2june2006_132…… Europa, con essa i governanti ci hanno preso e ci prendono per i fondelli. Europa di qua, Europa di là, Europa di sopra, Europa di sotto. Basta con questa Europa, non se ne può più, l’Europa non tifa Italia, ed io oggi mi sento profondamente  italiano e non europeo. L’Italia oggi si trova in una condizione peggiore che non quella della seconda guerra mondiale, disoccupazione alle stelle, produzione zero, generazioni senza futuro, città insicure, e potrei continuare all’infinito. Dirò di più che stante così il panorama forse è meglio invocare un colpo di stato militare, che prendano loro, i militari,  in mano la situazione di questo paese ormai inabissato in una palude pericolosissima. E badate bene che non è solo una mia idea, perché un sondaggio  messo in piedi  dal sito “scenareconomici.it ” ha  evidenziato che ben il 70%  degli italiani dinanzi al caos imperante ormai in Italia non abbia altra scelta. Il sondaggio è partito da una serie di domande tipo.  Leggo nel sito di “Scenari economici” : “La finalità del nostro sondaggio era puramente di indagine politico-sociologica: percependo un diffuso malcontento , volevamo capire quanto questo fosse prorisultati-sondaggio-golpefondo, quanta sfiducia avesse scavato nel nostro sistema politico e nel sistema parlamentare. La scelta poi del sistema maggioritario, che delega il potere non alla parte con maggiori voti in modo assoluto, ma a quella relativamente più votata, unita all’uso, o abuso dei voti di fiducia, ha portato sicuramente nella perdita di fiducia nel sistema democratico, come del resto indica anche l’avanzata dell’astensione.

Frontex-ingressi_illegali_ueIn questa situazione abbiamo voluto fare una domanda paradossale per vedere chi sarebbe disposto a sacrificarsi a favore di questo sistema, chi rimarrebbe passivo spettatore e chi si impegnerebbe attivamente alla sua fine, anche senza avere un’idea di ciò che ne potrebbe risultare. Uno scenario estremo, il colpo di stato militare, ma è proprio negli estremi che si comprende il funzionamento di una regola. In questo riteniamo di essere dei semplici termometri che hanno misurato la temperatura politica di una società, ed il risultato è estremamente significativo”.

C’è di più, Renzi ci ha trascinato addosso questa invasione che giornalmente abbiamo sulle nostre coste. Basta, basta, basta. E il basta va anche al beneplacito di Santa Madre Chiesa e a  Papa Bergoglio che vuole i migranti in Italia ma non in Vaticano. Ed è anche ora di finirla con l’imbonire gli italiani e far credere loro che gli immigrati servono all’Italia che non fa figli. Chi lo ha detto che l’immigrazione fa crescere un Paese?  Pensate che  la certezza che non sia così arriva da Martin Wolf, economista britannico da 27 anni commentatore sul Financial Times. In Italia da anni si discute senza particolare successo per la chiarezza su quanti benefici o danni porti l’immigrazione di massa all’economia del Paese. E poi c’è il Presidente  dell’INPS Tito Boeri  che si crede politico d’avanguardia e  lancia numeri in libertà, arrivando persino a  sottolineare i 38 miliardi che l’Italia perderebbe fino al 2040 se chiudesse le frontiere all’immigrazione.migranti-sbarcati-storico

“Lasciamo stare gli approcci ideologici – dice Wolf al Giorno -. Il contributo economico dei migranti è molto limitato. L’immigrazione – dice l’economista – non è un peso, ma neanche una panacea economica per nessun Paese“. Il caso italiano è per certi aspetti emblematico: “Oggi tra contributi previdenziali e tasse pagate, gli immigrati contribuiscono per 17 miliardi di euro l’anno e ne costano quasi 16. L’attivo quindi è molto lieve”.

In un passaggio dell’analisi di Wolf è emersa una posizione che farebbe rizzare le orecchie ai politici  italiani: “Credo che sia una politica ragionevole quella di tutelare gli interessi dei propri cittadini e dei loro discendenti. Non è razzismo. Non dico che sia la politica giusta, o quella che suggerisco in ogni caso, ma che politicamente è legittima, specialmente se l’afflusso atteso è numericamente importante”.

Ai nostri lettori ulteriori analisi, ormai la china italiana è sempre più ripida. Le elezioni governative prossime o danno una vera svolta al Paese  in senso totale o l’Italia cambierà nome in “Afritalia”.

Carlo Franza

 

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