Diventato famoso con lo pseudonimo di Tom of Finland, Touko Laaksonen (1920-1991) è forse l’artista finlandese più famoso e influente del XX secolo. Per il centenario di “Tom of Finland”, la Galerie Judin  di Berlino dedica una mostra museale con più di 60 prestiti – molti dei quali in mostra per la prima volta – e un catalogo completo della mostra (pubblicato da Skira nell’inverno 2020) a questi anni di formazione tedesca.

La sua rappresentazione iconica dell’omosessualità orgogliosa e affermativa della vita ha fornito impulsi decisivi per i movimenti gay internazionali dagli anni ’60 in poi. Ma anche se associamo istintivamente i suoi ritratti sensuali di poliziotti, cowboy, agricoltori e uomini in pelle nera sicuri di sé e spensierati con gli Stati Uniti, il campo base per l’ascesa stellare di Tom allo status di icona gay non si trovava né nella sua nativa Finlandia né negli Stati Uniti. Fu, tra tutti i posti, Amburgo e gli stretti legami che Tom aveva formato con gli esponenti della scena gay locale nei primi anni ’70 che portarono alla sua prima mostra in assoluto, un bar adornato con le sue opere e intitolato a lui,due grandi murales e la formazione della più importante collezione privata della sua opera. Commissioni regolari per progettare poster e annunci per eventi gay ad Amburgo gli hanno permesso di lanciare la sua carriera artistica dopo aver lasciato il suo lavoro quotidiano come dirigente pubblicitario. E anche il suo primo viaggio negli Stati Uniti è stato programmato lì. Ad Amburgo e da Amburgo, i disegni di Tom – che erano stati ampiamente considerati come mero materiale di riproduzione – iniziarono la loro marcia trionfale intorno al globo come opere d’arte. Se oggi comprendiamo Tom of Finland come un artista piuttosto che come un illustratore commerciale con un debole per la pornografia, allora anche questo apprezzamento è Fatto in Germania. È l’artista finlandese più famoso e influente del XX secolo. Il peso delle sue opere sulla cultura gay – e non solo sulla sottocultura leather – è finalmente riconosciuto anche dai musei e ora un nuovo libro riporta l’attenzione sulla sua vita e sul suo lavoro di illustratore. Stiamo parlando di Touko Laaksonen, meglio noto come Tom of Finland (1920-1991). Il centenario dalla sua nascita è diventato  occasione di riscoperta della sua parabola artistica e di quell’iconica rappresentazione di una sessualità sicura di sé che ha dato impulsi decisivi ai movimenti gay internazionali dagli anni ‘60 in poi. “Tom Of Finland, Made in Germany”, pubblicato in edizione bilingue inglese-tedesco, include circa 150 illustrazioni e testi approfonditi di Juerg Judin, Pay Matthis Karstens, Kati Mustola e Alice Delage, conversazioni con Durk Dehner e Michael P. Hartleben e un facsimile del diario di viaggio tedesco dell’artista del 1955. Inoltre affronta in modo sintetico e scorrevole il mondo del disegnatore mostrando come sia più variegato e complesso di quanto possa sembrare a prima vista. Touko Valio Laaksonen, questo il suo nome completo, nacque l’8 maggio 1920 a Kaarina, una piccola città nel sud-ovest della Finlandia. All’età di 19 anni si trasferì nella capitale Helsinki per studiare pubblicità, poi sua professione  fino all’inizio degli anni ’70. Le esperienze vissute da Touko come ufficiale dell’esercito durante la seconda guerra mondiale influirono sulla sua alchimia creativa, estremizzando  in lui una passione feticista per le uniformi, avulsa da qualsivoglia valenza politica ma connessa costituzionalmente al suo senso estetico; le prediligeva semplicemente perché “Un uomo completamente vestito è più erotico di uno nudo”, come racconta il film Tom of Finland del regista Dome Karukoski.

