“A letto nel Medioevo. Come e con chi” è l’ultimo libro della storica medioevalista Chiara Frugoni (1940-2022) in uscita da Il Mulino
I libri di storia hanno sempre presentato il Medioevo come epoca arretrata in tutti i sensi, ma così non è stato. Una medioevalista come Chiara Frugoni che ha indagato il periodo in lungo e in largo, da tempo ce lo ha fatto conoscere in modo nuovo sotto tutti gli aspetti. Adesso con il libro “A Letto nel Medioevo. Come e con Chi” edito da Il Mulino nel 2022, ci lascia scoprire perché a letto nel Medioevo uomini e donne dormivano nudi. Erano nudi a letto non certo per facilitare il sesso, erano nudi solo per evitare le pulci, e nudi a letto erano tutti, ricchi e poveri, potenti e non, sani, malati e moribondi, nonostante molti si vergognassero della loro nudità e avessero anche freddo. Dunque le pulci, che invadevano le abitazioni. E persino gli abiti erano appesi molto in alto per evitare di ritrovarli a mattino rosicchiati dai topi. Queste e mille altre curiosità sugli abitanti del Medioevo, su come trascorressero il tempo a letto, lo troviamo nel recente libro della collega Chiara Frugoni, professoressa, studiosa e storica per eccellenza del Medioevo. E’ bene sapere che gli abitanti del Medioevo non dormivano proprio nudi, non avevano addosso mutande, pantaloni e maglie, ma un berretto sì, perché le case erano freddissime, spifferi da tutte le parti e solo un camino acceso a ridosso della camera da letto o in essa, che veniva spento prima di dormire; la camera da letto serviva per dormire, per fare l’amore, per cucinare e per mangiare -spesso camera e cucina erano tutt’uno- e addirittura per ricevere ospiti. Questo il quadro delle case del ceto medio, ma la situazione non era dissimile in quelle dei nobili: Carlo VI di Francia lavorava a letto, tuttavia vestito e non in pigiama; nel Medioevo a letto sì si riceveva ma davanti agli ospiti non si stava nudi, e sul letto gli ospiti si usava farli accomodare, e Carlo VI sdraiato sul suo vi dava udienza, e ordini di governo. Ma dove facevano sesso gli abitanti del Medievo? Il luogo preferito era il letto, certo, tra le braccia del coniuge, ma ci si portava pure l’amante. Nel Medioevo si faceva sesso secondo le istruzioni di Santa Madre Chiesa, la posizione prediletta era quella del missionario e “soltanto” per procreare. Di orgasmi maschili e femminili neppur parlarne, si faceva sesso non per piacere personale ma solo per dare un figlio a Dio, e la Chiesa -è proprio nel Medioevo che impone ai preti celibato e astinenza, i preti diventano acidi e godono persino nel comminare ai peccatori pane e acqua se fornicanti contro legge- bandisce di prendere la donna da dietro, non solo, ma vieta in special modo la sodomia, e tra uomo e donna, e tra uomo e uomo, ma male assoluto era anche il sesso orale e la masturbazione. La studiosa Chiara Frugoni entra nello specifico nelle pagine del libro, argomenta, precisa, sottolinea. I medievali credevano che la sodomia fosse contagiosa, epidemica se andavi nei paesi musulmani. La Chiesa cattolica comandava moderazione nel sesso e nella posizione del missionario: se taluni lo facevano troppo spesso e con troppo gusto, si diceva loro che vivevano di meno, divenivano addirittura scemi, e col tempo anche ciechi. Era immorale farlo con la donna sopra l’uomo, eppure i medievali lo facevano, per godimento, e per decoro se l’uomo era grasso.
Innominabile l’omosessualità femminile, pur se c’era, come pure la bisessualità, il rapporto a tre, vi era persino lo scambismo e come oggi si dice per certi comportamenti, anche la fluidità. Uomini e donne del Medioevo non davano retta alle prediche di Santa Madre Chiesa, facevano sesso come volevano, e sesso lo facevano, quanto ne volevano, anche i preti. Lo scrittore Boccaccio nel “Decamerone” lo attesta, e va saputo che nel Medioevo erano tollerati i bordelli, pubblici e privati, questi ultimi tanto frequentati dagli ecclesiastici poiché garanti della discrezione. La Chiesa predicava e gli abitanti del Medioevo facevano sesso come volevano e credevano, anche se la Chiesa metteva nero su bianco che non andava mai fatto a Natale, mai in Avvento, mai in Quaresima e a Pasqua, mai la domenica, mai nelle Vigilie, mai nelle feste laiche, mai con una moglie incinta o che allattava. A voler essere cristiani osservanti dei giorni dell’anno bisognava trascorrerne ben 250 giorni in castità. E, addirittura, un uomo con moglie puerpera o mestruata non doveva dormirle accanto, ma ai piedi del letto; non poteva andare sul divano perché i divani non erano ancora stati inventati, c’erano le cassapanche, come non erano ancora stati inventati gli armadi verticali e ci si organizzava coi bauli. Chiara Frugoni aggiunge che la cosa e il costume più orripilante del Medioevo era l’assenza di igiene nei canoni occidentali che conosciamo oggi noi, le camere da letto medievali puzzavano, perché puzzavano i corpi, di sudore e pessimi odori, anche intimi (le donne più accorte usavano oli e erbe per profumare abiti e ambiente).
