Raffaele Quida con “Visivo” racconta corpi, natura, tempo e movimenti. La mostra alla Gigi Rigliaco Gallery a Galatina
Mentre in questi giorni sono in Salento verso Leuca, ho notizia di una mostra dell’artista Raffaele Quida che ho conosciuto anni fa, ed esattamente nel 2012, quando presentai una sua mostra a Firenze.
Ora la Gigi Rigliaco Gallery a Galatina, presenta fino al 31 gennaio 2025 una nuova mostra personale di Raffaele Quida, leccese, intitolata “Visivo“, che raccoglie tredici recenti e nuove opere-progetto in un percorso a cura di Paola Mancinelli.
E’ certo, che Raffaele Quida ha delle capacità artistiche non ancora completamente svelate, perché ad oggi notiamo che il suo lavoro è ancora troppo avvitato ad artisti italiani e stranieri che in quest’ambito hanno lavorato; dovrà in prossimo futuro trovare un percorso tutto suo senza retaggi e rimandi di qualsiasi genere. Al di là delle installazioni che ormai hanno contagiato l’arte in lungo e in largo, una strada ancora percorribile è la cromia, la monocromia, le forme monocromatiche, le forme aperte e chiuse, e altro ancora. Esplorare l’arte anche con materiali legati al territorio e soprattutto la presenza della storia.
L’artista ha concepito delle postazioni che seguono il perimetro e abitano l’area dello spazio espositivo, con cui mette in discussione i confini tra arte e architettura, visione e azione: il rapporto tra le opere è in un ordine essenziale, secondo un progressivo disegno concettuale e materico in totale aderenza con l’ambiente.
La mostra “Visivo” segue a “Varchi nel tempo” della primavera scorsa alla Galleria Monogao 21 di Ravenna, dove erano esposti gli ultimi esiti dalle serie “Carte del tempo” e “Superfici“. Quida si interessa alle categorie del tempo nella mutazione e trasmutazione della materia, quale nucleo fondante della sua ricerca artistica. Nella pratica utilizza materiali sia naturali che artificiali, in questo caso largamente usati nell’edilizia e nell’industria chimica, scelti per la loro versatilità e per contrasti, di opacità o trasparenza e in base alle diverse densità di peso, trattandoli in virtù della loro capacità di trasformazione e dialogo, dal ferro e piombo, all’argilla e gommapiuma, fogli termici e pigmenti, dai più ‘poveri’ fino all’oro.
A Galatina, le installazioni a parete, negli angoli e a pavimento sono frutto di uno studio dei piani prospettici, sul movimento e le forze che agiscono sulle masse di un corpo e di come queste norme, universalmente condivise, riescono a tradursi in una sollecitazione visuale. Centrale in queste opere è l’incidenza della luce, da quella diurna a quella di un proiettore, in grado di attraversare o imprimersi sulle superfici e di modellare i volumi, che motiva la scelta anche di altri materiali, come il plexiglas o la carta carbone comprendendo la carta fotografica baritata, per portare avanti un’analisi e misurazione dei fenomeni della luminosità e sulla percezione che valica la sfera del non visibile.
Al pubblico è rivolto un invito a partecipare attivamente alla scena espositiva, per una comprensione estetica più profonda e consapevole che va oltre l’atto del vedere: si fa esperienza tangibile dell’ambiente immersivo “Immagine e assenza“, «che genera una proiezione di paesaggi e viatici sensoriali» scrive la curatrice, o si lascia percorrere il camminamento di 4 metri e mezzo dell’opera “Il tuo peso“, che lo spettatore col proprio corpo può modificare liberamente. Il percorso della mostra “Visivo” si basa su un flusso comunicativo ben preciso, orientato all’esperienza delle superfici fisiche, memoria di forma.
«Le opere di Quida sono intrise di memoria», afferma Paola Mancinelli, «fuori dalla cortina della ridondanza, affiorano da un tempo altro, portatrici di una poetica che rivela e nasconde, sospende e condensa, cristallizza e fissa in un preciso segmento. Operando sulla materia l’artista trasforma lo spazio in racconto, una metafora che rimanda all’alternarsi dei cicli della natura, fluida e plasmabile, in rapporto stretto con il fruitore».
L’artista ha proposto in occasione dell’inaugurazione sabato 14 dicembre alle ore 18 l’intervento performativo “Equilibrio” con il coinvolgimento di Arianna Gaballo, una interazione tra le postazioni con le opere messe in campo per rompere la staticità propria degli oggetti e mostrare così il misterioso poetico divenire delle cose.
Accompagna nella visita il catalogo pubblicato da Danilo Montanari Editore.
Carlo Franza