Nello Storico Ex-Studio di Piero Manzoni in Via Fiori Chiari 16 a Milano, spazio significativo che segnò una ricerca concettuale aprendo nuovi svolgimenti dell’arte nel secondo dopoguerra, è approdata la mostra di Laura Tosca, artista milanese che è stata allieva di Gaetano Grillo all’Accademia di Belle Arti di Brera.  La mostra si inserisce nel progetto dal titolo “BELVEDERE” (Prima edizione 2018-2019-2020-2021), che noi abbiamo ideato appositamente per lo spazio storico. L’esposizione ha per  titolo “Sulla soglia della luce”. Grandi teleri che raccontano anzitutto lo spazio, la materia e il colore.  Le lezioni apprese dai grandi dell’informale italiano – ad iniziare dal maestro veneziano Emilio Vedova-   e soprattutto americano lasciano intendere la sua voracità visiva nel considerare come il colore e la materia possono raccontare ancora oggi intere esistenze e spaccati di storia.

Così si legge nel testo in catalogo: “Per una sommaria collocazione si può dire che Laura Tosca è una pittrice informale. Ma occorre aggiungere, subito dopo, che la parola informale messa lì a definire la sua pittura, denuncia i suoi limiti, in quanto l’artista muovendosi verso sperimentazioni materiche più libere, ha intuito precocemente le esperienze improntate all’ abstraction lirique, a quell’espressionismo astratto di matrice europea ed anche americana, per via di uno scatto linguistico sostanziale, portandosi dal quadro finestra al quadro realtà, ovvero al cuore della realtà dell’opera. Non si vuol certo negare che nel suo lavoro si riscontrino diversi influssi culturali, ma va sottolineato che ella non effettua degli aggiornamenti passivi, nei confronti di precisi stilemi correnti impersonati da autori, specie europei ed americani (Wols, Tancredi, Chighine,ecc.) ma sviluppa certe componenti esaltandole ed elevandole al ruolo di protagoniste, dell’evento pittorico. Le textures di opere come “Funnel” (2019), “Apnoea”(2020) e “Mirror” (202l) svelano una superfice granulare di materia che vive sulla soglia della luce, che non si assesta mai definitivamente e si presenta in uno stato di continuo e imprevedibile mutamento. Segno-gesto, ma anche forma-colore-materia, impianti inquieti alla furia del colore che segnala una presenza irregolare ma anche monocromale. Sul fondo materico vive sommessamente un groviglio-intreccio, nato dai percorsi accorpati e intersecanti, di un pullulare di segni che creano non solo lo scheletro del dipinto, ma un nucleo aperto, spaziale, disordinato e spontaneo, che costituisce un corpo rispetto al fondo aperto e fluido. Vi si legge gravità e leggerezza, massa ed energia, stabilità e movimento, epicità e liricità, perché in questi teleri è come se il tempo si mostrasse nelle accensioni del segno. E nella sua pittura, questo spazio e questo tempo diventano, naturalmente, la stessa cosa visibile. La morfologia del segno appena appuntato, lenticolare, graffiato, è sempre di natura gestuale, diviene quasi una scrittura automatica, aliena da ogni obbligo descrittivo, presentandosi esclusivamente come traccia del movimento che risponde a una scarica di energia esistenziale. Laura Tosca con questa mostra nell’Ex-Studio di Piero Manzoni, pur con ipotetici riferimenti al dripping di Pollock, forza i limiti della pittura e li apre allo spazio della realtà. Lo spazio della tela è l’unico luogo del pittorico, e la rottura dello schema della pittura tradizionale conduce al cuore della realtà delle opere. Il focus delle opere, movimentato e spontaneo, costituisce un corpo ben preciso rispetto al fondo, mentre il colore predilige gamme solari dimostrandosi disposto alle contaminazioni e alle stratificazioni, ed è così che ella trasforma la superficie in un luogo ove si attua un’assoluta convergenza fra prassi operativa e idea. Inoltre appare evidente che l’acceso interesse materico non si porta mai oltre i limiti dei mezzi consueti alla pittura, perché l’inclinazione romantica che la muove mostra di aver intuito l’esistenza, tessuta fra spazio e tempo, dimostrando di non cessare mai di cercare ed articolare gli elementi ritenuti sostanziali per il discorso pittorico. E infine, le modulazioni del colore che spingono la materia delle superfici a farsi luminose e vibranti, fanno ritrovare la stessa storia della sua pittura, a fermare e a rifondare la pittura stessa, a darle un’ossatura filosofica e architettonica, una struttura immediata­mente visibile ed emozionale”.

Laura Tosca è nata a Milano dove risiede. Si è laureata con lode in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, dopo aver frequentato, per diversi anni, la Scuola del Nudo di Brera. Ha vinto numerosi premi, ha partecipato con successo, a mostre personali e collettive a Milano, Firenze, Cremona e Berlino. Ha dipinto, su incarico della S.I.R.E. (Società lncremento Razza Equina) i ritratti dei cavalli vincitori del Derby Italiano. Nel 2010 è stata selezionata da V. Sgarbi al Concorso biennale Bonatto Minella. Dal 2016, dopo anni di studio della figura umana, ritratti ed immagini realistiche, Laura Tosca ha rivoluzionato la sua espressività passando all’astrazione.

Carlo Franza

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