La sinistra pugliese allo sbando. L’igienista Pier Luigi Lopalco diventa il focus delle regionali pugliesi, perchè Emiliano uscente lo vuole alla Sanità. Gravissima poi l’apertura di Emiliano agli islamici con l’abbattimento dei simboli cristiani.
E’ un viso quello di Lopalco che ha impazzato per mesi sui media nazionali. Adesso se ne capisce bene il perché. Non sappiamo se sia stato Emiliano presidente della Regione Puglia a innamorarsi di Lopalco o se viceversa sia stato Lopalco ad innamorarsi di Emiliano. Sta di fatto che la figura di Pier Luigi Lopalco, l’epidemiologo leccese chiamato dal presidente Michele Emiliano a coordinare la task force pugliese nel pieno dell’emergenza coronavirus, si accinge a diventare il focus delle imminenti regionali pugliesi. Tutto già segnato e disegnato, tutto preordinato. Da quando si è fatta avanti la voce di una sua candidatura per il centrosinistra (ed è inevitabile che, in caso di vittoria, gli spetterà quella delega alla Sanità che Emiliano ha da tempo avocato a sé), il centrodestra, Forza Italia in testa, urla allo scandalo. Beh, diciamo subito, e lo abbiamo anche scritto sul nostro giornale a suo tempo, che messi insieme tutti questi epidemiologi non hanno dato granchè a risolvere il temuto Coronavirus. Ad iniziare da Lopalco che tentava di inserirsi nel panorama nazionale, sperando di superare Galli, Tarro o altri. Alla fine Michele Emiliano ha contagiato eccome Pier Luigi Lopalco, il virologo che ha seguito tutte le fasi della pandemia tranquillizzando i pugliesi residenti e non -ecco perché in questi giorni d’agosto 2020 il Salento è preso d’assalto- e spopolando nei talk televisivi sull’andamento dei contagi, sicchè anche lui cercando visibilità non ha resistito alle sirene della politica e sarà in una delle liste per le regionali pugliesi. Il governatore gli ha di fatto affidato le chiavi della sanità pugliese, -settore per la verità da circa quindici anni allo sbando-, trovando forse l’assessore che non ha mai voluto da quando ha cominciato la sua avventura di governo alla Regione ben cinque anni fa, dopo lo sfacelo dell’ex presidente Nichi Vendola.
“È di sicuro una possibilità”, sussurrano dall’entourage di Emiliano alle prese con la composizione delle liste e soprattutto a costruire candidature forti. Come quella di Lopalco, che da pugliese è tornato da Pisa dettando spesso l’agenda della pandemia fra specialisti collegati da remoto o in chat. E se Emiliano è apparso in questi mesi con il piglio di mostrarsi Presidente di Regione come Zaia (Veneto) o Fontana (Lombardia) lo si deve anche a lui che ha fatto una certa comunicazione. Il professor Lopalco non si sbilancia. Ma la sua popolarità non può che far bene alla presunta crisi di consensi che fioccano ormai su Emiliano, alle strette da quando il centrodestra si è unito formalmente sulla candidatura dell’amico Raffaele Fitto, politico ben più noto e con un fiuto irreprensibile, mentre si sa che nel centrosinistra i renziani corrono da soli, e sono soprattutto contro Emiliano. E i 5 Stelle non ne vogliono sapere, per ora, di fare la stampella per arrotondare la percentuale che basterebbe a Emiliano per affrontare in sicurezza l’appuntamento con le urne a settembre. Il centrodestra lo sa bene, anzi benissimo. Da tempo Emiliano azzardava l’ipotesi che il docente di igiene all’Università di Pisa e responsabile per le emergenze epidemiologiche della Regione Puglia potesse fare il salto in politica. Troppo in giro con Emiliano, nei suoi tour che avevano poco di istituzionale ma molto di elettorale. E tutto ciò lo sanno e lo hanno ribadito sia il coordinatore regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis, che il suo vice Dario Damiani: “Centoventimila mila euro non per coordinare le misure anti Covid, ma evidentemente per farsi campagna elettorale con i soldi di tutti gli ignari cittadini pugliesi: la