Nello Storico Ex Studio di Piero Manzoni in Via Fiori Chiari 16 a Milano, oggi Studio Zecchillo, spazio significativo che segnò la ricerca  e  i nuovi svolgimenti dell’arte nel  secondo  dopoguerra,  per il  progetto dal titolo “BELVEDERE(Prima edizione 2018-2019-2020-2021), percorso artistico internazionale, al via la  mostra dal titolo “Archetipi dell’immaginario”  di Enrico Pezzoli,  nuova star dell’Arte Digitale.

All’inaugurazione una alternanza vivace di personaggi della comunicazione  e dell’arte internazionale, unitamente a molti docenti dell’Accademia di Brera ed alunni della stessa proveniente da più nazioni del mondo, specie da paesi asiatici. Per molti l’artista è stato una sorpresa e più ancora le opere, avveniristiche e iperfuturiste. Ma veniamo alla lettura delle stesse, la cui tecnica è veramente specialistica.  La causalità è solo un principio, e la psicologia non può venir esaurita soltanto con metodi causali, perché lo spirito vive ugualmente di fini”, ciò lo affermava Carl Gustav Jung. La creatività è l’epifania dello spirito. Connessione e sincronicità tra spirito e creatività. Lo spirito creativo libera le idee. E’ quanto avvenuto con il recente capitolo del giovane artista bolognese Enrico Pezzoli. Con lui siamo agli archetipi dell’immaginario. Sincronicità è il termine introdotto per la prima volta da Carl Gustav Jung nel 1950 per descrivere una connessione fra due o più eventi diversi che avvengono in modo sincrono, cioè nello stesso tempo, e tra i quali non vi è una relazione di causa-effetto ma una evidente comunanza di significato. James Hillman, allievo di Jung, porta a un’evoluzione ulteriore la teoria degli archetipi, andando a delineare una psicologia archetipica che si stacca dalla terapia stretta, ma va a collegarsi con le forme culturali e immaginative dell’arte, della poesia, della mitologia, della narrativa. Gli archetipi sono considerati nella loro manifestazione fenomenica, nel percorso  che  ciascuno  compie  dentro  la  propria  anima.  Se di guarigione si può parlare, essa  arriva  attraverso  il riconoscimento  di  quegli archetipi che agiscono nelle persone, nel mondo. La psicologia archetipica punta a guarire le idee, il mondo, più che l’individuo, attraverso il mito. Con Pezzoli  siamo agli archetipi dell’immaginario. La psicologia archetipica considera in trait d’union  la mitologia e la psicologia: infatti la mitologia è una psicologia dell’antichità, e la psicologia è una mitologia dell’epoca moderna. I miti sono racconti sulle relazioni tra gli umani e gli Dei, parlano di temi universali ed eterni, comuni all’intera umanità e a tutti i tempi, mentre la psicologia per spiegare tali relazioni usa teorie e termini moderni come istinti, pulsioni, complessi, ecc. La sincronicità è infatti basata sul concetto di archetipo dell’inconscio collettivo: una sorta di sapere assoluto che appartiene a tutta l’umanità e che potrebbe spiegare alcuni comportamenti innati, calcoli impossibili o sogni profetici. I miti e gli archetipi sono delle chiavi di fondamentale importanza per comprendere la nostra vita, per penetrare il mistero di come siamo e di come è la vita. Alla luce di questi lavori recenti di Enrico Pezzoli intrisi di mistero e di immaginario, è l’artista stesso a dirci: “Ho provato a rendere visivamente una serie di sincronicità dove il mondo della materia si fonde con quello dello spirito attraverso archetipi simbolici più o meno elaborati”. Allo stato attuale  gli sviluppi di settori di avanguardia della fisica moderna, come ad esempio la meccanica quantistica, la nuova cosmologia, la teoria del caos, continuano a illuminare l’immaginazione con possibili concrete connessioni fra la fisica e la psiche e Jung ha il merito di aver gettato un ponte tra il mondo scientifico (la dimostrazione di teorie attraverso l’osservazione empirica e clinica) e il mondo della divinazione (L’Oracolo dell’I Ching, i sogni premonitori, le coincidenze significative, l’immaginazione mitopoietica). Provate ad entrare in questi scenari messi in piedi da Pezzoli, luoghi dell’immaginario ricavati da una spinta creatività  e una poesia infinita che dentro vi abita. Mondi fiabeschi. Universi popolati perché   l’astrologia si basa per l’appunto sul principio di sincronicità, ossia non considera l’ “influenza delle stelle” in senso causale. È senza dubbio un concetto esteso di sincronicità, perché non si riferisce semplicemente ad un individuo ed al suo rapporto con l’ambiente che lo circonda più da vicino. La posizione degli astri nel cielo in un dato momento, riflette le qualità di quel momento, così come riflette anche le qualità della persona nata in quel momento. Le due cose non si causano e non si influenzano, sono sincroniche e si specchiano l’una nell’altra. Così come il Sole e la Luna portano luce sulla Terra, così essi per analogia  rappresentano la nostra personale connessione allo Spirito e all’Anima. Il Sole e la Luna astrologici si oppongono e si completano a vicenda, governano rispettivamente il giorno e la notte, la luce e il buio, il maschile e il femminile, la chiarezza e la complessità, qualità irradianti e riflettenti, certezza e dubbio, linearità e circolarità, e molti altri contrari associati con i principi opposti del maschile e del femminile. Ora, provate a immergervi in questi scenari neofuturistici che  Enrico Pezzoli ci propone, inscenati  e costruiti attraverso il digitale,  strumento capace di cogliere mille vite in una vita, mille riflessi in un vorticoso movimento, mille colori in una pioggia tra materiale e spirituale.

 

Enrico Pezzoli nasce a Bologna nel 1980, inizia a lavorare nel 2000 presso lo studio di architettura e design Iosa Ghini di Bologna come grafico e web designer e dal 2004 lavora come freelance presso altri studi di Bologna e Milano. Ha lavorato per marchi come Ferrari, Maserati, Cassina, Bonaldo, Moroso, Roche Bobois, Nike, Melting’ Pot, Diesel, Armani, Borbonese, Marni, Absolut Vodka, San Pellegrino, Enel, Panini, Opel, Mini, Mitsubishi. Nel 2017 è invitato dallo Storico dell’Arte Contemporanea Carlo Franza alla rassegna dell’associazione “Amici dell’Olivo Secolare del Salento”AOSS di Palmariggi (LE) sul tema dell’Albero, opera che poi è entrata a far parte della Pinacoteca dell’Academy dell’Olivo. Nel 2018 è ancora lo Storico dell’ Arte  Prof. Carlo Franza ad invitarlo nel Progetto “Scenari” con una personale dal titolo “Fare epoca. Racconti del quotidiano” al Plus Florence di Firenze. Selezionato a Giugno 2018 nell’archivio del Fondo Malerba per la Fotografia di Milano, con  collettiva a Tokyo a Giugno 2019 a cura dello stesso Fondo Malerba per la Fotografia presso Roonee 247 gallery Tokyo e collettive a Maggio 2019 presso Palazzo Chigi Albani di Soriano nel Cimino (VT) a cura di Giorgio Di Genova e  a Palazzo Rospigliosi di Zagarolo (RM). Nel giugno 2021 è lo Storico dell’Arte Contemporanea  Prof. Carlo Franza ad invitarlo nel Progetto “Belvedere” con una personale dal titolo “ Archetipi dell’immaginario” a Milano nello Studio Zecchillo – Ex Studio di Piero Manzoni.

 Carlo Franza

 

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