Viggiano è un comune italiano   di 3 267 abitanti della provincia di Potenza in Basilicata, situato lungo il crinale occidentale dell’ alta Val d’Agri nella parte sud-occidentale della regione, è noto per la sua lunga tradizione legata alla musica popolare e, in particolare, alla costruzione di  arpe. Viggiano fu nei secoli luogo di provenienza di molti suonatori itineranti che esportarono la propria musica e le proprie tradizioni in tutto il mondo, aiutando economicamente il proprio paese d’origine, e molti di loro ebbero l’opportunità di militare in orchestre sinfoniche di livello internazionale. Come centro religioso ospita il Santuario della Madonna Nera   che costituisce uno dei centri di spiritualità e di fede mariana più importanti del Mezzogiorno. È altresì noto come luogo di estrazione di petrolio e per la presenza del più grande giacimento petrolifero sulla terra ferma d’Europa, che ha contribuito in larga parte a rendere l’Italia il sesto produttore di petrolio a livello europeo, dopo Russia, Norvegia, Regno Unito, Romania e Danimarca.

Il 12 agosto 2022, al teatro F. Miggiano di Viggiano(Potenza), si è tenuto il convegno, moderato da Simona Bonito, di inaugurazione della mostra “ATTO D’AMORE”, omaggio ad Alda Merini e a tutte le donne, a cura di Giuliano Grittini. Alda Merini, tra le poetesse più amate oggi in Italia, nasce a Milano, il 21 marzo (giorno d’inizio della primavera) 1931, e a tredici d’anni dalla sua scomparsa, rivive ancora nelle immagini di Grittini, che da anni campiona il suo lavoro ininterrottamente.

Un affollatissimo teatro con alcuni degli e delle esponenti più importanti della vita politica e culturale lucana: il sindaco di Viggiano, Amedeo Cicala ha ringraziato chi, in testa l’assessora Enza Pugliese, si prodiga e si è prodigato per la comunità anche nel difficile periodo della pandemia; il Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata, Carmine Cicala, ha ringraziato l’Amministrazione comunale di Viggiano e, in particolare, l’assessora alla cultura e ha dato il benvenuto, poi, a tutte le sindache.

Tra le personalità di spicco presenti alla serata, la Presidentessa della Commissione delle Pari Opportunità della Basilicata, Margherita Perretti, che saluta e ringrazia tutta l’amministrazione comunale, in particolare il sindaco, l’assessora alla cultura e l’assessora Gerardi che l’ha coinvolta in questa iniziativa. Per la Commissione è stato un onore e un piacere patrocinare questo evento perché il lavoro dei comuni è fondamentale affinché l’inclusione sia una vera inclusione che coinvolga tutti e tutte tenendo conto le differenze di ognuno e ognuna. La parola  è passata  all’Assessora alla Cultura, Enza Pugliese che, con grande emozione, ha detto: “è volontà dell’amministrazione comunale continuare il percorso interculturale intrapreso, dedicato a tematiche importanti quali la tutela dei diritti umani, il contrastare la violenza sulle donne, la valorizzazione della donna attraverso l’arte e le Pari Opportunità”. La mostra “Atto d’Amore” si inserisce in una serie di iniziative che il Comune di Viggiano ha dedicato alle donne e alla sensibilizzazione riguardo alle pari opportunità.

Momenti di commozione al ricordo di Alda Merini da parte del curatore della mostra Giuliano Grittini, che la ricorda come donna dalla forte passione, carismatica e magnetica. L’artista e il fotografo milanese ha ricordato Alda Merini attraverso un aneddoto: avendo avuto l’onore e il piacere di accompagnarla negli ospedali, ricorda che «dopo solo un giorno, lei diventava la regina e riusciva a farsi portare le sigarette senza che nessuno le dicesse mai “non si può fumare”». Un racconto a più voci e ricorrendo a più forme: questo è l’atto d’amore che l’artista e fotografo vuole raccontare attraverso interviste e immagini dedicate alla grande eroina del nostro tempo. Evocative le parole dell’ultimo relatore, Cosimo Damiano Damato, che definisce Alda Merini “il Dante Rock”; il regista e sceneggiatore pugliese racconta di Alda, guidando il pubblico, attraverso le sue parole, ad entrare nel mondo di Alda Merini. La presenza in teatro delle sindachesse  di  Calvello,  Lagonegro, Paterno, Pietrapertrosa Savoia di Lucania, cinque dei 14 comuni lucani invitati con Amministrazioni femminili, gli altri sono  Anzi, Armento, Chiaromonte, Fardella, Genzano, Ginestra, Rapone, San Chirico Nuovo, testimonia come, nonostante ancora oggi una donna alla guida di una comunità costituisca un’eccezione, la strada, seppur ancora lunga, verso la valorizzazione delle competenze delle donne anche in ambito politico e istituzionale sia stata tracciata. L’Amministrazione comunale di Viggiano ha, infine, omaggiato cittadini e imprenditori che si sono distinti per il loro contributo durante la pandemia, come Nicola, un giovanissimo di Viggiano, che ha mostrato che un piccolo gesto è un grande atto di amore.

