Antonio Paolucci direttore dei MuseiVaticani così si è espresso  a proposito di Raffaello  e della Stanza di Eliodoro dopo la pulitura:“ Collocatevi al centro di quel piccolo spazio  e guardatevi intorno. Capirete in che cosa consiste il genio di Raffaello. Capirete perchè la sua pittura resta il vertice assoluto,l’ineguagliato zenith  di tutti i tempi”. Ora a pulitura ultimata di questa nobile Stanza di Eliodoro  anticamente destinata alle udienze private del pontefice e decorata da Raffaello subito dopo la Stanza della Segnatura,si è scoperto che  il segreto della riuscita dei suoi capolavori era “la velatura a calce”.E dire  che Raffaello venticinquenne iniziò a lavorare alle Stanze(Sala di Costantino, Stanza di Eliodoro, Stanza della Segnatura,Stanza dell’Incendio) nello stesso periodo in cui Michelangelo dipingeva la Creazione del Mondo  sulla volta della Sistina. Nessuno prima e nessuno dopo Raffaello, ha mai pensato di utilizzare questa tecnica unica e misteriosa. Pratica sconosciuta ai contemporanei di Raffaello, non ne fa cenno neppure il Vasari e tutti i manuali di tecniche artistiche la ignorano. Segreto scoperto in occasione proprio del restauro della Stanza di Eliodoro, autore Paolo Violini che dal 1996 ha diretto il cantiere di restauro delle Stanze.Violini ha riconosciuto questa velatura sullo scudo del soldato addormentato sulle scale. Ne era già stata trovata traccia anche nella Stanza della Segnatura con quella nuvola che Raffaello usò per avvolgere una quadriglia di angioletti nell’emiciclo dei santi, patriarchi e profeti della Chiesa trionfante.La Stanza è stata voluta da Giulio II della Rovere con un programma politico adatto  a documentare la protezione  miracolosa di Dio  alla Chiesa minacciata: la cacciata di Eliodoro dal tempio (i Francesi
dall’Italia), la Liberazione di San Pietro dal carcere (la fine di un possibile scisma), il miracolo di Bolsena(la presenza di Dio), Leone che ferma Attila(la potenza del carisma petrino). E a coronamento ancora  una serie di ritratti (il papa in preghiera e in sede gestatoria,gli svizzeri, il corteo papale), di vedute straordinarie(Roma e il Colosseo) e perfino interni mirabili con la messa sotto la volta marmorea. La Liberazione di San Pietro è una delle punte di bellezza della storia dell’arte,con un notturno che non ha paragoni né con Piero della Francesca, né con Caravaggio, né con Goya. Un capolavoro assoluto. La Stanza della Segnatura fu conclusa nel 1513 e Raffaello moriva il venerdì santo  del 6 aprile 1520 così com’era nato nel venerdì santo del 28 marzo 1483. I primi restauri alle Stanze furono quelli di Sebastiano del Piombo per riparare i danni del Sacco di Roma del 1527 con la discesa dei Lanzichenecchi i quali avevano danneggiato i volti dei pontefici e con graffiti inneggiato a Carlo V e a Lutero.  Tra ‘500 e ‘600 ancora interventi  di Giovanni Guerra e Simone Laghi,  nel ‘700  quelli di Carlo Maratta  con panni bianchi imbevuti di vino greco. E infine un restauro scientifico negli ultimi anni Cinquanta del Novecento, che non dette proprio lustro al grande maestro. Oggi invece quel capolavoro dell’affresco della Liberazione di San Pietro , il più ispirato tra quelli dipinti dall’artista, ci fa scoprire un Raffaello inedito e divino.

Carlo Franza

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