Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale con Marsilio Arte, Picasso lo straniero è realizzata grazie alla collaborazione del Musée national Picasso-Paris (MNPP), principale prestatore, e del Palais de la Porte Dorée con il Musée National de l’Histoire de l’Immigration.

L’idea originale del progetto è nata da Annie Cohen-Solal, curatrice scientifica della mostra con la curatela speciale di Cécile Debray, presidente del MNPP, e la collaborazione di Sébastien Delot, direttore delle collezioni del MNPP. Picasso lo straniero presenta più di 80 opere dell’artista, oltre a documenti, fotografie, lettere e video, provenienti dal MNPP e dal Musée National de l’Histoire de l’Immigration di Parigi: un progetto che apre a più riflessioni sui temi dell’accoglienza, dell’immigrazione e della relazione con l’altro.

Pablo Picasso, nato nel 1881 a Malaga in Spagna, si stabilisce a Parigi nel 1904. Nonostante la Francia diventi la sua casa e la sua fama cresca oltre i confini nazionali, l’artista non otterrà mai la cittadinanza francese: la mostra segue la traiettoria estetica e politica di Picasso, per capire come abbia plasmato la propria identità vivendo nella difficile condizione di immigrato.
Palazzo Reale e Marsilio Arte hanno costruito un percorso di avvicinamento alla mostra #roadtoPicassoche prevede la pubblicazione del volume che ha ispirato il progetto espositivo e la realizzazione di una conferenza a Palazzo Reale per approfondire i legami tra Picasso e Milano.

IL VOLUME PICASSO. UNA VITA DA STRANIERO. L’idea della mostra nasce dal libro della curatrice Annie Cohen-Solal Picasso. Una vita da straniero, successo internazionale pubblicato in Italia da Marsilio e uscito il 30 aprile 2024.  Stimolata dalle molte contraddizioni che vede affiorare, Annie Cohen-Solal si lancia in una inedita quanto coraggiosa esplorazione del mondo insondabile di Picasso per sottrarre alla polvere degli archivi i segreti di una storia ancora tutta da raccontare. Viaggiando nello spazio e nel tempo si ritorna così all’ottobre 1900, quando Picasso giunge per la prima volta a Parigi da Barcellona; si attraversano i vicoli affascinanti di una Montmartre irripetibile e si assiste alla crescita di un talento strategico, sia come artista sia come uomo d’affari, capace di districarsi con naturalezza tra collezionisti e mercanti d’arte.

Ed è forse proprio questa disinvoltura a far percepire il cubismo come un pericolo per «l’integrità morale» del paese: scoppia così la guerra del bene contro il male, della tradizione contro la modernità, della Francia della «gente per bene» contro i pericolosissimi «stranieri». A cinquant’anni dalla scomparsa dell’artista, l’autrice ne racconta la vita e l’opera in un’appassionante indagine su censure e persecuzioni, svolte artistiche e passioni. Con documenti inediti e rivelazioni mai emerse prima, si svelano le origini del mito nel cuore dell’Europa dilaniata dai nazionalismi.

IL CONVEGNO PICASSO e GUERNICA. Nel 1953 a Palazzo Reale viene esposta, per la prima volta in Italia, la grande opera di Guernica proveniente dal MoMA di New York, dove era custodita dal 1939. L’operazione ebbe luogo per volontà di Picasso stesso, che trovava nella Sala delle Cariatidi ancora segnata dai bombardamenti la sua cornice naturale. In occasione del finissage della mostra e della performance che l’artista Ercole Pignatelli dedicherà a Guernica proprio nella Sala delle Cariatidi, Palazzo Reale e Marsilio Arte hanno promosso  e organizzato un convegno dedicato a Picasso e Guernica giovedì 16 maggio 2024, in Sala Conferenze, piazza Duomo 14 .

Un momento di approfondimento e di confronto con studiosi nazionali e internazionali per analizzare il lavoro dell’artista e di una delle sue opere più iconiche indissolubilmente legata a Milano. Intervengono Stefano Baia Curioni, Annie Cohen-Solal, Cécile Godefroy, Domenico Piraina, Francesco Poli, Pablo Rossi, Francesco Tedeschi, Vincenzo Trione e Genoveva Tusell Garcia. Modera la giornalista del Corriere della Sera Roberta Scorranese.

 

LA MOSTRA, UN APPROFONDIMENTO.  Grazie a un approccio multidisciplinare e alla straordinaria ricerca negli archivi della polizia francese, Annie Cohen-Solal, autrice della prima biografia di Jean Paul Sartre e allieva di Leo Castelli, ha portato alla luce carte che fino a oggi giacevano da decenni negli scaffali. «Ho trovato documenti, impronte e fotografie che dimostrano come la polizia considerasse Picasso un alieno e un reietto» spiega Annie Cohen-Solal, originaria di Algeri e attualmente professoressa all’Università Bocconi di Milano. «Per tutta la vita fu tenuto sotto controllo per tre motivi: non parlava francese e veniva trattato come uno straniero; era sospettato di essere anarchico perché aveva frequentato alcuni catalani e, infine, in quanto artista all’avanguardia, era stato rifiutato dall’Accademia di Belle Arti». Nemmeno quando sarà consacrato come uno dei più grandi artisti viventi dell’epoca, Pablo Picasso verrà ritenuto un vero cittadino francese.

L’esposizione approfondisce come la condizione di straniero abbia influito e formato la sua identità e, di riflesso, costringe a una riflessione sulla contemporaneità. «Nel mio lavoro emerge costantemente come Picasso patisse questo stato di vulnerabilità e precarietà perché sapeva che poteva essere espulso in ogni momento» spiega Annie Cohen-Solal. «Tuttavia, proprio per questo, mentre la Francia continuava a malapena a riconoscerlo, lui riuscì a proteggersi creando una rete di amici potenti, collezionisti collaboratori e acquirenti in tutta l’Europa dell’Est che lo aiutarono a esporre nei posti più prestigiosi». Nessuno aveva indagato questo aspetto della vita dell’artista, autore della celebre Guernica del 1937. Insieme a Cécile Debray, presidente del MNPP e a Sébastien Delot, direttore delle collezioni e della comunicazione del MNPP, i tre curatori daranno vita a un avvincente percorso nella vita di Pablo Picasso. Dipinti, ceramiche, disegni, collage, stampe, fotografie, video e documenti che permetteranno al visitatore di conoscere il mondo di Picasso, la sua vita, il suo successo e il rapporto con le donne, oggetto di una ricerca critica da parte dei curatori.

 

Carlo Franza

 

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