È uscito il romanzo giornalistico “Contro il COROnavirus – La peggiore gestione di una pandemia”, della giornalista Serenella Bettin, edito da Male Edizioni. Un libro scritto con un linguaggio forte, preciso, documentale, capace di porgere a tutti le informazioni che spesso l’Informazione – in questi mesi-  non dava;  il libro della Bettin è  il punto più credibile  di una storia pandemica che come una ragnatela ha coperto l’Italia e il mondo.  Dopo il primo libro “Aspettando che arrivi sera – L’immigrazione come nessuno ve l’ha mai raccontata”, uscito a dicembre 2019 e presentato per la prima alla Festa dei Lettori del Giornale il 27 gennaio 2020, e da noi recensito su Il Giornale.it,  ora è la volta del libro sul Covid.

Data al 1271  il viaggio  di Marco Polo verso la Cina, dove  vi restò per più di 25 anni. Il ritorno in patria è datato 1292, quando la famiglia Polo parte della città di Zaitun in direzione di Venezia, che avvenne nel 1295; di quel viaggio e della Cina  conosciamo mille notizie  da “Il Milione”, un libro memorabile, ancora oggi pietra miliare.

Ora, viceversa,   a ritroso dopo secoli,  è arrivato da noi in Italia ( fine del 2019) un morbo, chiamato Coronavirus,  provenienza Cina.  Arriva da un paese, la Cina, dove il comunismo  costringe un miliardo e mezzo di persone a una obbedienza totale. Un paese, la Cina, che vuole la supremazia mondiale. E’ guerra batteriologica? Non lo sappiamo con certezza. Un virus che ha sconvolto il mondo, intere nazioni e continenti, di cui si dice tutto e nulla,  si vaccina e  si muore anche dopo i vaccini,  le mutazioni del virus  ancora oggi tengono in scacco  scienziati, medici, politici  e intere popolazioni.  Si è come disorientati, anzi si è storditi. Ora la bravissima giornalista e collega de Il Giornale  Serenella Bettin  ci porge alla lettura un libro da divorare, con gli occhi e con la mente. Il libro  sul Coronavirus è meticoloso, aggiornatissimo, puntuale, preciso, vero e non verosimile, indicativo, agguerrito, documentale, capace di coprire a trecentosessanta gradi qualsiasi interrogativo; non è poco, anzi è molto, perchè scritto con passione, quella passione che porta ogni giorno Serenella Bettin a lavorare  sui campi di battaglia, senza mai stancarsi. Ma già nel titolo, quel “La peggiore gestione di una pandemia”  dice molto su come l’intera vicenda pandemica italiana è stata affrontata. Serenella Bettin come un chirurgo ha affondato il suo bisturi – la penna- in quella peggiore gestione. Ha colpito nel segno.

Un libro anche questo, “nato sul campo”, scritto e costruito  un po’ alla volta, raccogliendo dati, informazioni, facendo servizi, ascoltando le persone, entrando dentro le loro storie, inseguendo il virus e l’esistenza di noi tutti giorno dopo giorno;  ecco cosa dice la  giornalista Serrenella  Bettin: “Ho cominciato a scrivere queste note dalla prima sera in cui mi spedirono a Vo’ Euganeo, in provincia di Padova, per fare un servizio. Vo’ è stato uno dei primi comuni colpiti dal Coronavirus. Presi molta paura quella sera. Tantissima. Da lì ho iniziato ad annotare tutto. Storie, racconti, testimonianze, dati, interviste. Da lì ho iniziato giorno per giorno ad approfondire, a studiare, ad ascoltare le vite degli altri, a raccoglierle, a viverle. Dalla prima alla terza fase cambia la percezione, l’umore, cambiano le sensazioni. Vuole essere una testimonianza di chi a modo suo ha provato a raccontare…”.

Serenella Bettin, 37 anni, giornalista. Nata a Fermo, nelle Marche, trapiantata in Veneto, è cresciuta a cavallo tra Padova, Venezia e Treviso. Laureata in Scienze Giuridiche, appassionata di diritto penale, inizia la sua attività giornalistica nel 2013 lavorando al Gazzettino, il quotidiano del Nordest. Dopo quattro anni passa a La Nuova Venezia ma dopo sette mesi la sua collaborazione si interrompe perché le sue idee non sono in linea con l’editore. Ora collabora con il Giornale, il Giornale.it e con il settimanale Oggi. Corrispondente del Nordest, scrive di attualità e cronaca. Ha scritto su Panorama e il Foglio. Dal 2016 si occupa di immigrazione e terrorismo, ha girato i campi di accoglienza di tutto il Nordest e ha seguito le inchieste sui foreign fighters partiti da Belluno per andare a combattere in Siria, pubblicate poi in un libro con l’inviato di guerra Fausto Biloslavo e Pier Luigi Bianchi Cagliesi: “Bosnia Erzegovina – Porta dell’islam verso l’Europa”, edito da Solfanelli.  É stata in Kosovo, lungo la rotta Balcanica in Slovenia e recentemente in Bosnia e Serbia. Nel 2019 ha pubblicato il libro – diario sull’immigrazione “Aspettando che arrivi sera – l’immigrazione come nessuno ve l’ha mai raccontata”. Ora in uscita il libro sul coronavirus. “Contro il COROnavirus – La peggiore gestione di una pandemia”, edito Male Edizioni. Fotografa per lavoro e per passione, ama la nautica e il mondo delle barche. Realizza servizi all’interno dei cantieri. Ha un blog. Adora le storie.

Da oggi lo si potrà trovare in tutte le librerie e anche online. O nel sito di Male Edizioni. https://www.maleedizioni.it/product-page/contro-il-coronavirus

Carlo Franza

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