La mostra indaga il processo creativo di uno degli architetti più originali del panorama contemporaneo

internazionale, attraverso l’esposizione di opere di architettura, pittura e scultura. A Juan Navarro Baldeweg, la Fondazione Brescia Musei ha commissionato la realizzazione del nuovo allestimento del Capitolium che accoglierà la Vittoria Alata, la straordinaria statua che a novembre 2020 è tornata  in città dopo un restauro durato due anni. Fino  al 5 aprile 2021, il Museo di Santa Giulia ospita la retrospettiva dedicata a Juan Navarro Baldeweg (Santander, Spagna, 1939), uno degli architetti più originali del panorama contemporaneo internazionale.

L’iniziativa rientra nel programma delle celebrazioni per la restituzione alla città di Brescia della Vittoria Alata, la scultura romana che, dopo un attento restauro durato due anni presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, a novembre 2020 è ritornata  in città e collocata nella cella orientale del Capitolium, riallestita proprio su progetto dell’architetto spagnolo.La mostra, curata da Pierre-Alain Croset, organizzata dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, col patrocinio dell’Ambasciata di Spagna a Roma e dell’Ordine degli architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia, presenterà una serie di opere – modelli e disegni dei suoi progetti più importanti, grandi tele e sculture – che ripercorre la poliedrica carriera di Navarro Baldeweg, come architetto, pittore e scultore, e che consente di cogliere le interazioni e le connessioni tra le varie arti.

«La presenza a Santa Giulia dei lavori di Juan Navarro Baldeweg – sottolinea Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei – ci consente di comprendere pienamente il valore del coinvolgimento di un grande e visionario architetto nel nostro programma di riqualificazione del Capitolium. È suo il riallestimento della cella orientale del tempio capitolino che ospiterà la Vittoria Alata. La mostra Juan Navarro Baldeweg testimonia la poetica del maestro spagnolo che i visitatori del nuovo Capitolium troveranno espressa nell’allestimento sintesi di una vita alla ricerca di costanti punti di equilibrio tra luce e spazio».

Dalle parole della Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Brescia Laura Castelletti: «La città conosce ormai l’importanza dei palinsesti. Con questo evento espositivo entranel vivo il progetto Vittoria Alata Brescia 2020, pilastro portante di una programmazione culturale diffusa intorno alle grandi mostre di Santa Giulia, accompagnandoci per tutto il 2021, in una collana di appuntamenti che vogliono rendere manifesto il ruolo dell’arte nello sviluppo della cittadinanza. La Vittoria Alata è anche questo, per i valori che incarna e per la passione civile che manifesta unendo tutti i bresciani».

Aggiunge Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei: “Ci sono momenti straordinari che ogni tanto capitano magicamente. Occasioni in cui le congiunzioni di passioni e coraggio civico riescono a trovare sintesi in un grande raggiungimento monumentale. È questo il caso del nuovo Capitolium affidato a Juan Navarro Baldeweg. Questa mostra, che presenta l’intero percorso artistico del grande architetto spagnolo, consente di vivere appieno a tutti i visitatori, in una sorta di ellissi temporale, oltre sessanta anni di visionaria trasformazione delle idee in progetti. È questo che rende questa mostra memorabile e parte della sua memorabilità sta nel momento in cui essa è allestita: a due mesi dal ritorno della nostra meravigliosa Vittoria Alata, a cui il grande Juan Navarro Baldeweg dedicherà il più recente dei suoi progetti”.

Conclude il Sindaco del Comune di Brescia Emilio Del Bono: “In questo tempo di rinascita delle arti, seguito alla terribile pandemia, conosciamo un nuovo momento di trasformazione del patrimonio monumentale e cittadino. La scelta di un progettista anticonformista e contemporaneo, per allestire la cella della nostra amata Vittoria, persegue l’obiettivo di rifondare l’identità cittadina includendo anche la cultura tra i grandi attributi della città di Brescia. E altrettanto, in questo solco programmatico ed editoriale, l’allestimento della più completa mostra di Juan Navarro Baldeweg, per avvicinare a due mesi dal ritorno della Vittoria i cittadini e il pubblico della cultura nazionale e internazionale al linguaggio che si ritroverà meravigliosamente sintetizzato nel nuovo allestimento del Capitoulium”.

Il percorso espositivo si snoda, all’interno del Museo di Santa Giulia, in tre luoghi particolarmente suggestivi: il Coro delle Monache, la Basilica di San Salvatore e la sottostante Cripta. Nel Coro delle Monache, nella sezione Immagini del fare e dei modi del fare, si trova un grande polittico bifacciale con sei quadri su ciascun lato, che documenterà processi espressivi manuali e forme elementari di manipolazione. La Basilica longobarda di San Salvatore accoglie la sezione Metafore dell’orizzonte e della natura (luce, gravità, il corpo e i processi) dove sono esposti i suoi lavori plastici sul tema dell’equilibrio e della gravità, a fianco di opere che indagano il tema della luce zenitale, l’appropriazione organica dello spazio. Qui il visitatore può seguire la ricerca dell’architetto, molto personale, libera, tesa a stabilire una relazione diretta con gli elementi primi dello spazio costruito, quali l’orizzonte, la luce, la materia.

Nella Cripta, che ospita la sezione Una casa dentro un’altra casa, sono esposti modelli e disegni dei più importanti progetti di Navarro Baldeweg, tra i quali il Palazzo dei Congressi di Salamanca, il Museo delle Grotte di Altamira, il Teatro del Canal a Madrid e la Biblioteca Hertziana a Roma. I plastici, in questo spazio di ridotte dimensione, daranno forma a una città in miniatura.

