto preventivamente il permesso dagli autori. Attualmente, sono circa 60mila gli e-book archiviati tra gli scaffali virtuali di Project Gutenberg, la cui pubblicazione e digitalizzazione è meticolosamente curata.
Totalmente sorpresi anche gli organizzatori che, immediatamente contattati da migliaia di utenti, non hanno saputo dare spiegazioni in merito. Dall’account Twitter, il Ceo Gregory B.Newby Chief Esecutive an Director ha anche lanciato un appello per ottenere informazioni su questo oscuramento che, a loro, risulta ancora più sorprendente, anche perché la società opera negli Stati Uniti e non ha alcuna sede o operatore in Italia. La misura della Guardia di Finanza, in effetti, riguarda solo l’accesso dal nostro Paese. Accedere al sito è infatti possibile, cambiando il DNS, cioè l’indirizzo; si tratta però di una misura per aggirare il blocco delle autorità competenti, quindi è assolutamente da evitare, per non incorrere in ipotesi di reato.
Nel messaggio di Project Gutenberg è citato il provvedimento penale n. 52127/20 R.G.N.R. I., in cui si fa riferimento ai 28 siti oscurati, caduti nelle reti degli investigatori. Si tratta di domini come downmagaz.com e pdfmagazines.club. Insomma, anche solo dal nome sembra piuttosto evidente la differenza con gutemberg.org, che in questa lista nera è inserito al 25 posto. Sempre nel provvedimento, si parla di contenuti coperti da diritto d’autore e diffusi, senza averne diritto, via Telegram e da scaricare attraverso una semplice operazione di download. Come sia possibile che, in questo elenco, sia stato inserito anche un sito che archivia contenuti senza diritto d’autore, rimane un mistero. Forse, banalmente, si tratta solo di un errore, come quando l’anno scorso il Governo francese inviò un’ingiunzione alla società, per far cancellare 550 testi classificati come materiale di propaganda terroristica.
I letterati, gli studiosi, gli intellettuali, i professori e loro studenti devono mobilitarsi per ribaltare questo status quo, che offende la libertà di stampa di tutto il mondo.
Carlo Franza