Intervista a Mattia Carlin, Top Manager e Vicepresidente dell’ Unione Consoli Onorari in Italia.
Incontro Mattia Carlin, un Top Manager italiano, figura di chiara fama che ha fatto gran parlare spesso gli opinionisti, gli economisti e lo stesso mondo della cultura. Veneziano, classe 1973, dottore in Filosofia presso l’ Università Cà Foscari di Venezia con una tesi sull’ Estetica di Agostino. Già Console Onorario di Colombia, oggi in pectore per una nuova missione consolare; Vicepresidente dell’Unione dei Consoli Onorari in Italia; Advisor della Fondazione Italia-Giappone con sede alla Farnesina, il cui Presidente è l’ Ambasciatore Umberto Vattani. Carlin vanta un’ esperienza venticinquennale nell’ ambito del business in un’ azienda internazionale, che da poco ha lasciato per nuove sfide. È Vicepresidente di ANGI l’Associazione nazionale giovani Innovatori, e protagonista del primo Club internazionale Marco Polo che raccoglie il network di manager “globali” laureatosi a Ca Foscari con focus sul far East, nonché Vicepresidente di Mondo Internazionale. Ecco di seguito l’intervista.
D. Cos’è l’ Unione dei Consoli Onorari in Italia?
R. “L’ UCOI da 42 anni e l’ UCOIM da 13 anni si adoperano e lavorano con spirito unitario nel superiore interesse e ad esclusivo beneficio dei Consoli Onorari rispettivamente in Italia e d’Italia nel mondo, tutelandone la figura e la dignità e rafforzandone il ruolo e l’autorevolezza”. I Consoli Onorari sono una realtà, spesso non conosciuta e valorizzata appieno, la cui figura, ruolo e funzioni nel mondo sono in continua crescita. Sempre più i Ministeri degli Esteri dei vari Paesi affidano ai Consoli Onorari le funzioni di assistenza dei propri connazionali all’estero e di collaborazione con i rispettivi Ambasciatori per la promozione e lo sviluppo delle relazioni economico-commerciali, culturali e scientifiche con i Paesi di accreditamento, in coerenza con l’art. 5 della Convenzione di Vienna del 24 aprile 1963 sulle relazioni consolari.
D.Ci può dare alcuni numeri, dei dati?
R. Merita sottolineare che i Consoli Onorari in Italia sono oltre 570 equamente presenti in pressoché tutte le regioni in rappresentanza di circa 130 Paesi; mentre i Consoli di carriera sono poco più di 100. Egualmente per i Consoli Onorari d’Italia all’estero – in gran parte riuniti nella nostra Unione dei Consoli Onorari d’Italia nel Mondo (U.C.O.I.M.) – che sono attualmente oltre 370 nelle varie aree geografiche.
D. Quali sono le vostre funzioni?
R. Funzioni importanti, delicate e di grande responsabilità nell’attuale fase delle relazioni internazionali affidate a persone autorevoli, moralmente e professionalmente selezionate, ben inserite nel tessuto sociale della circoscrizione consolare di competenza e che collaborano con l’Ambasciatore e l’Ambasciata dello Stato di invio per promuovere sempre più strette e proficue relazioni tra Stati. Funzioni che vengono arricchite dal dinamismo, dallo spirito di iniziativa e dall’inventiva dei Consoli Onorari. Ma chi è il Console Onorario? “La vita del Console è una vita dedicata al servizio della umanità” (Charles Maurice Talleyrand): La Figura del Console non ha alcun collegamento con l’antico Magistrato della Repubblica Romana, bensì nasce con i mercanti del tardo Medioevo e del Rinascimento che nei principali centri commerciali del mondo eleggevano delle figure con il compito di reggeretali comunità lontane dalla Madrepatria e che vennero chiamate con l’appellativo di consules electi. Il primo esempio di Console nel senso moderno del termine si può rilevare nel XIV secolo, allorquando il Comune di Firenze affidò al Console di Costantinopoli (eletto dai mercanti fiorentini operanti in quella città) il compito di vigilare affinché i privilegi concessi dall’Imperatore Bizantino ai mercanti operanti in loco non fossero violati o disconosciuti. Nel secondo dopoguerra il Diritto Consolare ha subito un vasto rinnovamento attraverso il moltiplicarsi degli accordi bilaterali e delle convenzioni internazionali; alla base di tale rinnovamento una nuova realtà internazionale con la quale confrontarsi: nuovi Attori e Stati di recente formazione e indipendenza a seguito della fine delle esperienze coloniali; nuove relazioni economico-sociali da costruire o consolidare tra Stati spesso appartenenti ad aree disomogenee tra loro. Matura in questo contesto la consapevolezza che le relazioni consolari siano la tipica espressione della moderna e profonda cooperazione tra gli Stati e tra i popoli. La Convenzione delle Nazioni Unite sulle relazioni consolari firmata a Vienna il 24 aprile 1964 è il frutto di tale nuova coscienza delle relazioni tra gli Attori delle Relazioni Internazionali.