Al termine della serata, i presenti si sono spostati alla Piazza Coperta, per il taglio del nastro che ha visto inaugurare la mostra “Giuliano Grittini. Atto d’Amore tra arte e poesia” e visitabile fino al 31 dicembre 2022. Solo un atto d’amore, vero, unico, palpitante, può realmente movimentare l’arte e la poesia. Da qui nasce questa mostra che argomenta l’eccellenza del vivere, la cultura preziosa, il tributo dell’arte a una poetessa che è stata capace di toccare le corde dell’esistenza, i cuori del mondo. L’ intera  mostra vive non solo con opere tangibili di artisti contemporanei ma con toccanti testimonianze scritte di chi  l’ha avvicinata, e seguita e inseguita passo passo, da Vincenzo Mollica (“ma lei era tutta poesia”) a Elio Fiorucci (“perché scrivere era da sempre la sua vera libertà”), da Lucio Dalla (“quando scriveva  o parlava…era un angelo!”) a Maurizio Costanzo (“i suoi versi che in poche parole raccontano un sogno, una speranza, una sofferenza”), da Milva  (“ho adorato la tua sfrontatezza e le tue battute fulminanti”) a Valentina Cortese ( “attraverso ogni tua parola,  tu senti quel grido di dolore… le tue ansie… e il pianto), da Claudio Baglioni (“la poesia le usciva dagli occhi”) a Carla Fracci (“hai meritato l’immortalità”), fino a confessare a Simone Cristicchi ( “andar via dall’Italia. Io dell’Italia sono stufa. Perché approfittano del poeta, approfittano del povero, approfittano di chi è indifeso. E mi sembra così sconcio…”). Queste sue ultime parole danno un’idea forte di che donna fosse la Merini, madre, politica, santa, intellettuale, ecc., e che aura trasmettesse a chi la avvicinava. Ed ecco riuniti una serie di ritratti della Merini elaborati da talentuosi artisti, quelli luminosi di Marco Lodola, il dipinto di Giampaolo Talani ed Enzo di Maio, di Patrizia Comand e Daniela Benedetti, Linda Grittini e Domenico Monteforte, ecc. Ritratti che ne colgono lo spirito, i sentimenti, le sofferenze. Primeggia fra tutti Giuliano Grittini con un percorso di grande passione e di grande poesia, un artista di preziosi racconti visivi; ha raccontato per immagini la vita della più significativa poetessa del Novecento, Alda Merini. E in proposito ha scritto la figlia di Alda Merini: “Caro Giuliano rendi la mia mamma eterna, tu puoi farlo” (Barbara Carniti). Abbiamo non solo le sequenze fotografiche del quotidiano, di una vita o di tante vite vissute, per lo più icone del nostro tempo, messe in piedi da Giuliano Grittini con la stessa forza in cui le immagini accompagnano le parole, la poesia. La contaminazione tra fotografia e pittura è una delle migliori risultanze cui ci ha da anni abituato Giuliano Grittini, sulle tracce di altri nomi dell’arte europea, da Mimmo Rotella a  Jacques Villeglè. E direi che con l’uso della fotografia nel suo narrare quotidiano Giuliano Grittini (Corbetta, 1951) ha scritto pittoricamente una storia  sognata prima che disegnata, ha sollevato l’immagine in una sorta di sacralità rituale, bagnata di incarnato e di aura. Foto e ritratti di icone che sono focus in cui si libera la bellezza, lo sguardo; nella sua officina laboratoriale Grittini cuce come un sarto le immagini, le dosa   scenograficamente, utilizza piogge argentee e dorate che innaffiano la sua clonart, oggettiva pagine di libri antichi e scritture e alfabeti che contornano la nuova estetica dell’oggi, quel nuovo barocco che sapientemente lo incorona fra le figure più innovative del nostro tempo. Ha cucinato le immagini in quel modo tale da poter finalmente far capire ai più cosa volesse dire il mio mentore Giulio Carlo Argan quando ebbe modo di asserire che l’arte era morta.  Morta per essere di nuovo reinventata, oscillando in un miracolo giornaliero, seduttivo, carnale, alchemico, scenografico, per incorniciare quell’eterna bellezza come Giuliano Grittini ha fatto anche con il libro su Rotella. Di più, Grittini tra fotografia e pittura sequenzia    la magia delle mani, la magia della vita, la magia dell’erotismo, la magia degli sguardi, la magia della poetessa Merini, la magia dei corpi nudi, in un gioco folclorico di accadimenti, eventi, occasioni. E persino l’aver ridato vita a quel GENIUS Leonardo da Vinci (indimenticabile libro-scultura con le opere di Giuliano e della figlia Linda Grittini), sorprende tutti per  quel “gran cavallo” tra mito e leggenda,  e come ho già scritto “la vicissitudine del soggetto diventa percezione dello specchio, parti di disegni che si interrogano”. Tra inferni, purgatori e paradisi, il geniale maestro della contemporaneità, Giuliano Grittini, lascia vivere come un vulcano in eruzione uno dei sogni più belli dell’arte d’oggi, e cioè quello di mostrare ai lettori  delle immagini di oggi che l’arte e la poesia sono un vero e unico atto d’amore.

Carlo Franza

 

 

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