Nel poliedrico lavoro di Navarro Baldeweg, emerge con chiarezza la connessione e il dialogo tra le varie arti e ritornano temi e obiettivi comuni che si intrecciano negli spazi costruiti, nelle sculture e nei grandi quadri. Appare forte il desiderio di ridurre la complessa realtà in fenomeni essenziali e di rendere visibile l’invisibile. Nelle sue installazioni sono da ricercare gli spunti, ma anche gli esiti della ricerca architettonica. Il presupposto concettuale si trasforma nella sua architettura in spazi raffinati e complessi, definiti dalla peculiarità dei materiali utilizzati, dalla loro reazione alla luce e dal rapporto con quello che sta loro attorno.

Così dichiara il curatore della mostra Pierre-Alain Croset: “In un’epoca che premia sempre di più la specializzazione, è diventato sempre più raro incontrare architetti che fondano il loro lavoro su una pratica artistica a tutto campo, come avveniva nel Rinascimento, e come solo pochissimi architetti hanno saputo fare in epoca contemporanea. La mostra bresciana evidenzia la straordinaria coerenza e continuità dell’opera di Navarro Baldeweg, insieme architettonica ed artistica, ma anche la sua capacità rara di saper dialogare con le preesistenze storiche. Per la prima volta è stata offerta a Juan Navarro l’occasione di concepire una mostra antologica in spazi riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Umanità, e possiamo quindi interpretare la mostra come un’installazione site specific di frammenti in dialogo con lo straordinario palinsesto architettonico di Santa Giulia”. La mostra può  essere visitata con l’accompagnamento dello stesso curatore nell’audioguida disponibile gratuitamente in lingua italiana, inglese e francese sul sito vittorialatabrescia.it. Durante il periodo della rassegna, Juan Navarro Baldeweg ha tenuto  una serie di lectiomagistralis: venerdì 18 settembre 2020 al Politecnico di Milano, in occasione di Milano

Arch Week; sabato 19 settembre 2020 a Brescia, nella sede dell’Ordine degli Architetti; mercoledì 14 ottobre 2020  al Museo Palladio di Vicenza; giovedì 5 novembre 2020, allo IUAV di Venezia. Accompagna il progetto dell’evento-mostra una pubblicazione Skira che include le fotografie della mostra in ragione della specifica natura installativa dell’esposizione in costante dialogo con l’architettura di San Salvatore e del Coro delle Monache.


Juan Navarro Baldeweg
, architetto-artista, nato a Santander nel 1939, ha studiato presso la Escuela de Bellas Artes di San Fernando e presso la Escuela Técnica Superior de Arquitectura di Madrid. Dal 1977 Navarro Baldeweg è professore di progettazione alla Escuela Técnica Superior de Arquitectura di Madrid; è stato inoltre visiting professor in numerosi atenei internazionali, fra cui l’Università di architettura di Philadelphia-Pennsylvania nel 1987, l’Università di Yale-Connecticut nel 1990, l’Università di Princeton-New Jersey nel 1992 e l’Università di Harvard-Massachusetts nel 1997. Numerosi i riconoscimenti attribuitigli nel corso degli anni. Fra i molti citiamo nel 1988 il primo premio per il Palazzo dei Congressi e Esposizioni di Cadice; nel 1992 il primo premio del concorso internazionale per il Centro Congressi a Salisburgo; nel 1993 il premio internazionale Architetture di Pietra di Verona per il Palazzo dei Congressi e Esposizioni a Salamanca; nel 1995 il primo premio per il progetto della Biblioteca Hertziana. Navarro Baldeweg è inoltre stato eletto Accademico della Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando di Madrid nel 2000, mentre l’anno successivo viene nominato honorary fellow dell’American Institute of Architects. A partire dalla metà degli anni ’70 Juan Navarro Baldeweg ha realizzato oggetti, sculture, opere d’arte, motivato dalla volontà di lavorare con le variabili fisiche della luce, della gravità e del corpo. Questa attività si è sviluppata parallelamente a quella di architetto, in maniera continua nel tempo. Le prime opere relative alla gravità come La colonna e il peso oppure La ruota e il peso sono datate 1973 e 1974. In questo periodo emerge però anche l’interesse per la luce naturale e le sue manifestazioni in architettura e nello spazio in generale.

Pierre-Alain Croset, architetto, è Professore ordinario di Composizione Architettonica e Urbana al Politecnico di Milano. Dopo la Laurea in architettura al Politecnico di Losanna nel 1982, diventa assistente di Vittorio Gregotti alla direzione della rivista internazionale di architettura “Casabella” dal 1982 al 1996, pubblicando numerosi scritti sull’architettura moderna e contemporanea. Dal 1985 al 1993 ha collaborato con Luigi Snozzi al Politecnico di Losanna e nello studio di Locarno. Dopo esser stato professore invitato alla Columbia University (New York) nel 1994, vince la cattedra di Professore ordinario di Architettura alla Technische Universität di Graz, dove fu Preside della Facoltà di Architettura dal 2001 al 2002. Nel 2002, diventa professore ordinario di progettazione architettonica al Politecnico di Torino, mentre dal 2015 al 2018 ha insegnato e diretto il Dipartimento di Architettura della Xi’an Jiatong-Liverpool University a Suzhou (Cina).

Carlo Franza

 

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