Le potenzialità creative della fotografia non sono mai state esplorate così intensamente come nella prima metà del XX secolo. Non solo i

fotografi, ma anche molti artisti figurativi, sia in Europa sia negli Stati Uniti, hanno sperimentato le possibilità di questo medium di recente invenzione e hanno ideato e sviluppato tecniche e metodi che ancora oggi costituiscono le basi per le più recenti tendenze della fotografia. Ciò non vale solo per l’impiego della fotografia nel giornalismo, in architettura, nella moda e in pubblicità: l’utilizzo di elementi fotografici nelle arti figurative ha conosciuto una straordinaria diffusione proprio in questi decenni.

La selezione di oltre duecento fotografie della collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art di New York che il MASI espone per la prima volta in Europa, offre una visione senza uguali di questo sviluppo. Tra il 1977 e il 1997 il collezionista Thomas Walther ha raccolto le migliori

stampe d’epoca ancora esistenti dei più importanti esponenti dei movimenti modernisti

così come una sorprendente selezione di immagini di professionisti meno conosciuti attivi prima della seconda guerra mondiale, riunendole in una collezione unica al mondo che il MoMA ha potuto acquisire nel 2001 e nel 2017.

 Scattate in città, in campagna, in studio oppure realizzate per le esposizioni storicamente più significative o per pubblicazioni d’avanguardia, queste opere hanno un unico comune denominatore: le radicali innovazioni con le quali i più importanti fotografi del tempo hanno definito e esplorato le loro visioni moderniste. Accanto a immagini iconiche di fotografi americani come Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Paul Strand, Walker Evans o Edward Weston e europei come Karl Blossfeldt, Brassaï, Henri Cartier-Bresson, André Kertész e August Sander, la Collezione Walther valorizza in particolare il ruolo centrale delle donne nella prima fotografia moderna con opere di Berenice Abbott, Marianne Breslauer, Claude Cahun, Lore Feininger, Florence Henri, Irene Hoffmann, Lotte Jacobi, Lee Miller, Tina Modotti, Germaine Krull, Lucia Moholy e molte altre. L’esposizione presenta inoltre capolavori della fotografia del Bauhaus (El Lissitzky, Lucia Moholy, László Moholy-Nagy) del costruttivismo (Aleksandr Rodchenko, El Lissitzky) e del surrealismo (Man Ray, Maurice Tabard, Raoul Ubac) e più di cento opere di altri rappresentanti delle avanguardie fotografiche evidenziando come la fotografia abbia conquistato la propria posizione centrale nel campo delle arti visive.

Una mostra storica di così alto livello  per la fotografia non si vedeva da tempo, ora averla a Lugano lascia capire come l’Europa possa guardare al miracolo  dei più importanti fotografi del mondo che hanno con radicali innovazioni campionato il mondo, la realtà, la storia, la fantasia, la creatività di  ciò che si voleva selezionare e fotografare.

 Carlo Franza

 

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