Nella sua trentennale ricerca delle tracce tangibili insite nell’esperienza relazionale, che si snoda tra l’oggettività della comunicazione del suono musicale e la soggettività dell’individuo che decodifica e filtra quello stesso suono, Franco Mussida si è più volte imbattuto in assonanze dialoganti. Un dialogo armonico tra gli elementi del Codice Musicale e quelli di una comune struttura emotiva, che ciascuno declina in personali strutture affettive. Assonanze provocate dall’incontro-scontro tra sorgenti di energia emotiva provenienti da direzioni opposte (da fuori: la Musica; da dentro: l’organizzazione emotiva della persona). Per osservare gli effetti di quelle assonanze e per raccontarne il senso, Mussida ha creato un’apposita simbologia fatta di materiali, linee, ellissi, simboli di forza, numeri e suoni intervallati.

La mostra raccoglie e riassume il lavoro intrapreso da Mussida sul “Codice Musicale”, arricchito ora dalle tavole originali del suo libro più famoso: Il pianeta della Musica  [2019]. L’esposizione è un viaggio dentro questo codice, attraverso sculture, disegni, pitture e video, in una diffusa atmosfera sonora che profuma di cosmo. Un’occasione per osservare i princìpi generali di un codice primario (suddiviso in “Timbro”, “Ritmo”, “Melodia”, “Intervalli” e “Armonia”) che genera e fa vivere ogni tipo di forma e stile musicale. Un viatico, quindi, che racconta le forze emotive che operano nell’invisibile sonoro e gli effetti soggettivi da loro innescati nelle persone.

Tra le opere in mostra, particolarmente significativi sono i quattro disegni realizzati con matite colorate che rappresentano altrettanti modelli di strutture emotive. Sono gli stessi modelli usati da Mussida nelle carceri che ospitano i laboratori esperienziali di “ascolto emotivo consapevole”, luoghi che consentono ai detenuti di meditare sulle loro singole tendenze temperamentali e che offrono loro un tempo in cui possono sperimentare la differenza tra l’ascolto e il sentire; un tempo dedicato a comprendere meglio – attraverso la scoperta del proprio filtro musicale emotivo – non solo l’identità e la qualità del proprio carattere, ma anche il motivo per cui alcuni individui amano o detestano una certa Musica. Si tratta di laboratori sperimentali in luoghi di dolore e sofferenza psichica, che consentono tuttavia alla Musica di svolgere appieno il proprio ruolo: uscire cioè dal recinto dello spettacolo, dell’arte espressiva e performativa, per entrare nel futuro, quello che vede la Musica come strumento essenziale per le scienze umanistiche.

Mostrare l’invisibile emotivo della Musica, Codice e principi che governano ciò che trasforma il flusso musicale in emozioni, è il tema di questo mostra  e del  libro che l’accompagna. Un viaggio che lega un approccio scientifico antropologico, alla pura arte visiva; mostrando una visione altra della comunicazione musicale, del comune sentire Musica, dei processi di relazione sonora. Una monografia che raccoglie e presenta, ricerca e produzione di Franco Mussida nell’arte contemporanea. Sono le parole di Giacinto Di Pietrantonio a descrivere, nel suo testo critico a corredo, la poliedricità dell’artista Mussida, e il fil rouge che unisce la sua arte in campo musicale alle opere in campo visivo, pittorico e scultoreo: “[…] Anche per questo Mussida ha deciso da più di un decennio di portare avanti e davanti a noi la sua ricerca di artista visivo. Ma siccome l’essere è una tota­lità, egli lo fa non abbandonando l’esperienza musicale, ma dandole una forma visiva per meglio rafforzare il suo nocciolo poetico, che è quello di darci consapevolezza del mistero pluridimensionale che abbiamo dentro di noi per una “società amorevole e solidale.” Da lì nasce la necessità di dare una forma plastica e segnica ai suoni, alle note.  Una produzione, quella di Mussida, tesa a divulgare il più possibile, quindi anche attraverso il mezzo artistico visivo, la percezione di quanto la musica sia un linguaggio ancora tutto da scoprire. Di quanto il suono sia fondamentale per le nostre vite, in una società come quella contemporanea che sembra vivere di sole immagini”. Per Mussida l’arte, attraversole sue apposite simbologie visive, è un mezzo particolarmente indicatoa raccontare i princìpi di quello che lui stesso definisce Codice Musicale, quell’elemento emotivo primordiale da cui originano forme e stili musicali. Da decenni, infatti, Mussida indaga gli effetti emotivi del suono e della comunicazione musicale sulla persona. A riguardo dedica un intero comparto del CPM Music Institute, guidando ricerche e laboratori sperimentali in comunità e istituti carcerari. Lavori dai quali scaturiscono progetti come CO2 (audioteche di sola Musica strumentale per l’ascolto emotivo consapevole divise per stati d’animo installate in 12 carceri) e il recentissimo Swimmer – Nuotare nel mondo delle emozioni (per il carcere minorile Beccaria di Milano) che offre ai giovani detenuti in difficoltà il sostegno di un diverso modo di “sentire” musica, mettendoli in grado di assimilarel’energia vitale socializzante racchiusa nel suo linguaggio non verbale. Mussida vede un futuro in cui la Musica possa andare oltre la sola dimensione di intrattenimento e performance, per diventare un concreto strumento di una nuova didattica umanistica etornare alla sua originale dimensione di bene comune.  Sottolinea Martina Corgnati nel suo testo critico: “[…] Egli intende l’arte, tutta l’arte, con spirito di servizio; ritiene che dovere della persona creativa sia di promuovere consapevolezza, di collaborare a riaprire la porta verso quel possibile vuoto interiore a partire dal quale sia di nuovo possibile tornare ad ascoltare e ad ascoltarsi”.

 

Franco Mussida (Milano, 1947) è musicista, compositore, didatta, filosofo-ricercatore, membro fondatore della PFM – Premiata Forneria Marconi con la quale realizza decine di album, scrivendo molti dei successi nazionali e internazionali del gruppo, tra i quali Impressioni di settembre.Si allontana dal gruppo nel 1984 per fondare il CPM Music Institute (oggi parte attiva del MIUR), che inaugura e promuove la formazione Pop in Italia. Affascinato fin da giovane dalla comunicazione non verbale legata al mondo del suono e della musica, in età adulta promuove, sulla relazione suono-emozione, specifiche ricerche ormai più che trentennali.  Scrive libri e trattati tra cui La Musica Ignorata(Skira, 2013) e Il Pianeta della Musica (Salani, 2019). Sul tema èanche relatore di tesi universitarie. Ha collaborato con l’Università di Pavia, l’Università Cattolica di Milano e l’Università IULM.Nel 2012 inizia a declinare i suoi studi orientandoli verso l’arte contemporanea. Tra il 2013 e il 2020 progetta e realizza 10 tra mostre esperienziali, installazioni momentanee e permanenti in luoghi museali come la Fortezza Dabbasso di Firenze, la Triennale di Milano, i Musei di Stato di San Marino, MAC di Lissone (MB). Ora il MAC di Lissone ospita l’antologica: “Il mistero che trasforma la musica in emozioni” visitabile  fino all’ 11 aprile 2021.

Carlo Franza

 

 

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