La prima illustrazione di Tom of Finland apparve sulla copertina di Physique Pictorial nel 1957, si  vedeva la presenza di due boscaioli tronfi e gaudenti, di cui quello in primo piano mezzo nudo. L’editore di quella rivista era il fotografo Bob Mizer che, entusiasmato dalle illustrazioni di Touko, decise di soprannominarlo “Tom of Finland”, nome più adatto a un artista. “Tom of Finland carica nuovamente di erotismo il modello estetico maschile che dall’Ottocento fino al Nazismo era stato depurato dalle sue connotazioni omoerotiche. I classici emblemi della virilità, il taglialegna, il marinaio, il poliziotto, il motociclista, vengono defunzionalizzati e caricati di un altissimo voltaggio erotico. Questo processo di erotizzazione e mascolinizzazione giunge ad un livello tale da rendere tali stereotipi virili delle parodie”. Così leggiamo nel  saggio “Il Nudo maschile nella fotografia e nella moda” (Odoya Edizioni,  2019) del giovane autore Leonardo Iuffrida. Contrariamente a quello che potremmo immaginare, l’ascesa di Tom of Finland non ha avuto luogo né nella sua nativa Finlandia né negli USA. È stata invece la città di Amburgo, e l’amicizia con i principali esponenti della scena gay locale nei primi anni ‘70, a rendere possibile la sua prima mostra. Il leggendario murale “Tom’s Bar”, dedicatogli, è tuttora visibile. Le commissioni regolari per progettare poster e annunci per eventi gay ad Amburgo gli hanno permesso di avviare la sua carriera artistica dopo aver lasciato il suo lavoro quotidiano come dirigente pubblicitario e hanno portato alla creazione della più vasta collezione privata di suoi disegni fino a oggi.

La rappresentazione iper-sessualizzata degli stereotipi virili per Tom of Finland non è soltanto uno statement controculturale. Né un facile accesso alla pornografia d’artista, ma è un escamotage colto ed esplosivo per aggirare la censura. La sua tavolozza predilige il bianco e nero e la cifra della sua arte risiede nella dominazione. Quella fisica tra i soggetti ritratti e quella metaforica dell’occhio dell’osservatore, letteralmente soggiogato dalla visione di corpi ipertrofici e membri enormi. Usando varie tecniche ci ha lasciato quasi 3500 lavori, di cui i più famosi sono quelli a matita o inchiostro e penna. Di recente si sta scoprendo che la sua opera completa presenta aspetti non ancora pienamente valutati, ovvero  la fotografia, i moodboard, gli schizzi preliminari. Il mondo sembra aver iniziato a riconoscere la valenza dei suoi lavori solo di recente. Due mostre in Europa, ad esempio, per celebrare il centenario della nascita. A Londra “Love & Liberation”, di cui in rete c’è una presentazione video condotta da Durk Dehner, suo compagno, co-fondatore e presidente della Tom of Finland of Foundation. A Tallin presso il centro museale Fotografiska: “The Darkroom”. Le poste finlandesi gli hanno dedicato un’emissione di francobolli e a teatro è andato in scena un musical con il suo nome. Il merchandising sul sito  tomoffinlandstore.com spazia dai sex toys al tessile da casa, dalla vodka al caffè, al profumo, alle carte da gioco, ai preservativi ecc.

