Persino Napoleone volle personalmente recarsi a Parma per rendere omaggio a colui che riteneva non solo il più sublime dei tipografi ma un artista assoluto. “Giovambattista Bodoni(1813-2013), Principe dei tipografi”, viene celebrato a Parma nel bicentenario della morte con una grande mostra allestita, tra 2013 e 2014, in alcuni degli spazi monumentali più affascinanti della città: la Biblioteca Palatina, il Teatro Farnese e la Galleria Nazionale, nel Palazzo della Pilotta dove, tra l’altro, Bodoni visse e operò. È una mostra che nasce da lontano, da un progetto ideato da Andrea De Pasquale, direttore tra il 2008 e i primi del 2012 della Biblioteca Palatina e del Museo Bodoniano, e poi continuato in piena sinergia con l’attuale direttore della Biblioteca e del Museo, Sabina Magrini, e con il Soprintendente per i Beni Storici Artistici di Parma, Mariella Utili. L’intera iniziativa è stata resa possibile grazie al contributo di Fondazione Cariparma che, con la generosità consueta, ha curato anche gli aspetti gestionali del progetto, insieme anche alla Fondazione del Museo Bodoniano.

Tutte le istituzioni, che hanno lavorato fianco a fianco, nell’ambito delle diverse competenze, con l’intento comune di rendere al meglio l’atmosfera degli anni in cui Bodoni fu attivo, e di presentare gli interlocutori eccellenti a cui fu legato, le edizioni straordinarie che seppe concepire e commercializzare, per illustrare ad un pubblico più ampio possibile l’importanza dell’artista che ha reso grande la storia della tipografia italiana nel mondo.In un contesto spettacolare quale la Galleria Petitot e i Saloni Neoclassici della Galleria Nazionale, resi ancora più suggestivi dall’allestimento di Pier Luigi Pizzi, scenografo e regista teatrale di grande fama, saranno esposti i raffinati volumi bodoniani e le testimonianze dell’intero processo di realizzazione e di commercializzazione di capolavori che, per contenuto come per qualità di stampa, erano contesi da corti, accademie, biblioteche e intellettuali dell’Europa a cavallo tra Sette e Ottocento. Il ricorso all’utilizzo di strumenti multimediali permetterà di comprendere appieno quanto radicale sia stata la sua “rivoluzione” nella storia dell’arte tipografica.

Accanto alle meraviglie uscite dai torchi di Giambattista Bodoni, a rivivere in mostra è il mondo culturale, economico e istituzionale, sono le corti italiane ed europee appunto, che in Bodoni trovarono l’artigiano-artista in grado di dar forma di libro alle loro istanze, idee ed ideali, attraverso le vedute e ai ritratti dei personaggi che animarono la vita politica ed economica dell’epoca realizzati da grandi artisti, Goya, Anton Raphael Mengs, Angelica Kauffmann, Francois Gerard e i molti altri già presenti.

Carlo Franza

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