Oggi è Ferragosto, molti italiani sono in panciolla su lidi e  coste marine  ed è anche  la Festa dell’Assunta in Cielo per noi Cattolici. Ma oggi è stata anche la giornata in cui i Talebani hanno preso la Capitale Kabul in Afghanistan mentre gli americani stanno

scappando lasciando la sede diplomatica. Un errore gravissimo che peserà come non mai sull’Occidente. Le profezie dell’amica Oriana Fallaci oggi appaiono più vere. Con i Talebani che sono barbari non c’è molto da trattare visto che ora installeranno su quel territorio un emirato islamico e la gente già trema. Con loro c’era da mettere al bando il dialogo, mostrare tutta la forza e far capire loro che quel territorio e quel popolo afghano andava rispettato. Non trattare tout court ma trattare o con le buone o con le cattive. Adesso i profughi si stanno riversando sull’Europa che non li vuole, mentre l’Albania gli apre le porte.  Ciò avviene per le politiche – ad iniziare dagli Stati Uniti-  sbagliate operate in questi ultimi vent’anni. Ma attenzione, perché d’oggi in avanti ne vedremo delle belle con queste Talebani movimentisti. Fuoriescono gli americani, entrano i cinesi.  La Cina, che condivide con l’Afghanistan un esiguo confine di 47 miglia, è da tempo che mira allo sviluppo di legami più stretti con Kabul, non da ultimo a causa delle grandi riserve non sfruttate di risorse minerarie che l’Afghanistan possiede, perché il paese  è  ricco di rame, litio, marmo, oro e uranio, si stima che la ricchezza mineraria dell’Afghanistan superi oltre 1 trilione di dollari. D’altronde Pechino gode già di ottimi  rapporti con il vicino Pakistan, dove il carismatico primo ministro, Imran Khan, un tempo era soprannominato “Khan il talebano” per aver sostenuto il movimento islamista. Pechino intende  approfondire e ampliare i suoi legami in Asia centrale, la Cina sta anche concentrando le sue forze sull’espansione della sua influenza in Afghanistan, una politica che ci si aspetta darà i suoi frutti se i talebani raggiungeranno il loro obiettivo di prendere il controllo dell’intero Paese.

Questo chiacchieratissimo nuovo Presidente statunitense, signor Biden, a giudicare dalla sua strenua difesa della decisione di ritirare le forze statunitensi dall’Afghanistan, crede chiaramente che sia nell’interesse dell’America porre fine al suo coinvolgimento ventennale nel Paese. Ma se il ritiro degli Stati Uniti apre semplicemente la strada alla Cina per diventare la nuova potenza dominante in Afghanistan, allora Biden sarà responsabile di aver causato, per quanto riguarda l’Occidente, un disastro strategico di proporzioni epocali. L’indecente fretta con cui l’amministrazione statunitense Biden ha intrapreso il ritiro militare dall’Afghanistan non solo aumenta la prospettiva di cedere il controllo del Paese all’intransigente movimento islamista talebano, ma offre alla Cina un’opportunità d’oro per estendere la sua influenza su questo paese dell’Asia centrale strategicamente importante. L’Occidente e le capitali europee aprano gli occhi, perché il futuro si mostra nuvoloso con uragani in vista. L’abbandono americano ed europeo di quel territorio costerà caro a tutti noi.

Carlo Franza

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