GNAM via Palma BucarelliE’ di  questi giorni , contestualmente alla grande mostra del Salone Centrale, “È solo un inizio. 1968” curata da Ester Coen, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea inaugura, nella Sala Aldrovandi, le due esposizioni “Palma Bucarelli. La sua collezione”, a cura di Marcella Cossu e “Renato Guttuso. Un uomo innamorato”, a cura di Barbara Tomassi.IMG20100611102542450_900_700

A trent’anni dalla morte, la Galleria Nazionale rende omaggio a uno dei massimi esponenti del Neorealismo pittorico, Renato Guttuso (1911 – 1987), con una mostra che intende approfondire la personalità schiva e combattiva dell’artista sotto un profilo insolito, più passionale, forse più vicino a quello che Marino Mazzacurati definiva “sfrenato”. La sua produzione artistica è documentata, oltre che dalle 23 opere presenti in mostra, anche da fotografie e filmati d’epoca provenienti dall’Archivio Guttuso e Rai Teche.

Ma nello scritto in questione voglio soprattutto soffermarmi sulla mostra che tratta di  Palma Bucarelli che è stata, per la mia  formazione culturale e intellettuale, insieme a Giulio Carlo Argan, un  punto vitale di riferimento oltreché amica di percorsi romani. Ne scrivo con commozione ripensando agli anni fra il Sessanta e il Settanta del Novecento.
23“Palma Bucarelli. La sua collezione”, a vent’anni dal lascito al museo avvenuto nel 1998 da parte della storica Soprintendente e Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna (1941-1976), sono presentati  in mostra 43 delle 80 opere che hanno fatto parte della collezione.
Si va da Hans Richter del 1917-18 e Henry Moore del 1931, alla figurazione italiana degli anni ’30-’40 con Arturo Martini, Renato Marino Mazzacurati, Alberto Savinio, Giacomo Manzù, oltre a un nucleo di grafiche e acquerelli di Giorgio Morandi, per approdare nel dopoguerra all’Astrattismo di Prampolini e di alcuni ex giovani di Forma 1: Piero Dorazio, Pietro Consagra, Giulio Turcato. A rappresentare gli stranieri sono invece Masson, Tàpies, Hartung e Twombly, di cui nel ’58 Bucarelli presentò la prima personale romana alla Galleria La Tartaruga. Di particolare rilievo è il nucleo di opere di Jean Fautrier, cinque in tutto, due dipinti e tre grafiche.bta02501

Mi preme ricordare l’ultima mostra che si imbastì a Roma sul suo storico nome,   e fu quella quel 2009 a  cento anni dalla nascita di Palma Bucarelli, quando la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma dedicò una mostra a colei che fu Direttrice e poi Soprintendente della Galleria dal 1942 al 1975. Le opere, circa centocinquanta, e il materiale d’archivio esposto documentarono l’attività di Palma Bucarelli a sostegno della promozione dell’arte contemporanea italiana e straniera e la sistemazione museografica della Galleria.
Attraverso la presentazione di circa centocinquanta opere tra dipinti, sculture, grafica, e di altrettante fotografie d’epoca, si documentò l’attività di Palma Bucarelli indirizzata all’incremento delle collezioni del museo, alla conoscenza di personalità del mondo artistico di rilievo sia italiane che internazionali, alla promozione dell’arte italiana all’estero. Queste le sezioni di quella storica mostra:68309
– la scultura italiana degli anni ‘50 e ‘60 (Calò, Carrino, Cascella, Ceroli, Colla, Consagra, Fontana, Guerrini, Lo Savio, Lombardo, Lorenzetti, Leoncillo, Mannucci, Marotta, Marzot, Mastroianni, Mattiacci, Melotti, Pierelli, Pascali, Pomodoro G., Pomodoro A., Santoro, Somaini, Uncini, Zorio, ecc.)
– l’Arte cinetica e l’arte programmata italiana e straniera (Alviani, Mari, Gruppo T, Gruppo N, Schoeffer, Huecker, Le Parc, ecc)
– una selezione dell’ “Esposizione di arte contemporanea 1944-1945” (De Pisis, Marino Marini, Scipione, Pirandello, Mafai, Afro, Mirko, Mazzacurati, Fazzini, ecc.)
– un video con un’antologia di interviste rilasciate in televisione da Palma Bucarelli (Teche RAI, a cura di Anna Maria Cerrato)
– gigantografie, fotografie, libri e articoli di Palma Bucarelli
– la vita di società di Palma. Seguire la moda e il gusto dell’epoca con la selezione di alcuni abiti del suo guardaroba donato nel 1992 al Museo Boncompagni Ludovisi e un gruppo di gioielli a lei appartenuti (tra cui opere di Afro e Mastroianni) e da lei collezionati per la Galleria nazionale
– una sintesi delle mostre realizzate nella  Galleria Nazionale di Roma  tra gli anni cinquanta e i settanta con una selezione di opere di artisti quali:Modigliani, Mondrian, Pollock, Morandi, Scipione, Gino Rossi, Kandinskji, Richter, Malevic, Fautrier, Moore, Prampolini, Klee, Colla, Manzoni, Baumeister, Capogrossi ecc.
– una sintesi del riordinamento del 1969 di arte italiana (Burri, Fontana, Capogrossi, Novelli, Pascali, Dorazio, Perilli, Scialoja, Corpora, Accardi, Sanfilippo, Tancredi, Vedova, Rotella, Twombly, Adami, Festa, Schifano, ecc.).

