Sono  stati  presentati giorni fa  alla stampa i lavori di restauro alla Libreria Piccolomini nel Duomo di Siena -dirò un vero e proprio scrigno all’interno del Duomo di Siena-  ed anche il programma degli eventi di valorizzazione storico-artistica e di promozione culturale, che si terranno fino a dicembre, proposti dall’Opera della Metropolitana e organizzati da Opera – Civita. I lavori saranno illustrati alla cittadinanza il 28 novembre alle 15, 15.45 e 16.30 con visite guidate gratuite (solo su prenotazione e fino ad esaurimento posti) per ammirare gli interventi di restauro eseguiti nella Libreria.

Il ciclo di eventi si concluderà il 5 dicembre 2020  alle 11 – sempre all’interno della Libreria – con la presentazione degli atti del convegno organizzato dall’Accademia degli Intronati lo scorso febbraio, dal titolo “La Grazia è Bellezza. La Fabbriceria Opera della Metropolitana del Duomo – come è noto – ha tra i suoi principali scopi statutari la conservazione del patrimonio. La Libreria Piccolomini è stata interessata, nell’ultimo triennio, da diversi interventi di restauro (restauro ligneo dei banconi e delle teche, restauro lapideo del portale interno e dell’edicola soprastante). La nuova luce che risplende grazie alla collaborazione dell’Opera della Metropolitana con la ERCO, specialista per l’illuminazione dell’architettura, unita alla sostituzione dei vetri delle teche e alla pellicola filtrante applicata sulle imponenti vetrate della parete di fondo, permette di ammirare in ogni dettaglio i corali della Cattedrale, uno dei tesori più preziosi nel campo dei codici miniati. La pulitura e il restauro ha riguardato anche il gruppo delle Tre Grazie, collocato al centro della Libreria. Al centro della biblioteca spicca anche il gruppo marmoreo delle Tre Grazie (arte romana da originale ellenistico), che Tedeschini acquisì a Roma dal cardinale Colonna per collocare al centro della Libreria.  I lavori – voluti dalla Fabbriceria Opera della Metropolitana del Duomo ed eseguiti nell’ultimo triennio, durante il quale per alcuni periodi la libreria non è stata accessibile alle visite -, sono consistiti nel restauro ligneo dei banconi e delle teche, in quello lapideo del portale interno e dell’edicola soprastante e sul gruppo delle Tre Grazie. La Biblioteca è stata poi dotata di una nuova luce (in collaborazione con Erco), che grazie anche alla sostituzione dei vetri delle teche e alla pellicola filtrante applicata sulle imponenti vetrate della parete di fondo, permette di ammirare in ogni dettaglio i corali della Cattedrale, uno dei tesori più preziosi nel campo dei codici miniati.

La biblioteca, costruita per onorare la memoria dello zio materno Enea Silvio Piccolomini (Papa Pio II) e conservare il ricco patrimonio “librario” che il pontefice ed umanista aveva raccolto, fu commissionata dal cardinale Francesco Tedeschini Piccolomini, arcivescovo di Siena (poi Papa Pio III), attorno al 1492. Adorna di affreschi eseguiti con ricchezza di colori smaltati e inserti in pastiglia dorata dal Pinturicchio e dalla sua bottega (1503-1508), le dieci scene che si susseguono nelle tre pareti celebrano la vita e il pontificato di Pio II. Alla loro ideazione collaborò anche Raffaello, del quale ricorre in questo anno il cinquecentesimo anniversario della morte.

Per la sua collocazione, all’interno del Duomo di Siena, e la ricchezza dell’apparato decorativo, la Libreria Piccolomini, si segnala, per più versi, come un monumento eccezionale. Il 29 giugno 1502, a Roma, fu stipulato il contratto tra il committente, il cardinale Francesco Tedeschini Piccolomini, nipote del papa umanista Pio II (Enea Silvio Piccolomini) e il pittore umbro Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio, cui veniva affidata l’intera decorazione della biblioteca. Tale ambiente, costruito lungo il fianco sinistro della cattedrale, ove prima sorgevano i locali della vecchia canonica, avrebbe dovuto contenere il cospicuo patrimonio librario del pontefice, con l’aggiunta di codici appartenuti al Tedeschini e a suo fratello Giacomo. Per quanto concerne la cronologia degli affreschi, furono realizzati da Pinturicchio e la sua bottega in un torno di tempo che va dal 1503 e al 1508, con qualche interruzione. Alla morte del Tedeschini, il 18 ottobre 1503, da meno di un mese anch’egli eletto papa con il nome di Pio III, spettò agli eredi, i fratelli Andrea e Giacomo, l’incarico di portare a compimento le pitture, così come stabilito dal cardinale nel suo testamento. È probabile che, alla morte del papa, i fratelli, in memoria, facessero dipingere subito all’esterno della Libreria il grande affresco con l’Incoronazione di Pio III, forse ispirato alla rappresentazione teatrale della elezione del pontefice, avvenuta in Siena per evocare l’incoronazione sul sagrato di San Pietro in Vaticano.