Il letto in cui una donna col marito dormiva era pure quello in cui partoriva e allattava, e faceva i suoi bisogni nel pitale quando stava male, ma pure nei 40 giorni post parto, dove dal letto non si alzava né per mangiare né per altro -alla casa e al neonato pensavano le parenti-. Certo fa persino senso, e si rimane fra mille pensieri, pensare che se una donna medievale dormiva nuda, quando era mestruata, come faceva in quei giorni e come provvedeva? Ma qui la scrittrice di “A Letto nel Medioevo” non lo dice. Nel complesso però il libro approfondisce un’epoca e un aspetto vitale dell’uomo e del suo vivere. Il Medievo non era poi un’epoca retrograde, perchè certi oggetti sono stati inventati proprio allora, vale a dire gli occhiali, i bottoni che hanno fondato la moda, il mulino a vento, la forchetta, la forma del libro, i vetri, gli assegni, le note musicali. Vi sembra poco?
Chiara Frugoni (Pisa 1940- 2022), si era laureata all’Università La Sapienza di Roma, approfondendo il tema iconografico dei Tre vivi e dei tre morti, dando il via così a un percorso di studi sui secoli tra la caduta dell’impero romano e il Rinascimento e incentrato in particolare sulla vita di Francesco d’Assisi. Ha insegnato Storia medioevale nelle Università di Pisa, Roma e Parigi. Tra i suoi numerosi libri segnaliamo per il Mulino “Vivere nel Medioevo. Donne, uomini e soprattutto bambini” (2017), “Uomini e animali nel Medioevo. Storie fantastiche e feroci” (2018), “Paradiso vista Inferno. Buon governo e tirannide nel Medioevi di Ambrogio Lorenzetti” (2019); “Paure medioevali. Epidemie, prodigi, fine del tempo” (2020); “Donne medioevali. Sole, indomite, avventurose” (2021). I suoi saggi sono tradotti nelle principali lingue europee, oltre che in giapponese e in coreano. La passione per la storia l’aveva ereditata dal padre, il medievista Arsenio: “Ricordo certi viaggi in lambretta con cui si andavano a vedere gli affreschi di Clusone sulla Danza macabra e il Trionfo della morte. Temi su cui mi sarei laureata. Non ho avuto dei maestri. Ma lui, anche se in modo distorto, lo è stato. Ho percorso una strada che papà aveva solo cominciato: l’attenzione all’immagine come fonte storica”, aveva raccontato, intervistata da Antonio Gnoli per uno Straparlando. La figura paterna e la sua infanzia sarebbero state al centro del memoir Persino le stelle devono separarsi, uscito nel 2013 da Feltrinelli. Su San Francesco pubblica una serie di titoli importanti, tradotti in più lingue: Francesco e l’invenzione delle stigmate (Einaudi, 1993); Vita di un uomo: Francesco d’Assisi (Einaudi, 1995); Le storie di San Francesco (Einaudi, 2010); Storia di Chiara e Francesco (Einaudi, 2011). Il dialogo interreligioso, il pacifismo, il contrasto con la società dell’epoca e la messa in pratica concreta del messaggio evangelico sono i caratteri evidenziati da Frugoni nella vita del santo: “Ha creato un ordine, ha rivoluzionato il rapporto con la società e rivisto le relazioni con la Chiesa – diceva – Ha reso praticabile il dialogo tra le religioni ed effettuale la parola del Vangelo e questo già in pieno Medioevo”. Ma è il quotidiano del Medioevo il focus delle sue ultime pubblicazioni uscite dal Mulino in anni recenti con ricchi apparati iconografici. L’ultimo “A letto nel Medioevo. Come e con chi”, in uscita a fine 2022 dalla stessa casa editrice, sarà sul tema del letto. Sono titoli che superano una serie di luoghi comuni legati a quell’epoca: dall’oscurantismo all’arretratezza. “Sono felice di aver contribuito a sfatare questa immagine – spiegava – Pensi a certi oggetti che sono stati inventati allora: gli occhiali, i bottoni che hanno fondato la moda, il mulino a vento, la forchetta, la forma del libro, i vetri, gli assegni, le note musicali. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E poi c’è l’arte”.
Carlo Franza