bta02503 Ora, ecco la mostra dell’ottobre 2017 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma che squaderna  una parte importante della  sua collezione , 43 opere su ottanta donate  e che danno idea delle sue scelte, delle sue attenzioni, delle sue aperture, delle sue sensibilità estetiche. Palma Bucarelli è stata per l’Italia una pioniera dell’ arte contemporanea non solo italiana ma internazionale.   bta02502

Palma Bucarelli (Roma 1910 – 1998), Critica d’Arte e Storica dell’Arte Italiana è stata una delle più importanti Direttrici-Soprintendente di museo italiane del Novecento.
Si  laurea in Storia dell’Arte con Pietro Toesca. Durante il corso di perfezionamento conosce Giulio Carlo Argan, che sarà per tutta la vita un punto di riferimento personale e professionale. Dopo aver vinto il concorso “per la carriera direttiva degli storici dell’arte”, dal 1933 al 1936 lavora alla Galleria Borghese. Successivamente viene trasferita alla Soprintendenza di Napoli, dove resta un anno. Dall’agosto 1937 è ispettrice alla Soprintendenza del Lazio, e dal dicembre 1939 ispettrice presso la rev171402(1)-oriSoprintendenza alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, di cui è stata soprintendente dal 1941 al 1975.
 1969, Con Paola e Rita LeviMontalcini, e Portoghesi

Il 1944 è un anno di riflessione e maturazione da cui nasce il diario Cronaca di sei mesi, pubblicato nel 1997. Quello stesso anno riapre – prima in Italia – la Galleria, con undici sale dedicate alla giovane pittura italiana. Emergono, da questo momento in poi, i gusti della Bucarelli: Morandi, Scipione, Savinio, mentre un presunto ostruzionismo nei confronti di de Chirico determinerà un’inimicizia duratura, e molte polemiche negli anni a seguire. Grazie anche al supporto di Lionello Venturi, dal 1946 la direttrice avvia un’attività didattica avanzata. Dal 1948, la predilezione per l’astrattismo si fa sempre più chiara: è l’anno della mostra Arte astratta in Italia. Nel 1951 è la volta di Arte astratta e concreta in Italia, che sancisce ulteriormente l’orientamento del museo. Perilli, Consagra, Dorazio, Turcato, Corpora, Scialoja, Capogrossi sono i “suoi” pittori; fra le acquisizioni internazionali figurano opere di Moore, Klee, Ernst, Giacometti, Zadkine, Picasso.

Gli anni Cinquanta sono quelli delle grandi mostre che l’hanno resa celebre per le scelte anticonformiste, nonché per le polemiche che ne sono seguite: Picasso (‘53), Scipione (’54), Mondrian (’56, con allestimento di Carlo Scarpa), Pollock (‘58). Quest’ultima mostra, insieme all’esposizione del Sacco grande di Burri l’anno successivo, è il detonatore che fa esplodere la polemica astrattismo-realismo. Sono anni difficili per Palma, difesa da una generazione di artisti e di critici a lei affini (soprattutto Argan e Venturi), ma attaccata sia sul piano culturale che su quello gestionale. Nel ’61 compie un tour di conferenze negli Stati Uniti; nel ’62 è nominata commendatore dal presidente Segni. Una nuova stagione polemica si apre con il decennio successivo, quando la Bucarelli, ancora e sempre capace di vedere il nuovo e di promuoverlo, imprime un inedito corso al programma culturale della Galleria, ospitando gli spettacoli di Tadeusz Cantor, i concerti di Nuova Consonanza, la mostra di Piero Manzoni (1971). L’acquisto della Merda d’artista sarà oggetto di una interrogazione parlamentare.
Nel ’72 riceve la Légion d’Honneur e diviene Accademica di San Luca; nel ’75 è nominata Grande ufficiale della Repubblica. Dona una ottantina di opere d’arte della propria collezione alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, i carteggi all’Archivio di Stato e la Biblioteca all’Accademia Nazionale di San Luca.

 Carlo Franza

 

 

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