A vent’anni dalla morte di Luigi Carpi, pittore parmense, mi è caro e doveroso, insieme agli eredi tutti, ricordare un personaggio di eccellenza della pittura italiana, che ha speso e dedicato un’intera vita, dopo un nobile apprendistato alla scuola del chiarissimo Professor Aldo Raimondi, all’arte, all’immagine figurale, attraverso ricerche di occasioni nel paesaggio, nella natura morta, nel ritratto, negli interni ed esterni domestici, nella dimensione del quotidiano. Proprio per tale ricorrenza si è voluto dar vita ad una mostra retrospettiva dell’artista dal titolo “Preziosità e poesia della pittura” che si tiene da novembre 2023 ad aprile 2024 al Plus Florence di Firenze in un progetto espositivo che è nato nel 2000 dal titolo “Scenari”. Oltre venti opere ampiamente selezionate danno idea del lavoro febbrile dell’artista e di come tra il pittore e il soggetto si sia stabilito un rapporto affettuoso ma anche inquieto che è visibile in certi accorgimenti, con tutta quella eccitazione moderna, colorata, che sa di favola nuova, di filosofia sostanziale, senza orpelli. Gran pittore il nostro Luigi Carpi, che ci ha consegnato una pittura, nobile e  borghese, colta e domestica; poiché il colore e la luce, il disegno e la forma sono gli attributi insostituibili della pittura, agganciati a una formazione colta e sensibile alle scelte moderne e a una poetica del mondo, anche di quel “piccolo mondo antico” per usare una terminologia fogazzariana.  In mostra opere preziose, la sinfonia pittorica dello spettacolo naturale, acquerelli, disegni, oli, di ogni formato, nature morte, fiori, giardini e sedie, vasi di fiori, scorci di ville, il suo studio, gli interni borghesi, e mille altro. Una intima coerenza lega i diversi soggetti e i diversi modi espressivi, messi in atto attraversi i tempi, con un intatto stupore di fronte alla vita, nei suoi aspetti di sorgiva bellezza o di macerata, stratificata, maturità. Una intera vita quella di Luigi Carpi spesa al servizio della pittura, cui è stato ossessivamente fedele, ed amata fino allo spasimo. Per anni, dopo il nobile apprendistato alla scuola di Aldo Raimondi, Carpi ha composto la sua sinfonia pittorica dello spettacolo naturale, con acquerelli, disegni, oli, di ogni formato, nature morte, fiori, giardini e sedie, vasi di fiori, scorci di ville, il suo studio, gli interni borghesi, e mille altro. L’eterna vita del mondo, il quotidiano, il tempo che avvolge le cose, gli eventi sempre diversi e sempre uguali del tempo e dello spazio. Certo, è una pittura inconfondibile, aristocratica, nobile, borghese, colta sull’immagine ottocentesca, preziosa e italiana, che ha trovato consistenza nella prima metà del Novecento in una scoperta vibrazione lirica tra persone, oggetti e ambienti del suo vissuto. Ma il colore usato con una cristallina brillantezza e con una diretta vitalità, fissa le immagini in una sensorialità silenziosa, accesa e meditante. Queste opere, le tante tele di Luigi Carpi si aprono alla consonante lettura dei poeti. Preziosità e poesia della pittura sono immerse nei modi espressivi di Carpi, con la forma scandita, il colore soggettivizzato dall’immaginazione come energia essenzialmente pregnante, una evocazione di immagini impresse nel sentimento più antico e nella cultura borghese che scava nella storia dell’artista, privata e pubblica. La pittura di Luigi Carpi è ancora tremendamente presente nel panorama italiano e nordico, capace di dettare ed esprimere nel terzo millennio la ricercatezza del paesaggio esterno e interno, di oggetti e soggetti che comunicano una bellezza senza pari, con un discorso tenace e una estetica immersa in una sempre più forte componente emotiva, controllata e silente, e ancora capace di movimentare slanci, ansie e trepidazioni, a rendere ancora plausibile l’idea di pittura, l’idea dell’uomo e l’idea della vita.

Nelle sue tele la forza della materia e del colore che sublimano e comunicano la sua pagina figurativa. E poichè le opere degli impressionisti rimandano a un contenuto letterario, storico o semplicemente psicologico, in lui si nota chiaro un certo interesse per il colore disposto in zone larghe e pure. Gli anni hanno confermato questa crescita, che non si è compiaciuta del colore, ma con il colore ha costruito la natura, il paesaggio, gli interni, le nature morte. Così il colore della vita si è colorato in assoluto e in assoluto è  cresciuta questa esperienza  di tocchi e di toni, graffiata dal soffio umano dell’artista  che ha creduto nell’arte viva, libera e inventiva. Il suo è stato un capitolo nobile dell’arte italiana del Novecento, prezioso e   singolare, umano e  colto.

Luigi Carpi nacque a Parma il 28 luglio 1915, da Emerenzio Carpi ed Elvira Pizzorni. Frequentò l’Istituto d’Arte di Parma “Paolo Toschi”, avendo come maestri, tra gli altri, i professori Paolo Baratta e Aldo Raimondi. Quest’ultimo lo fece appassionare alla tecnica della pittura ad acquerelli. Dopo essersi diplomato in scenografia, frequenta l’Accademia di Brera a Milano. Chiamato alle armi, fu costretto ad abbandonare l’accademia e a prestare in servizio in Calabria, nella località di San Giovanni. In questo periodo partecipa anche a un concorso per la creazione del manifesto della fabbrica d’armi del Regio Esercito, vincendolo. Finita la guerra, divenne consigliere del 1° Sindacato Artistico, e consigliere della fondazione dell’UCAI di Parma, insieme al mons. Marocchi, Milli e altri, carica che terrà fino al 1992. Per far fronte alla crisi del settore dell’arte nel dopoguerra, Carpi decise di trovare una sistemazione alternativa, lavorando in banca, ma continuando comunque a dipingere e a partecipare a mostre collettive, ottenendo apprezzamenti e lusinghieri successi di critica. Ma è a partire dal 1960 che Carpi si dedicò completamente alla pittura, sia dipingendo quadri a olio sia usando la tecnica dell’acquerello, appresa dall’illustre prof. Aldo Raimondi. Ed è proprio a questo periodo che appartiene la sua maggiore produzione artistica, partecipò infatti a molte mostre, sia personali sia collettive, ottenendo sempre numerosi consensi. Dall’animo riservato e introverso, condusse una vita al di fuori dei riflettori, preferendo allestire mostre locali e insegnando la tecnica dell’acquerello a un numero riservato di amici e conoscenti. Nel 1975, su invito dell’allora sindaco di Traversetolo Agresti, ha collaborato ad allestire e ordinare il nascente Museo Brozzi e varie altre mostre di Brozzi sia a Traversetolo sia al Vittoriale a Gardone Riviera. Luigi Carpi continuò a dipingere e a diffondere la tecnica dell’acquerello fino alla sua scomparsa, avvenuta il 30 gennaio 2004. Nel novembre 2023 per volontà degli eredi del maestro è l’illustre Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza, a campionare una mostra personale dal titolo “Preziosità e poesia della pittura” al Plus Florence di Firenze nel Progetto “Scenari”. Del suo lavoro hanno scritto Tiziano Marcheselli, Marco Pellegri, Stefania Provinciali e Carlo Franza (2023).

Carlo Franza

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