Touko Valio Laaksonen, conosciuto con il nome d’arte Tom of Finland (Kaarina, 8 maggio 1920Helsinki, 7 novembre 1991), è stato un disegnatore e illustratore finlandese, noto per le sue illustrazioni omoerotiche che hanno influenzato la cultura gay del ventesimo secolo. Nel corso di quattro decenni ha realizzato oltre 3.500 illustrazioni caratterizzate da una forte sessualità, in cui vengono raffigurati uomini muscolosi con peni di grosse dimensioni. Nato in Finlandia, figlio di due insegnanti che hanno assecondato la sua predisposizione per il disegno, Touko Laaksonen cresce sotto varie influenze artistiche, appassionato alla musica e alla letteratura. È consapevole della propria diversità, in una Finlandia rurale a stragrande maggioranza composta da contadini e boscaioli; queste figure dalla spiccata virilità influenzeranno le sue future opere.  Nel 1939 si trasferisce a Helsinki per frequentare una scuola per pubblicitari, ma nel settembre del 1939 dopo che Hitler invade la Polonia, si scatena la seconda guerra mondiale; Laaksonen è arruolato nell’esercito finlandese e coinvolto nella guerra d’inverno con l’URSS. In quel periodo la città, ma soprattutto il porto, era un via vai di figure che turbavano Laaksonen: marinai, operai, ufficiali. Dopo la guerra Laaksonen lavora nel settore della pubblicità commerciale come artista grafico, ed inizia a creare disegni erotici per il proprio piacere personale; si diploma in pianoforte presso il Sibelius Institute. Agli inizi degli anni cinquanta frequenta la società bohémien di Helsinki, esibendosi al pianoforte nelle feste più esclusive, e inizia a viaggiare venendo a contatto con la cultura delle capitali europee. Nel 1956 invia alcuni suoi disegni omoerotici alla rivista statunitense dedicata al corpo maschile Physique Pictorial, presentando i suoi lavori dietro lo pseudonimo di Tom – in seguito l’editore della rivista gli cambiò il nome in Tom of Finland. I suoi lavori erano talmente apprezzati dall’editore che nel 1957 uno di questi finì in copertina. Ma la sua arte catturò l’attenzione, soprattutto della comunità gay, solo all’inizio degli anni settanta. I suoi lavori erano noti per focalizzarsi sugli archetipi della mascolinità come la intendevano i gay allora: boscaioli, operai, motociclisti, poliziotti e uomini vestiti in pelle.  Agli inizi degli anni settanta tiene le sue prime mostre; nel 1973 le sue opere sono esposte ad Amburgo, e nel 1978 tiene le sue prime mostre negli Stati Uniti, Los Angeles e San Francisco. L’artista conosce il successo, grazie all’incontro con l’uomo d’affari canadese Durk Deher; nel 1979 i due fondano la Tom of Finland Foundation che si occupa della raccolta, della conservazione e della divulgazione di opere d’arte omoerotiche. Alla fine degli anni novanta la società ha introdotto una linea di moda, sulla base delle opere di Laaksonen, che copre una vasta gamma di prodotti, oltre al caratteristico taglio jeans e giacca dei suoi disegni. Nel 1981, a causa di un cancro alla gola, muore Veli, suo compagno da 28 anni: si erano conosciuti nel 1953. Nel 1988 all’artista è diagnosticata una grave forma di enfisema polmonare; la malattia influenzò il suo modo di disegnare e sperimentò nuove tecniche per nascondere il tremore alle mani. Touko Laaksonen morì il 7 novembre 1991. Con i suoi disegni contribuì a cambiare lo stereotipo dell’omosessuale, da sempre visto come effeminato, proponendo i suoi uomini virili e orgogliosi, felici di essere gay e felici della loro elefantiaca mascolinità.  Il 14 aprile 2014 le Itella Posti (Poste Finlandesi) hanno annunciato l’emissione di tre francobolli con sue illustrazioni. Il videoclip del singolo I Want U di DJ Hell, pubblicato nel 2016, è stato realizzato interamente con opere di Tom of Finland. Nel 2017 è uscito nelle sale finlandesi il film biografico Tom of Finland diretto da Dome Karukoski.

La Galerie Judin, che ha sede a Berlino dal 2008, è stata fondata a Zurigo nel 2003. La sua prima mostra, Barry Le Va — A Survey of Drawings 1966-2003 & Two New Sculpturesha dimostrato di essere esemplare per gli interessi e le intenzioni di Juerg Judin: una visione contemporanea di opere sottovalutate nella storia dell’arte recente, mostre elaborate e pubblicazioni attentamente ricercate, un programma in cui l’arte contemporanea riesce a tenere testa a grandi nomi dell’arte del ventesimo secolo – e una concentrazione sui media “tradizionali” di pittura, disegno e scultura. In particolare le opere su carta, grande passione di Judin come collezionista, hanno sempre avuto molto spazio: mostre dal carattere retrospettivo sono state dedicate al disegno di Richard Artschwager, Carroll Dunham ed Eugen Schönebeck, solo per citarne alcuni. Tra i pittori più giovani rappresentati dalla galleria, il figurativismo può essere identificato come elemento unificante.Questo filo conduttore che attraversa il programma resiste alla tendenza dei tempi tanto quanto alla rinuncia della galleria alla partecipazione alle fiere. Dal 2008 al 2013 una partnership con il gallerista newyorkese David Nolan ha consentito mostre molto acclamate comeGeorge Grosz — The Years in America e Martin Kippenberger — The Complete Poster Portfolios. Dal 2016 Judin gestisce la galleria insieme allo storico dell’arte Pay Matthis Karstens. Da questa collaborazione sono emersi due ambiziosi progetti a lungo termine: la compilazione del catalogo ragionato per Eugen Schönebeck e Michael Buthe, scomparso nel 1994. La pubblicazione dei primi volumi di entrambi i cataloghi ragionati è prevista per il 2020.

Carlo Franza

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