C’è un Boccioni che la maggior parte delle persone non conoscono. Boccioni è stato pittore, incisore, divisionista e futurista, ha persino provato ad essere poeta e scrittore. Boccioni è stato anche illustratore. Nell’anno 1900 Boccioni giovanissimo è a Roma e bazzica come tuttofare nella redazione del quotidiano “Il Fanfulla”. Qui viene subito notata la sua predisposizione per le caricature. Così Boccioni, spronato a disegnare, compra pennelli,   colorilapis, quaderni e va a scuola di “pupazzetto” dall’illustratore romano Stolz (Alfredo Angelelli) molto in voga. Stolz è molto vicino alle nuove atmosfere della grafica europea, di Monaco, di riviste come Jugend e Simplicissimus.

Grazie all’illustrazione Boccioni comincia a guadagnarsi da vivere, è a tutti gli effetti il suo primo lavoro creativo. Collabora con l’editore Cesare Racà che dirige l’impresa “Ulderico Bossi” in via del Corso. I soggetti delle sue prime immagini sono scene didascaliche: automobili, caccia alla volpe. Sono opere derivate, spesso copiate o ricalcate precisamente, da modelli inglesi e olandesi molto di moda in quel momento.

L’attività di Boccioni come illustratore è probabilmente la scintilla che lo spinge a cominciare gli studi in disegno che lo porteranno poi alla pittura e all’incontro con figure fondamentali nel suo percorso come Severini, Sironi, Balla. Conoscere il Boccioni illustratore è un passaggio fondamentale per capire la sua evoluzione di artista. Nella mostra “Boccioni. Prima del Futurismo” alla Fondazione Magnani-Rocca non sono solo esposti capolavori assoluti del Boccioni divisionista come “Il romanzo di una cucitrice” e “Controluce”, ma c’è anche una sala dedicata alla sua attività di illustratore. Qui si trovano disegni e illustrazioni originali che raramente si possono vedere e sono affiancati ad altre opere di famosissimi illustratori dello stesso periodo come Cecil Aldin e Harry Elliot. Nel corso della mostra “Boccioni. Prima del Futurismo” alla Fondazione Magnani-Rocca fino al 10 dicembre, è possibile vedere anche il documentario “Formidabile Boccioni” di Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà con la regia di Franco Rado prodotto da Arte.it Originals in collaborazione con ItsArt e Rai Cultura. Visionario, geniale, inquieto: Boccioni ha rivoluzionato l’arte del suo tempo dando forma e materia alla più importante Avanguardia artistica del primo Novecento in Europa, il Futurismo.

In questo film preziosissimo sono raccolte le testimonianze di Gino Agnese, giornalista; James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera;  Giordano Bruno Guerri, storico; Marella Caracciolo Chia, scrittrice; Ester Coen, storica dell’arte; Floriane Dauberville, esperta d’arte; Niccolò D’Agati, storico dell’arte, Danka Giacon, conservatrice del Museo del Novecento di Milano, Giacomo Rossi, artista; Karole Vail, direttrice della Peggy Guggenheim Collection di Venezia; con la partecipazione straordinaria di Romana Severini, figlia del pittore e critico Gino Severini.

Carlo Franza 

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