In Turchia un Museo subacqueo con i resti di una basilica bizantina scoperta in un lago. La cristianità grida vendetta a Erdogan.
Ancora polemiche sul fatto degli Armeni massacrati dai turchi, o meglio sui cristiani armeni massacrati dai turchi musulmani. Botta e risposta tra il Papa Francesco e il Presidente turco Erdogan. Il Presidente turco Erdogan continua a minacciare il popolo armeno e a criticare aspramente l’affermazione del Pontefice. Da ultimo, qualche giorno fa, Erdogan ha infatti ribadito durante una riunione di partito la “generosa” decisione della Turchia di non espellere dal Paese i 100mila lavoratori armeni (facendo intendere tra le righe l’esistenza di questa possibilità), non risparmiando nei suoi commenti né il Papa né l’Unione Europea.
Erdogan non solo non ha chiare qualità diplomatiche mentre presenta tutto lo spirito dell’ambiguità tipico dei levantini, ciò l’avevamo già capito quando, con un commento decisamente inappropriato, criticò “Statue of Humanity”, opera scultorea simbolo della pace tra la Turchia e l’Armenia, realizzata da Mehmet Aksoy. Questo scherzetto gli costò circa 3mila e 500 euro di multa, da corrispondere all’artista in compensazione dell’offesa subita.
Ma mentre il Presidente continua il suo sproloquio, il Ministro della Cultura e del Turismo turco Ömer Çelik annuncia l’approvazione di un interessante progetto. La notizia riguarda l’apertura di un museo subacqueo, in particolare oggetto dell’attrazione saranno le rovine di una basilica della prima epoca bizantina scoperte lo scorso anno in un lago della provincia di Bursa. I ricercatori stanno studiando il sito per trasformarlo in un vero e proprio mausoleo, nella speranza di poter rinvenire altri reperti archeologici nell’area circostante. La chiesa dista circa 20 metri dalla costa del lago Iznik e fu individuata nel gennaio 2014 grazie a uno scatto aereo. Secondo gli archeologi la basilica risale al 310 d.C. circa e probabilmente crollò a causa di un grande terremoto che colpì l’intera regione nel 740 d.C. Resta da chiedersi se, per rendere il sito fruibile ai visitatori, potranno non dire, o peggio dimenticare, che quei resti appartengono al mondo cristiano che abitò quelle aree ben prima della caduta di Costantinopoli? E’ certo che il progetto conferirà all’area un forte richiamo turistico. Nuova attrattiva in più per il sesto Paese più visitato al mondo (l’Italia è al quinto posto), definito grazie al suo enorme e variegato patrimonio culturale la “Culla delle civiltà”. L’Anatolia è stata una delle prime aree di diffusione del Cristianesimo. San Paolo, uno dei più grandi apostoli della Chiesa, nacque in Anatolia. Nell’antichità la regione fu sede dei primi, decisivi, concili ecumenici. Costantinopoli è stata fin dal 381 sede di Patriarcato. E secondo un’antica tradizione, la Madre di Gesù avrebbe abitato negli ultimi anni di vita in una casa a nove km a sud di Efeso, su un fianco dell’antico monte Solmisso. Il luogo è tuttora visitabile ed è denominato «Madre Maria» (in turco Meryem Ana).
Ma tutto ciò sicuramente il Signor Erdogan non lo sa.
Carlo Franza