Incastonata tra i Monti Cimini, Caprarola gode dell’affaccio sul bacino di origine vulcanica, il lago di Vico e dell’aria pura della faggeta vetusta. La Tuscia è la  zona rinomata per la produzione della nocciola gentile e delle castagne nei boschi secolari.  Il palazzo Farnese di Caprarola, legato alla famiglia tra le più importanti del Rinascimento italiano,  i Farnese,  fu costruito in pianta pentagonale su una base che avrebbe dovuto ospitare una fortezza, con  gli imponenti bastioni. Ingentilita in tempi di costruzione, la villa Farnese situata in provincia di Viterbo, nel Lazio, rappresenta uno dei più alti esempi di palazzo rinascimentale. Caprarola, famoso per le nocciole, è celebre nel mondo grazie al Palazzo Farnese (conosciuto anche come Villa Farnese), il pentagono della Tuscia. Una delle bellezze più rinomate e visitate della Tuscia, insieme a Civita di Bagnoregio. Il Palazzo, che si erge sulla parte più alta del borgo, venne concepito come fortezza dal cardinale Alessandro Farnese senior (il futuro papa Paolo III), che commissionò il progetto all’architetto Antonio da Sangallo il Giovane, ma i lavori si fermarono perché il cardinale divenne papa Paolo III. Dopo 25 anni ripresero e portarono a compimento questo gioiello.  E a riprogettare l’opera non fu una persona qualsiasi, ma Jacopo Barozzi, meglio conosciuto come il Vignola. Ogni angolo di questo luogo è pieno di meraviglie affrescate, al suo interno tra le altre, la scala elicoidale, lasala del mappamondo, all’esterno la casina del piacere, i giardini all’italiana ornati con fontane, giochi d’acqua, sculture, labirinti di bosso. La sala del Mappamondo è una delle meraviglie custodite tra le possenti mura del palazzo Farnese. Sulle pareti affrescate è raffigurato il mondo conosciuto alla metà del XVI secolo. Le carte geografiche rappresentano un omaggio alle conoscenze geografiche e astronomiche dell’epoca, capolavoro del pittore Giovanni Antonio da Varese. L’autore dell’affresco che ritrae la volta celeste dell’emisfero boreale con lo zodiaco è ancor oggi incerta. Sopra le porte e le finestre della sala del Mappamondo sono poi raffigurati i navigatori più famosi del tempo, da Amerigo Vespucci a Cristoforo Colombo, da Ferdinando Magellano a Marco Polo. Il palazzo Farnese di Caprarola (1560) fu costruito in pianta pentagonale su una base che avrebbe dovuto ospitare una fortezza. Il complesso del palazzo Farnese fu ideato dall’Architetto Jacopo Barozzi da Vignola su commissione del Cardinale Alessandro Farnese. All’interno del Palazzo Farnese oltre a Giovanni Antonio da Varese si trovano opere dei fratelli Zuccari, Tempesta, del Bertoja. Tutti narrano i fasti della famiglia che ha commissionato la realizzazione del Palazzo e che ha dato i natali a Paolo III della famiglia Farnese. Il Palazzo è un omaggio all’operato di Paolo III, perché  tutto l’apparato mitologico è  alla base delle imprese più importanti,  a parte il  Concilio di Trento aperto proprio da Paolo III nel 1545. Attorno al 1584 vennero realizzati i ‘Giardini grandi di sopra’, con piante e fiori, seguendo il pendio della collina, in un percorso segnato da fontane con la ‘Casina del Piacere’ da sfondo. Nei giardini è possibile ammirare la ‘Fontana del Bicchiere’ o ‘Fontana dei Giganti’ o ‘Fontana dei Fiumi’, i due Giganti sono le personificazioni di due fiumi, l’Arno e il  Tevere. I giardini all’italiana sono un vanto per il Centro Italia insieme al Parco e al boschetto che si trova alle spalle della Villa, che da soli valgono la pena di farvi visitare Palazzo Farnese. Tra fontane, giochi d’acqua e sentieri nel bosco ci avviciniamo alla Palazzina del Piacere. Questa fu abitata da personaggi incredibili: come Carlo d’Inghilterra nel 1995 e Luigi Einaudi tra il 1948 e il 1955. Oltre i giardini circondati da alte statue, è presente la ‘Casina del Piacere’ dimora segreta e intima del Cardinale Alessandro Farnese. Questa speciale palazzina è nota anche per essere stata la residenza estiva del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Palazzo Farnese era così bello che a metà degli anni ’20 fu raggiunta, insieme a Villa Lante a Bagnaia a Viterbo, dalla fotografa Frances Benjamin Johnston, una delle prime donne fotografe e fotogiornaliste della storia. Gli scatti sono conservati presso la Library of Congress di Washington.

Carlo Franza

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