Personalità dominante quella di Michele Giannattasio ( Marano di Napoli 1938), artista  e figura rappresentativa dell’arte italiana del secondo novecento, con  alle spalle un bagaglio di mostre di virtuoso prestigio e le referenze critiche di illustri storici e critici dell’arte, che ha vissuto e vive ancor oggi il tormento della creazione, l’ansia, la fatica morale e materiale a motivo dell’ingegno manifesto, avendo  scandito  artisticamente capitoli  di grande espressività organizzati  fra sacro e profano. Dell’artista si tiene in questi giorni una   mostra  milanese ove sono esposti (essendo stato ospitato da Artestudio 26)  oltre una   quindicina  di   cartoni  di  grande  formato  rispetto  agli oltre quaranta elaborati dall’artista intorno  alle statue del Duomo di Milano. Veri capolavori, sentinelle del cielo, che rappresentano i santi che svettano su uno dei monumenti gotici più eccelsi della storia dell’arte umana. Michele Giannattasio in questi ritratti di santi a misura d’uomo elaborati con un segno nitido, uno studio analitico, una semplificazione  e purezza delle forme aristocratiche, una sottile vibrazione chiaroscurale, eppoi  una padronanza, sicurezza e correttezza  della figura umana, tanto che la pittura pare andare verso il rilievo, rivela una visione d’insieme non comune.  Questi ritratti di santi sono frutto di una sua complessa e ricca cultura, vivono spunti episodici, scene articolate nobili e grandiose specie nelle bellissime figure dalle vesti gonfie, dai gesti lenti e naturali, dai volti pervasi da un’aristocratica malinconia, e infine tutto stemperato in una sfumata morbidezza. I colori crudi e freddi, poco variati  e in tonalità basse, contribuiscono  a valorizzare il disegno fermo ed energico, proprio perchè tutto è  subordinato all’evidenza plastico-volumetrica dei corpi, delle vesti e degli attributi  che si devono ai santi. Figure in movimento, positure ardite e difficili, scorci e torsioni mai visti, tensione di forze, masse che danno vita e movimento alle composizioni, senza privarle di ordine e armonia, principi massimi della bellezza. Il bello  e la grande novità  sono che l’artista ha rifiutato l’iconografia tradizionale, per valorizzare la forma che diviene essa stessa specchio dell’anima, simbolo di potenza, grandezza, divinità. Semplicità e verità  infondono spirito divino al sentimento umano che pure traspare dai cartoni con violenti contrasti di luci e di ombre, vera scuola del mondo. Una maestria superba quella di Michele Giannattasio che ammorbidisce e sfalda i contorni delle figure dei santi del Duomo rappresentati, tanto da  risultare così quasi immersi  nella fluida atmosfera. Personalità e figura artistica prestigiosa quella di Michele Giannattasio che ha dato forza alla cultura cristiana dell’Europa, perchè ha vissuto e vive in prima persona i drammi del nostro tempo, svelando  così con il suo segno e gli impasti  nervosi dei colori e della materia il racconto della storia,  ma anche  il  momento di disagio esistenziale che circola ventoso sul continente europeo.

 Carlo Franza     

     

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