D. Come vede il futuro dei Consoli Onorari?
R. “I Consoli Onorari non sono un fenomeno di ieri bensì una realtà di domani”, questa l’esclamazione fatta dal delegato norvegese nel corso dei lavori preparatori della Convenzione – a sottolineare la nuova percezione e la dimensione ormai assunta dalla figura del Console nell’ambito del rapporto tra gli Stati. I suoi compiti ormai spaziano dall’assistenza dei cittadini, alla promozione commerciale e culturale, allo sviluppo economico. Dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulle Relazioni Consolari si staglia ben precisa la figura del Console Onorario: sotto l’aspetto dello Status ben distinto da quella del Console di Carriera; sotto l’aspetto delle funzioni similari a quest’ultimo. Quanto allo status vi è una distinzione fondamentale tra le due categorie: mentre il Console di Carriera è cittadino dello Stato mandatario (Consul Missus – per ciò stesso Console inviato), il Console Onorario, viceversa, è cittadino prescelto nello Stato di residenza (quindi Consul Electus). Consegue che il Console di Carriera – che è di Prima Categoria – non può assolvere ad altra funzione se non quella consolare nella sede in cui egli viene inviato; il Console Onorario, viceversa, può espletare – accanto alla sua funzione consolare – la propria attività sia essa di natura professionale, industriale, imprenditoriale. Lo status di cittadini italiani, da un lato porta il Console Onorario ad assolvere a tutte le funzioni che sono proprie anche del Console di Carriera, dall’altro non gli consente di godere di quel complesso di guarentigie tipiche del Console di Carriera. Il Console Onorario, infatti, oltre a non essere remunerato, non è titolare dell’immunità personale dalla giurisdizione dello Stato ospitante; non è esente dall’obbligo di deporre come testimone sui fatti estranei alle sue funzioni; non gode della immunità fiscale; non è ammesso al beneficio della franchigia doganale; non è esonerato dal pagamento della tassa di circolazione e da quella di immatricolazione delle autovetture al servizio del proprio Ufficio; i membri della sua famiglia e le persone addette al suo servizio privato non beneficiano di alcun trattamento speciale. Quanto all’immunità mentre per il Console di Carriera questa si estende a tutto l’Ufficio Consolare, per il Console Onorario tale immunità si limita al solo archivio nel quale custodisce atti e documenti connessi alla sua funzione. Ciò perché il Console Onorario espleta la sua funzione consolare in via sussidiaria rispetto a quella principale, professionale propria. Quanto alle funzioni identico resta lo spirito con il quale le funzioni consolari sono svolte dai Consoli di carriera e dai Consoli Onorari; esso è costituito prevalentemente dalla stessa volontà di assistere e proteggere i cittadini dello Stato durante il loro soggiorno nel territorio dello Stato ricevente; identico l’impegno di promuovere i commerci tra l’uno e l’altro Stato; identico il proposito di sviluppare le relazioni culturali tra i due Paesi, identica la vocazione, infine, ad approfondire i vincoli di amicizia e di cooperazione internazionale. Il Console Onorario in egual misura a quello di Carriera, è chiamato ad assolvere a molteplici incombenze: prima fra tutte l’assistenza al cittadino del Paese rappresentato, considerata sia nel suo momento esterno quale potere-dovere del Console di assistere i suoi connazionali nei loro rapporti con le Autorità locali, con gli Organi Giurisdizionali; sia considerata nel suo momento interno allorquando l’assistenza si esaurisce nel contatto fra i connazionali e il proprio ufficio sul piano dell’informazione, del consiglio, dell’ausilio materiale. Di non minore rilevanza la funzione economica commerciale dell’Ufficio Consolare; un compito originario e fondamentale della Istituzione Consolare nelle singole fasi della sua lunga storia come gli utili suggerimenti che il Console può dare al proprio Governo e agli stessi operatori economici per intensificare i traffici; l’appoggio del Console alle istituzioni commerciali nazionali della sua circoscrizione; la sua cooperazione alle varie Sezioni dell’Ambasciata, dalla quale esso quasi sempre dipende: (Sezione Consolare, Sezione Culturale, Sezione Commerciale, Sezione Politica, Sezione economica). Il Console Onorario, al pari di quello di Carriera inoltre è legittimato:- alle funzioni attinenti ai passaporti sia dei cittadini dello Stato inviante sia di quello ricevente e sia infine, ai passaporti di altri stranieri,- alla funzione certificativa nei suoi molteplici aspetti, con riguardo alle persone fisiche ed alla loro condizione giuridica subiettiva, con riguardo infine ai documenti stessi (legalizzazione, vidimazione, apposizione di visto, traduzione, rilascio di copie autentiche, ecc.),- alle funzioni di stato civile con particolare riguardo al matrimonio, alla cittadinanza e, anche se di rado, al voto del cittadino all’estero.
