L’Accademia di San Luca a Roma dedica a Giuseppe Panza di Biumo, primate del collezionismo d’arte internazionale la mostra “Omaggio a Giuseppe Panza di Biumo: la passione della collezione”. Nella Galleria al terzo piano di Palazzo Carpegna, accanto alle raccolte dell’Accademia, saranno esposte una decina di opere molto significative della sua collezione. Giuseppe Panza di Biumo radunò, a partire dagli anni Cinquanta fino al Duemila, un’eccezionale collezione d’arte contemporanea; attraverso le sue ricerche e il rapporto diretto con artisti, musei e gallerie riuscì con straordinaria lungimiranza a capire il valore e le potenzialità di ciò che era ancora in divenire.

Le opere in mostra spaziano dall’Espressionismo astratto di Franz Kline, al minimalismo di Richard Nonas, all’arte concettuale di Joseph Kosuth, per arrivare alle sperimentazioni, documentate nella terza fase della collezione a partire dal 1988, con le ricerche di Lawrence Carroll e i monocromi di Lies Kraal e Stuart Arends. Sono esposti i quattro disegni di Franz Kline, acquistati alla Galleria La Tartaruga nel 1958 in occasione della prima mostra dell’artista americano in Europa, che appartengono a uno dei nuclei iniziali della collezione. La loro presenza sottolinea sia l’interesse via via più accentuato del collezionista per l’arte americana, ma anche e soprattutto il rapporto con Roma iniziato nel 1957, che questa mostra intende sottolineare. «Era la prima mostra di Kline in Europa, a Roma, non a Parigi, la capitale dell’arte o a Londra, la città che aveva più relazioni con l’America. È un fatto importante che questo interesse sia nato in Italia prima che in altri paesi d’Europa» (G. Panza, Ricordi di un collezionista, Milano 2006).

Sono inoltre presenti Richard Nonas, definito da Panza l’artista più radicale tra i Minimalisti, con la scultura The Venus of the South, Bari, January 1975 e Joseph Kosuth (Titled (Art as Idea as Idea) (Meaning in Italian) 1967), la cui ricerca nell’ambito dell’arte concettuale basata sulle relazioni tra significato, rappresentazione e comunicazione destò nel collezionista un interesse precoce. A testimonianza degli sviluppi della collezione dopo il 1988, che prosegue negli anni del Postmodernismo in un percorso coerente di ricerca della qualità, sono esposti i lavori di Lawrence Carroll, membro dell’Accademia di San Luca fra gli artisti stranieri membri. Panza ne rilevava le affinità con il Rauschenberg degli anni Cinquanta e la sintonia, messa in evidenza dallo stesso artista, con l’opera di Giorgio Morandi. La scultura Buoy, 1987-1988 è un esempio della ricerca caratterizzata da opere di grandi dimensioni, in cui la complessità dell’esistenza, la realtà del dolore dell’umanità sono rese con un’arte tutta manuale fatta di legno, tela, colore e cera per esprimere «la metafora di quello che vediamo prima che il reale diventi reale» (G. Panza, Ricordi di un collezionista, Milano 2006). Lies Kraal e Stuart Arends lavorano diversamente con il colore e rappresentano quell’interesse verso “l’arte del colore”, la sperimentazione delle vibrazioni luminose e della materia cromatica che caratterizza dagli anni Ottanta la raccolta del collezionista.

Accanto al monocromo del 1991 di Kraal vengono presentati due esempi di O.S. di Arends, piccole strutture cubiche, testimonianza della passione di Panza per «l’arte dei piccoli oggetti, da fare con le mani e soprattutto con le dita» (G. Panza, Ricordi di un collezionista, Milano 2006) rinnovando una tradizione antica, opposta all’interesse prevalente negli anni Sessanta e Settanta per le sculture Minimal e per l’Arte ambientale.

Carlo Franza

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