Dall’antico impianto di sollevamento dell’acqua per la popolazione di Canicattì a ristorante gourmet. E’ il risultato della scommessa di recupero di una pietra miliare dell’archeologia industriale di Canicattì che affonda le radici nello scorso millennio. L’impianto di sollevamento della contrada Aquanova a Canicattì, appartenuto al Comune e dismesso dall’ente alcuni anni fa nel quadro delle valorizzazioni e dismissioni del patrimonio immobiliare, è tornato ad animarsi seppure con un uso diverso. Uno spettacolo unico e raro a cui ho avuto modo di assistere. Legare presente e passato, antico e nuovo, con  un evento che ha valorizzato  il recupero di  un sito dell’archeologia industriale siciliana  che oggi  è divenuto il regno  -un vero impero del gusto- di Pietro La Torre amico di vecchia data  e chef di prim’ordine.

L’idea geniale fatta tutta di passione e del coronamento di una vita spesa  nel gusto  tra ricette e fornelli,  è  stata dello chef Pietro La Torre, di origini pugliesi ma trapiantato e vissuto a Canicattì; tutto è avvenuto  con quella smisurata maestria  di recuperare un rudere industriale per farne un locale d’eccellenza attraverso un recupero storico conservativo.  Il nome del luogo  è Aquanova Hosteria. Nella vasca d’accumulo dell’acqua dell’impianto di sollevamento l’architetto Michelangelo La Cagnina con la consulenza dell’archeologo Carmelo Interdonato ha ricavato un’ampia e termo condizionata cantina da 1.500 e passa etichette provenienti da tutta Italia e dal mondo. Al piano superiore, conservata la storica ruota che mossa  da un motore alimentava le condotte idriche di Canicattì, invece, sono stati ricavati la sala di ristorazione, la cucina a vista, il resto dei servizi e in un soppalco una sala più piccola. “La nostra cucina sarà stagionale e genuina –dice lo chef Pietro La Torre- alla riscoperta degli antichi sapori e dei piatti più modesti ma indubbiamente rivisitati”. Per lo chef un ritorno alle origini quando si dedicava alla cucina gourmet con menu assaggio dall’aspetto ricercato ma con ingredienti genuini ed essenziali. All’inaugurazione, la serata dedicata alle cantine vinicole e poi l’apertura al pubblico  -com’è stato- con un lusinghiero già “tutto esaurito”. Aquanova Hosteria ha solo 24 posti, oltre 1700 etichette di vino, una cucina di prodotto che punta su ingredienti poveri del territorio valorizzati -e non poco- dall’uso caparbio delle tecniche innovative.

“La sera propongo due menù degustazione stagionali, a pranzo una selezione di quei piatti alla carta”, ci dice lo chef Pietro La Torre. Il suo pensiero è stato oggi di   tornare alle origini. “Ho cominciato a cucinare a 7 anni. A 14, già lavoravo. E 30 anni fa, innamorato di Gualtiero Marchesi, ho tentato di introdurre a Canicattì la cucina gourmet. Ma era prematuro”.

Aquanova Hosteria ha appena aperto e noi lo ve lo raccontiamo per essere stati  presenti – arrivati da Milano a Canicattì- in occasione della cena di pre-opening. Un locale del tutto unico in Sicilia, a partire da questo spettacolare sito. Le ambizioni di Pietro La Torre sono avvertitamente chiare, ovvero rendere il ristorante una sorta di hub della diffusione della cultura della cucina d’autore e del bere responsabile e di qualità, promuovendo la sinergia tra gli operatori del settore. La strada non è facile, ma le premesse ci sono. Canicattì si trova nel centro dell’Isola e può essere una base perfetta per sviluppare un sistema di sinergia tra le cantine del territorio; che, ovviamente, fanno la parte del leone nella carta vini studiata dal sommelier Emanuele Mangiapane.  Aquanova è il nuovo ristorante di Pietro La Torre: “Quarantacinque anni di sacrifici sono solo un piccolo gradino e oggi è pronto per una nuova sfida, forse la più grande. Tornare indietro per ricominciare. Un nuovo ristorante, un amore viscerale e passionale quello con la cucina e la voglia di rimettersi in gioco per emozionarsi di nuovo, con gli stessi occhi del bambino che è stato.” E ancora: “Io e i miei compagni di viaggio siamo i mediatori che, con grande dedizione, trasformano ogni ingrediente in un racconto schietto ed evocativo”.

Aquanova, con una cantina sbalorditiva, ricavata all’interno della vecchia cisterna, oltre 1700 etichette con vini provenienti da ogni parte del globo, ormai è dal 4 dicembre 2021  che accoglie i clienti per offrire loro percorsi emozionali di sicuro interesse. “Con la stessa emozione del primo giorno di scuola – ammette lo chef – sarò felice di trasmettervi la mia filosofia di cucina, autentica ed evocativa. Aquanova è un microcosmo intimo ed accogliente che svela ciò che sono e ciò che ho sempre voluto essere”. Prezioso il lavoro di restauro, curato in ogni dettaglio, dall’architetto Michelangelo La Cagnina e dello storico Carmelo Interdonato. “L’intervento di restauro e recupero – sottolinea La Cagnina – ha puntato anche a dare riordino, luce e bellezza ad un intero quartiere”. Il committente è stato molto coraggioso e sognatore, sono soddisfatto di essere riuscito a trasformare il tutto in realtà”. “Aquanova l’osteria” si trova in via Monsignor Ficarra a Canicattì, e  vi assicuro che  tra recupero del sito di archelogia industriale  e luogo oggi divenuto impero del gusto italiano,  l’unicità di questi luoghi italiani sono  frutto della passione di personaggi tra cui spicca Pietro La Torre.

Carlo Franza

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