Contemplare il Natale nella Cripta di San Sepolcro all’Ambrosiana di Milano. Diorami dalla collezione del Museo del Presepio di Dalmine
All’interno dei suggestivi ambienti della Cripta di San Sepolcro all’Ambrosiana di Milano, fino al 6 febbraio 2024 sarà possibile ammirare la mostra Contemplare il Natale nella Cripta di San Sepolcro. Diorami dalla collezione del Museo del Presepio di Dalmine (Bergamo).
I diorami sono una riproduzione in scala ridotta di una scena presepiale, pensati e costruiti immaginando uno spettatore che si colloca davanti ad una finestra ad ammirare la natività. Il termine diorama ha origini greche e significa “guardare attraverso”, quindi guardare attraverso un vetro.
Un presepio a diorama è costituito da una scena costruita in prospettiva, per dare l’illusione di uno spazio più ampio e profondo, racchiusa in una cassa che, opportunamente arrotondata e dipinta, funge anche da sfondo paesaggistico oltre che da contenitore. La bellezza dei diorami risiede nell’uso della prospettiva per creare scorci e profondità nel paesaggio, nella capacità di narrazione della scena con tutti i suoi rimandi simbolici e nella ricchezza dei particolari.
Per fruire pienamente dei presepi nei diorami esiste solo una ricetta: prendersi del tempo per soffermarsi ad ammirare la storia che ci narrano, lasciandoci rapire dai singoli dettagli: un’architettura, una strada che si allontana verso lo sfondo, un personaggio particolare, un piccolo animale, una stanza arredata; il tutto senza mai perdere di vista la natività, tema centrale e fulcro di ogni presepio.
Il 7 gennaio 2024 alle 18.30 e alle 19.30, nella suggestiva cornice della Chiesa inferiore di San Sepolcro, si terrà un concerto di canti gregoriani, tenuto dalla Schola Gregoriana Laudensis.
A seguire, si potrà approfondire la storia millenaria della Chiesa di San Sepolcro in compagnia di una guida abilitata, per proseguire poi nel Cortile degli Spiriti Magni, dove si potrà ammirare la suggestiva illuminazione serale dei loggiati della Pinacoteca e dell’abside della Chiesa di San Sepolcro.
Carlo Franza