Fabriano ha scelto Parigi per celebrare i 750 anni della carta con una mostra all’Istituto Italiano di Cultura. Una esposizione storica, tecnica e artistica che presenta l’evoluzione dalla fabbricazione antica e tradizionale della carta, alla produzione moderna, fino ai giorni nostri. La mostra presenta opere d’arte realizzate su carta Fabriano da artisti come Michelangelo, Roy Lichtenstein, Beethoven, Francis Bacon o di Fellini, che si trovano in musei e archivi di tutto il mondo, qui riprodotte su carta Fabriano. E’ per tale celebrazione, avvenimento e datazione non trascurabile che fino al 21 giugno 2014 saranno in mostra all’Hôtel de Galliffet, prestigiosa sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, carte originali Fabriano, filigrane medievali, documenti originali del XIX e XX secolo, reperti storici, la maggior parte dei quali provengono dalla Fondazione Gianfranco Fedrigoni, Istituto Europeo di Storia delle Scienze della Carta e Cartarie (Istocarta), testimonianze storiche che fanno di Fabriano una città leggendaria per la produzione della carta. La modernità si rivela invece dalle tecniche di produzione delle banconote e i materiali per le filigrane. Uno spazio è dedicato anche al rapporto tra la carta e l’arte, attraverso la presentazione di opere di grandi artisti, tra cui anche Bruno Munari, che hanno lavorato su carta Fabriano.La carta è la nostra storia: contiene esperienze ed emozioni, suggerisce e stimola. Ha struttura e colore, immediatezza, facilità di impiego; seduce la vista, il tatto, l’olfatto e persino l’udito. Fabriano ne ha tramandato la tradizione, da 750 anni. Come il modo di fabbricare la carta sia approdato nella piccola cittadina di Fabriano non si sa di preciso. Probabilmente la carta arriva nell’entroterra marchigiano spostandosi da Ancona. Secondo alcune ricostruzioni, la stessa sorte subita dai due cartai cinesi a Samarcanda tocca, circa cinquecento anni più tardi, anche ai primi “estorsori”: gli arabi. Sarebbe stato proprio un gruppo di loro, militari, fatti prigionieri e internati nella valle dell’alto Esino, a rivelare il segreto ai fabrianesi. Alcuni documenti ufficiali attestano in maniera inequivocabile che alcuni mastri cartai fabrianesi erano già in attività nel 1264. La fama di Fabriano non è affidata, tuttavia, soltanto a pure ragioni cronologiche. Ai mastri cartai fabrianesi si devono anche importanti innovazioni come l’invenzione del molino a magli, mosso idraulicamente, che sostituì gli antichi mortai usati dai cinesi e dagli arabi per la preparazione della pasta da carta. Sempre a Fabriano fu sperimentata per la prima volta la collatura con gelatina animale o “carniccio”, che ancora oggi rappresenta il miglior modo per conservare e rendere impermeabile il foglio. Un’altra invenzione di prim’ordine destinata ad avere una larga applicazione fu quella dei segni in filigrana, mediante i quali era possibile individuare il nome del fabbricante, stabilire i periodi di lavorazione, indicare le diverse qualità della carta. Le prime filigrane ebbero forma di lettere alfabetiche, di numeri, di segni simbolici e dimostrano la primitiva ingenuità della mano che in seguito si è perfezionata fino a raggiungere l’espressione di un’arte vera e profondamente delicata. Nella seconda metà del XVIII secolo le cartiere di Fabriano, intese come opifici e non più come botteghe artigiane, si riunirono in sette gruppi e perfezionarono ulteriormente la qualità della loro produzione rinomata per il candore e la regolarità dei fogli.

Francis Bacon, Georgia O’Keeffe, Ludwig van Beethoven, Giambattista Bodoni, Michelangelo Buonarroti, Antonio Canova, Giuseppe Garibaldi, Roy Lichtenstein, Giacomo Leopardi, Gabriele D’Annunzio, Federico Fellini hanno usato carta Fabriano.

Verso la fine del ‘700 si assiste perciò alla vera e propria trasformazione industriale della fiorente arte. In questo fertile terreno affondano le radici le Cartiere Fabriano, eredi di una gloriosa tradizione plurisecolare che, a partire dai primi del nostro secolo hanno affinato e migliorato, grazie anche all’ausilio dei più sofisticati mezzi tecnologici. Oggi la produzione Fabriano si articola in carte filigranate per banconote, titoli, azioni, assegni; carte per fotoriproduzione, duplicazione; carte per ogni tipo di stampa, per edizioni e per rilegatura; carte per tutte le tecniche del disegno, per la stampa d’arte, per cartotecnica e per la corrispondenza. La carta Fabriano è protagonista nelle scuole, nelle case e negli uffici, sugli scaffali e nei cassetti, nelle tasche, nelle borse e nei borselli; fa parte ormai della quotidianità di noi tutti, in Italia e nel mondo.

 Carlo Franza

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