La sfavillante volta decorata a grottesche mostra una serie di figure allegoriche, scene di vita pastorale, di baccanale, di thiasos marino e, nei riquadri più grandi, due episodi mitologici (Diana ed Endimione; il Ratto di Proserpina). Al centro si staglia lo stemma del cardinale Tedeschini Piccolomini, con cinque mezzelune, sormontato dal galero rosso. Su tre pareti della Libreria, essendo uno dei lati occupato dalle finestre, si snodano Storie della vita di Enea Silvio Piccolomini, secondo il modulo iconografico della “Biografia dipinta”, una serie di scene tutte incentrate su un unico personaggio di cui si delinea la vita, con una serie di fatti in rigorosa successione storica. Sul muro nord-est della Libreria si svolgono quattro episodi che narrano sostanzialmente la giovinezza di Enea (l’eroe appare con la fluente capigliatura bionda), dalla partenza per il Concilio di Basilea alla scena in cui si riconcilia con Eugenio IV e viene successivamente nominato vescovo. Nei due riquadri della parete sud-est, Enea Silvio si manifesta ormai nell’esercizio delle sue funzioni di vescovo e viene nominato cardinale. Le quattro scene della parete sud-ovest delineano il percorso biografico in qualità di papa, dall’incoronazione al suo arrivo ad Ancona dove sarà colto dalla morte. La Vita di Pio II scritta dall’umanista Giovanni Antonio Campano, segretario prima di Enea Silvio Piccolomini e poi del nipote Francesco Tedeschini e i Commentarii di Pio II costituiscono il rimando fondamentale per la genesi delle singole scene e la definizione dell’intera biografia di Enea Silvio. Dalla vita del pontefice del Campano derivano inoltre le iscrizioni dorate su campo azzurro (tituli in prosa) che corredano le varie storie. La quinta scena del ciclo è una delle più note del ciclo: raffigura l’incontro, favoreggiato dal pontefice, tra l’imperatore Federico III ed Eleonora d’Aragona, avvenuto il 24 febbraio 1452, nei pressi di Porta Camollia (sullo sfondo una vista della città e della cattedrale). I protagonisti della storia sono effigiati al centro del riquadro – Enea Silvio pronubo – disposti secondo uno schema iconografico ispirato allo Sposalizio della Vergine. Pinturicchio si sofferma, in particolare, sulla rappresentazione di stoffe, ornamenti, gioielli indossati dai personaggi riunitisi introno agli augusti futuri sposi. Nella scena con la Canonizzazione di santa Caterina da Siena, tra il pubblico degli ordini religiosi, in basso a sinistra, spiccano le due figure in cui da tempo si riconoscono il giovane Raffaello (con le calze rosse), che avrebbe collaborato con Bernardino di Betto alla esecuzione degli affreschi della Libreria, e il Pinturicchio stesso (con il berretto rosso). Al centro della biblioteca si ammira il marmoreo gruppo delle Tre Grazie (copia di epoca romana da originale ellenistico), che Francesco Tedeschini acquisisce a Roma dal cardinale Prospero Colonna. Il pavimento ottocentesco è formato da ambrogette romboidali realizzate dalla manifattura Ginori, che sostituiscono quelle originali di forma triangolare e dimensioni minori, in parte conservate nei Depositi del Museo dell’Opera, in parte disperse in vari musei. Intorno, sotto gli affreschi, nelle vetrine disposte alle pareti, si conservano magnifici codici (Graduali e Antifonari). Si tratta di una collezione assai rappresentativa per la storia della miniatura italiana del XV secolo. Al di là degli artisti senesi, le pagine più preziose sono quelle decorate da Girolamo da Cremona e Liberale da Verona, celebri artisti chiamati, alla fine degli anni Sessanta, dal nord, per l’esecuzione di tali miniature.

Carlo Franza

 

Tag: , , , , , , , , , , , , ,