index8Stagione vivace per l’arte di Renato Guttuso(1911-1987), e mentre Roma lo celebra con una mostra di dipinti a soggetto religioso alle Scuderie del Quirinale,  le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia inaugurano la nuova stagione espositiva con opere scelte del grande maestro italiano, figura eccelsa non solo dell’arte figurale ma figura primaria dell’arte realistindex1a. D’altronde l’indagine da lui condotta sulla forza espressiva degli oggetti attraverso la serie di nature morte realizzate dalla fine degli anni Trenta fino alla maturità, è il cuore di un percorso che riunisce più di cinquanta opere provenienti da sedi prestigiose come il MART di Trento e Rovereto, la Fondazione Magnani Rocca, il Museo Guttuso e i Musei Civici di Udine e altre collezioni private, dando luogo ad una retrospettiva dal sapore inedito. Le sale delle Scuderie ospitano la mostra dal titolo  “Guttuso. La forza delle cose”. Il progetto, patrocinato dal MiBACT Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, è prodotto e organizimageszato da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia, l’Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi, gli Archivi Guttuso e curato da Fabio Carapezza Guttuso e di Susanna Zatti.  Il maestro siciliano fu capace di affidare agli oggetti inanimati riflessioni sulla condizione umana, sulla cultura, sulla ricerca pittorica realista approdando ad allegorie del reale. Ma la mostra riallaccia  anche i fili delle influenze che i rapporti con intellettuali, scrittori, scultori, poeti, registi e musicisti del suo tempo esercitarono sulla sua produzione non solo index2pittorica ma anche illustrativa, cinematografica, scenografica, letteraria e politica. Aspetti messi in luce anche grazie ad un nucleo di fotografie concesse dagli Archivi Guttuso e da filmati conservati nelle Teche Rai che chiuderanno il circuito avvicinando ancor di più il pubblico all’artista e all’uomo.
Contemporaneamente, è in corso  la mostra “Guttuso. Inquietudine di un realismo” a Palazzo del Quirinale a Roma con  opere di ispirazione religiosa, che offrono  ulteriori spunti di comprensione di una carriera articolata e unica, e di cui abbiamo già dato notizia giorni orsono qui su Il Giornale.

images4Le nature morte di Renato Guttuso costituiscono, dalla fine degli anni Trenta, una componente essenziale della sua produzione e un punto di riferimento per gli artisti della sua generazione. L’artista indaga ossessivamente una serie di oggetti che si animano nelle tele e che diventano i protagonisti indiscussi delle opere grazie alla straordinaria forza espressiva e alla potenza cromatica.
La carica travolgente delle nature morte di Guttuso è certamente una caratteristica distintiva della sua pittura. index7La mostra presenta una serie di capolavori che documentano, negli anni Quaranta, con “Natura con drappo rosso” (1942) l’impegno dell’artista a testimoniare la drammatica condizione esistenziale, imposta dalla dittatura e dalla tragedia della guerra, cui si contrappone, come una bandiera, il grande panno, rosso squillante; nel dopoguerra, con Finestra (1947) o Bottiglia e barattolo (1948), il crescente interesse verso la sintesi post- cubista picassiana, che ci rivela il profondo impegno dell’artista nel recupero della cultura artistica europea; per arrivare, negli anni Sessanta, ad una nuova fase della pittura guttusiana, che rivela una dimensione più meditativa, derivante anche dalla elaborazione, nei suoi scritti, dei temi del realismo e dell’informale, visibile ne “Il Cestello” (1959), “La Ciotola” (1960) e “Natura morta con fornello elettrico” (1961).

index9th1L’esposizione si conclude con una selezione di dipinti della fine degli anni Settanta-inizio anni Ottanta, periodo in cui la continua ricerca del reale di Guttuso si accentua per dare vita a celebri dipinti come “Cimitero di macchine” (1978), “Teschio e cravatte, Bucranio, mandibola e pescecane” (1984) che diventano metafore e allegorie del reale. Durante la sua carriera Renato Guttuso ha collaborato con importanti scrittori come Moravia e Vittorini, scultori come Manzù e Moore, poeti come Pasolini e Neruda, registi come De Sica e Visconti, musicisti come Nono e artisti come Picasso. Questi rapporti hanno influenzato  i suoi lavori e ispirato  non solo dipinti, ma  anche illustrazioni per libri, scenografie teatrali, collaborazioni cinematografiche, sodalizi letterari e politici. Nel  percorso della mostra  sono utili tutta  una serie di fotografie – in parte inedite – concesse dagli Archivi Guttuso, che permetteranno di approfondire la vita dell’artista, raccontandone abitudini, amicizie e curiosità. Approfondimenti video sono stati messi a disposizione da Rai Teche, tanto da permettere di potersi avvicinarsi ulteriormente all’artista e alla sua opera, ascoltandone non solo la sua voce, ma vedendolo dipingere nel suo studio sia romano che in quello di Varese. Mostra di grande impegno, di grande forza, di grande storia, che dà un’idea significativa di cos’è stato Renato Guttuso e di cos’è stata la sua pittura nel quadro della cultura e della politica italiana.

 

Carlo Franza

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