candidatura del professor Lopalco nelle liste di Emiliano è l’ultimo atto di un film che abbiamo iniziato a vedere qualche settimana fa”. Vi dirò che Emiliano sta prendendo le contromisure per andare all’assalto del centrodestra, contromisure che serviranno a ben poco perché i pugliesi sono sfiniti e ne hanno le scatole piene di tutta questa specie di sinistra che ha ridotto questa regione alla fame e alla miseria; ha fatto sapere Emiliano di aver approvato in giunta uno schema di disegno di legge per introdurre la doppia preferenza di genere nella legge elettorale pugliese, sollecitata dal premier Giuseppe Conte alle Regioni inadempienti e da quasi tutti i partiti in consiglio regionale; infatti qui nel parlamentino regionale è guerriglia continua. Raffaele Fitto, in qualità di eurodeputato del gruppo europeo Ecr-Fratelli d’Italia, ingaggiando una lunga diatriba a distanza con Lopalco sul numero di tamponi effettuati, ritenuto troppo basso, a un certo punto aveva lanciato frasi sibilline, sostenendo come l’epidemiologo, nelle sue repliche, avesse “messo in evidenza più doti da politico che da scienziato”. Circolava il sospetto che Lopalco –dal punto di vista del centrodestra– si stesse comportando come una sorta di stampella di Emiliano, in prospettiva elettorale. Il caso si è fatto reale, perchè Massimo Gramellini, vicedirettore del Corriere della Sera, nella sua rubrica “Il caffè” con uno stile sospeso tra il serio e il faceto ha colpito Lopalco, eccome. Gramellini non è stato l’unico a punzecchiare Lopalco, e quest’ultimo ha voluto rispondere usando la sua pagina Facebook. Ha praticamente confessato la sua discesa in campo: “Per la stima e l’affetto che nutro per Gramellini, non posso non accogliere l’invito alla riflessione che lui lancia. Con uno stile, devo dire, che finalmente è transitato dalla melassa al peperoncino”, esordisce. “Breve precisazione: mai detto che le mascherine non servono, così mai profetizzato sciagure conseguenti alla movida. Basta leggere i virgolettati e non solo i titoli degli articoli per capire il senso delle mie dichiarazioni. Non solo la politica, ma anche quello del giornalista è un mestiere complicato”. “Ma veniamo al punto – prosegue -: io, come Gramellini, sono sempre stato convinto che il mestiere della politica sia complicato, faticoso, serve un talento specifico e, soprattutto, serve la scuola. Scuola che nella notte dei tempi era tenuta dai partiti. Sono ormai decenni che le scuole di partito sono chiuse. Dove sono dunque i professionisti della politica? dove si sono formati? Nella famosa Università della Vita?”. “Allora, mio caro Gramellini, affrontiamo la realtà. Almeno nell’attesa che il vento distruttivo dell’antipolitica si sciolga così come si è alzato. Nel frattempo non ci trovo nulla di male nel fatto che un professionista ponga le proprie competenze al servizio della comunità mettendosi in gioco con la puerile ambizione di poter cambiare le cose. Se l’alternativa fosse Moro o Berlinguer, il problema non si porrebbe. Ma di Moro e Berlinguer – dice – in giro se ne vedono ben pochi”. Non è detto che un professore di Igiene sia un bravo Assessore alla Sanità, niente di scontato, ne è un esempio pratico l’Azzolina ministro della Pubblica Istruzione che in quel ministero -da professoressa- ha praticamente messo in crisi la cultura e l’insegnamento del nostro paese.
Mille strali su Emiliano che vorrebbe ricandidarsi alla Regione; sarà bene che torni a fare il magistrato a Bari. Perché, l’ultima di questi giorni – un vero e proprio schiaffo agli italiani e ai pugliesi- il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha ben pensato di rilanciare il turismo. Come? Elargendo ben 90mila euro per il turismo islamico. Poveri pugliesi, ritrovarsi ancora fra le braccia di Emiliano. Dio ce ne scampi e liberi. E ai pugliesi dico, toglietevelo di torno, voltate pagina.
Carlo Franza