Occorre riandare al 21 gennaio 2014 quando taluni cittadini della zona 1 a Milano  pensarono alla bella idea che “in centro serve una moschea”,  poi  la  richiesta passò alla commissione Urbanistica a Palazzo Marino: “Una priorità”. Contrari a inserire la novità nel Piano dei servizi, la  Lega, Nuovo Centrodestra e Fratelli d’Italia, che promisero  battaglia. Tutto muoveva  dalla commissione Urbanistica del consiglio di Zona 1, che approvò un documento in cui indicava “le priorità sul piano dei servizi del Piano di governo del territorio”. “Con questo documento, Zona 1 coglie l’occasione per ribadire in materia di servizi al nostro territorio quelli che per noi sono temi prioritari e sempre più irrinunciabili”, disse allora Mattia Abdu Assessore PD all’urbanistica  al Municipio 1 e presidente della commissione Urbanistica Municipio 1 ( italiano con padre egiziano). L’allora sindaco di Milano Giuliano Pisapia  disse: “L’amministrazione è pronta a mettere a disposizione i terreni necessari. Poi, certo, occorre anche che la comunità religiosa eventualmente interessata abbia la volontà reale e anche la capacità economica di affrontare l’impresa. Io credo che nel 2015 un luogo di culto per i musulmani ci sarà, anche se non so se sarà una struttura provvisoria o se resterà nel tempo”.

Con il 2021 ecco presentato la riqualificazione dell’area limitrofa alla nuova stazione della metropolitana M4.  Il progetto è già stato condiviso e approvato dalla Soprintendenza. E dunque, dopo il Duomo con la piantumazione dei banani, ecco il Museo della Scienza e della Tecnologia. Il progetto di restyling di via San Vittore e dell’area intorno alla futura stazione della M4 di Sant’Ambrogio apre un altro capitolo nel processo di lenta invasione delle palme come elemento di decoro urbano nei luoghi simbolo della città. In realtà, il progetto in questione  destinato a far discutere è proprio quel doppio filare tropicale che accompagnerà i visitatori fino all’ingresso del “Leonardo da Vinci”.

E le palme? “Qualcuno è effettivamente rimasto un po’ perplesso, ma è comunque positivo che ci sia del verde”, dice Belgiojoso portavoce del comitato dei residenti  di Sant’Ambrogio. L’esponente di Forza Italia Alessandro De Chirico è più severo: “La palma non mi sembra un albero adatto al clima della nostra città. Penso sia il caso di prendere in considerazione un’alberatura che si sposi bene con il contesto, le cui radici non rischino di emergere squassando il pavé, e che offra refrigerio d’estate, posizionando poi delle panchine per rendere più fruibile la piazza ai residenti che lì intorno non hanno spazi verdi”.

Ed ecco le prime suggestioni riguardanti il modo in cui sarà realizzata in superficie la nuova uscita M4 della metropolitana di Sant’Ambrogio, in particolare come saranno ripensati; il fossato della pusterla, l’accesso e strutture necessarie, come il vano ascensore. Nel 2019 avevamo già potuto vedere alcune prime impressioni sul nuovo ingresso alla M4 da piazza Sant’Ambrogio, che vedeva trasformato il fossato ricreato circa novant’anni fa dopo il restauro della medievale pusterla. Va ricordato, infatti, che la Pusterla di Sant’Ambrogio venne rifatta nel 1939, liberandola dalle palazzine costruite a ridosso nel corso dei secoli, e ricostruendo la torre di sinistra, oltre a riaprire il doppio fornice.  La Sovrintendente Antonella Ranaldi aveva già approvato il primo progetto, considerata la delicatezza del sito, dicendo: “Uscendo dalla stazione l’ampia scalinata offrirà la veduta della basilica di Sant’Ambrogio, simbolo stesso della città, un po’ come avviene per il Duomo; sarà un’apparizione spettacolare. Il tutto si articolerà creando un nodo di percorrenza, dove acquista risalto l’accesso dalle Pusterle, ben restaurate da pochi anni. Abbiamo comunque evitato che ci fosse qui il volume dell’ascensore troppo interferente che è stato collocato in altra posizione”.

Le novità non si fermano alla superficie. È stato infatti rivisto anche il progetto della futura stazione Sant’Ambrogio, con l’indicazione di ricavare l’uscita all’interno del fossato posto sul lato Nord della Pusterla per valorizzare tutta l’area e in particolare lo spazio ipogeo sul retro. “Con la nuova uscita, questo luogo diventerà un collegamento con il sagrato della chiesa di Sant’Ambrogio, la piazza e la Cattolica”, sottolinea il Comune. Nel dettaglio, il progetto prevede la realizzazione di due aperture sui muri Nord e Ovest per creare il cunicolo di collegamento tra la M2 e la M4. L’uscita sarà protetta da una vetrata sorretta da un portale in metallo.

Mentre Federico Benassati, esponente di Forza Italia in Municipio 1, si esprime contrariato dalla scelta delle palme (“ben poco si sposano con il contesto urbano di Milano, come è già stato per piazza del Duomo”) ma più ancora al resto dell’idea: «Ciclabili in doppio senso di marcia, marciapiedi da cinque metri di larghezza, sedi stradali ristrette e palme davanti al Museo della Scienza. A risentire di questo progetto sarà la viabilità della zona che verrà strozzata. Le automobili non potranno più circolare, il traffico aumenterà notevolmente. Questa è anche una zona di passaggio per le ambulanze, data la presenza dell’ospedale San Giuseppe. In corsie così strette, i mezzi di soccorso faranno fatica a passare”. Da Palazzo Marino, il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale parla di “fissazione inspiegabile della giunta per le palme” e ribadisce che «ancora una volta rendiamo impossibile il passaggio delle automobili per fare piste ciclabili. Tra l’altro, un ciclista avveduto, anziché infilarsi nel traffico e nell’inquinamento che ci sarà in via San Vittore, preferirà percorrere le suggestive via De’ Togni e piazza Sant’Ambrogio: questo costituisce già un errore che è sfuggito a chi ha imbastito questo piano. Inoltre il restringimento in via San Vittore porterà a grossi problemi di viabilità, soprattutto per i mezzi di soccorso e le ambulanze dato che lì c’è pure un ospedale». Dalle foto  si può notare come dovrebbero venire piantate e posizionate le 30 palme in piazza San Vittore. Piazza che sinora è sempre stata priva di qualsiasi alberatura e alquanto spoglia. La pavimentazione prevista vede l’utilizzo della pietra di Luserna e cubetti in porfido posizionati in maniera regolare e non a ventaglio.

Molti residenti e molti cattolici di Milano  che hanno a cuore la Basilica di San Vittore  pensano – senza forse-  che qualcuno stia pensando a mettere  le mani avanti intanto con la piantumazione delle palme e successivamente a incardinare la Moschea  proprio in San Vittore.   Forse segno dei tempi ?  Perchè già in Duomo i milanesi si devono ombreggiare tra  banani e palme, per volontà di amministrazioni di sinistra.

Carlo Franza

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