La Cultura in Italia, di questi tempi, è morta.
Le statistiche europee(Eurostat) non portano buone notizie per la nostra nazione.E questo non soltanto sul fronte economico. La cultura in Italia è morta. Esprimono bene ciò le installazioni dell’artista Alicia Martin, la cultura viene gettata fuori dalle finestre, è diventata monnezza. L’Italia che è prima al mondo per patrimoni e monumenti artistici, è l’ultima fra i 27 paesi dell’Unione Europea per la percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura,ovvero l’1,1% del prodotto interno lordo, ben sapendo che la media dell’Unione Europea è del 2,2. C’ è solo la Grecia dietro di noi, e il nostro paese è al penultimo posto per quanto riguarda le spese utilizzate per l’istruzione, infatti spendiamo cioè solo 8,5% per professori,università,libri, personale non docente, ecc.; il che vuol dire che si investe poco per la formazione degli italiani del domani. D’altronde se i nostri deputati e senatori dicono che con la cultura non si mangia, come è possibile portare l’Italia fuori dalle secche in cui è precipitata? Non investire in cultura vuol dire creare somari, ne hanno saputo qualcosa le “iene” che interrogando deputati e senatori hanno ricevuto risposte che hanno dell’ incredibile e che invece persino i maturandi 2013 conoscono. Il deputato Mosca (Pd) non sa cos’è lo scandalo Vatileaks, l’on. Lauricella (Pd) ha dichiarato di non sapere chi è Netanyahu, l’on. Bueno (Unione Emigrati Italiani ) non sa cos’è lo Ior e sulla parola “vatileaks” dice essere un termine latino. Persino l’on.Matteo Orfini (Pd) già portavoce di Massimo D’Alema, non conosce il nome dei quattro Evangelisti. E non spaventatevi se taluni deputati e senatori del piazzone che è Grillo che impazza su tutto e tutti sul suo blog, sono a corto di conoscenze terra terra. Il capogruppo del Movimento Cinque Stelle al Senato Vito Crimi(M5Stelle), quello che giudica e silura i dissidenti del suo movimento, non conosce il significato della parola “perestroika” anzi sostiene che ne è stato promotore “Stalin”. E ancora l’On. Rostellato (M5Stelle) non conosce l’acronimo BCE, secondo lui sta per Banca della Comunità Europea. L’On. Angelo Cera (Udc) sindaco di San Marco in Lamis in provincia di Foggia non conosce il significato di termini come spread, rating, deficit e debito pubblico. Anche l’on. Lorenzo Ria (Udc) già presidente della provincia di Lecce ha fatto una brutta figura proprio sulla parola spread. Con questi Parlamentari asini è chiaro che la cultura è messa alle strette e professori, critici, studiosi, scrittori – quelli veri-sono oggi merce rara. E già, questi parlamentari sono come “Franti” il personaggio cattivo del libro “Cuore” di Edmondo De Amicis che seduto all’ultimo banco nell’ aula scolastica non ha mai
studiato, nè aveva voglia di farlo, e persino sghignazzava se qualche secchione gli ruotava attorno. L’Italia oggi si presenta così.
Carlo Franza