D. Come si diventa Console Onorario?
R. Requisiti essenziali sono innanzitutto, oltre a quelli richiesti per l’assunzione in qualsivoglia Ufficio della Pubblica Amministrazione, l’assenza di pendenze passate o presenti con il fisco. Normalmente il Paese che intende essere rappresentato da un Console Onorario in una determinata circoscrizione in altro Stato sceglie la persona che oltre a determinati requisiti (età, attività professionale, qualità imprenditoriali, censo, notorietà, benemerenze, onorificenze, consistenza patrimoniale) possa avere, od anche aver avuto, rapporti professionali, commerciali, culturali tra la giurisdizione di residenza (Regione, Provincia, città) e lo Stato d’invio.Quanto alla procedura per la nomina di un Console Onorario in Italia, va rilevato che presupposto essenziale alla sua nomina è l’esistenza di un Ufficio Consolare Onorario che può essere istituito soltanto con il consenso preventivo dello Stato territoriale. Infatti l’articolo 68 della Convenzione di Vienna sulle Relazioni Consolari stabilisce che ogni Stato è libero di decidere se ammettere o no Consoli Onorari – ed implicitamente quindi subordina l’apertura dell’Ufficio al suo consenso – di regolamentare le modalità di ammissione o di porre limitazioni all’ammissione di funzionari consolari onorari. L’istituzione in Italia di un Ufficio Consolare Onorario (che può appartenere ad una delle quattro classi previste dall’art.9 della Convenzione di Vienna: Consolato Generale, Consolato, Vice Consolato, Agenzia Consolare) avviene seguendo una procedura secondo la quale la Rappresentanza diplomatica accreditata presso il Governo italiano chiede l’autorizzazione al Ministero degli Affari Esteri per l’apertura del nuovo Ufficio. Sarà quindi lo Stato di invio a fissare, oltre alla sede, la categoria che sono due (Ufficio Consolare di carriera od Ufficio Consolare Onorario). Lo Stato di invio stabilirà quindi la circoscrizione consolare e cioè quella parte del territorio dello Stato di residenza dove il Capo del nuovo Ufficio dovrà svolgere le proprie funzioni. Quest’ultimo elemento è assai importante perché delimita il territorio entro cui possono essere esercitate le competenze di cui è titolare il Capo dell’Ufficio. Da parte del Ministero degli Affari Esteri, qualora la persona segnalata sia cittadino italiano o cittadino di uno Stato terzo residente, viene anzitutto accertata l’esistenza di eventuali incompatibilità con l’incarico al quale è proposto; e viene altresì accertato che egli abbia la residenza nel Comune ove ha sede l’Ufficio Consolare, requisito questo ritenuto essenziale. Di solito vengono svolte indagini particolarmente delicate sul candidato, estese anche alle Autorità fiscali, e soltanto dopo aver acquisito il benestare delle Autorità competenti a conoscere eventuali elementi ostativi sul suo comportamento pubblico e privato, viene notificato il consenso alla nomina. Esperiti tutti gli accertamenti necessari il Ministero degli Affari Esteri comunica quindi, con una nota di gradimento, il proprio benestare alla nomina e richiede all’Ambasciata l’invio delle Lettere Patenti. Il Capo dell’Ufficio Consolare Onorario per insediarsi ufficialmente deve attendere la concessione dell’exequatur e cioè l’autorizzazione dello Stato di residenza mediante la quale egli viene immesso nell’esercizio delle sue funzioni. Al funzionario consolare onorario italiano o straniero viene rilasciata dal Ministero degli Affari Esteri una speciale carta di identità. “
D. In conclusione data la Sua esperienza nel pubblico e privato, e Le Sue relazioni locali e internazionali, cosa suggerirebbe ad un neo Console Onorario.
R. Questa è una domanda molto bella, gli direi di essere sempre in ‘prima linea’, di metterci tutta la passione possibile e la massima disponibilità e di non rinunciare ad un approccio innovativo e creativo, con comportamenti semplici ma efficaci, in sostanza di essere concreto, in due parole: vita e pensiero.
D. Quali sono le Sue aspirazioni?
R. Mi piacerebbe un giorno avere l’ opportunità di dirigere un Istituto di Cultura Italiano all’ estero. Sarebbe per me un onore servire il mio Paese e far conoscere le sue eccellenze all’ estero.
Carlo Franza