I Francescani della Custodia di Terra Santa, che da oltre 800 anni custodiscono i luoghi della Redenzione, intendono inaugurare nel 2015 a Gerusalemme il TERRA SANCTA MUSEUM, l’unico Museo al mondo sulle radici del Cristianesimo e la conservazione dei Luoghi Santi. Il Museo coprirà una superficie espositiva di 2.573 m2 e sarà composto da tre sezioni, Archeologica, Multimediale e Storica, distribuite in due sedi esistenti (Convento della Flagellazione e Convento di San Salvatore), poco distanti tra loro e vicine alle principali mete di pellegrinaggio e turistiche di Gerusalemme (la Spianata delle Moschee, il Muro del Pianto, la partenza della Via Crucis e il Santo Sepolcro). «È giunto il momento, per noi frati della Custodia – ha sottolineato Fra Renato Beretta durante l’incontro di presentazione a Milano – di condividere il grande patrimonio di reperti archeologici e opere d’arte che abbiamo raccolto nei secoli. La povertà di Francesco è quella di chi non tiene niente per sé ma condivide ciò che ha con gli altri. Gli oggetti che abbiamo raccolto, parlano della Storia che ha a che fare con Gesù Cristo». La stima degli investimenti relativi alla progettazione, ristrutturazione degli edifici, allestimento e arredi è pari a 4,5 milioni di euro. La Custodia di Terra Santa, oltre a rendere disponibili a titolo gratuito le aree museali, ha stanziato più di 1,1 milioni di euro per il progetto. Le donazioni occorrenti per far fronte alle esigenze finanziarie sono pari a circa 3,5 milioni di euro. Dopo un primo periodo di investimento e di avviamento, della durata di circa tre anni, il progetto potrà sostenersi autonomamente generando flussi di cassa disponibili per eventuali altre iniziative museali promosse dalla Custodia di Terra Santa. La progettazione architettonica e la direzione dei lavori di allestimento sono a cura di Giovanni Tortelli, dello Studio GTRF Tortelli Frassoni Architetti Associati che ha individuato la metodologia espositiva e un linguaggio stilistico rigoroso ed essenziale. La fase di analisi e studio delle collezioni e la progettazione esecutiva si sono concluse alla fine del 2012. Il 4 ottobre del 2013, giorno di San Francesco, inizieranno il lavori. Il Museo sarà diviso in due sedi all’interno della città vecchia di Gerusalemme: il Convento della Flagellazione e il Convento di San Salvatore, due costruzioni ottocentesche, con alcune parti molto antiche, romane, bizantine, e medioevali del periodo crociato. Il primo ospiterà il Museo Archeologico e il Museo Multimediale e si trova all’inizio della Via Dolorosa che porta al Santo Sepolcro (percorso delle “Via Crucis”). Attualmente è sede del Museo Archeologico dello Studium Biblicum Franciscanum, attivo già dal 1902 (il più antico museo di Israele), che sarà quindi ristrutturato e notevolmente ampliato.  Il Museo si trova nell’area della Fortezza Antonia, secondo la tradizione il luogo della condanna di Gesù, della quale si possono ancora vedere resti di murature, pavimentazioni e cisterne che saranno inglobate nel percorso espositivo. Conosciuto per lo più dagli studiosi per i suoi reperti importantissimi l’attuale spazio museale è dotato di depositi con innumerevoli materiali inediti, non visibili al pubblico, che saranno esposti e valorizzati nel nuovo Museo. Per incrementare lo spazio espositivo saranno recuperati ed allestiti anche alcuni affascinanti ambienti ipogei di epoca crociata, con grosse murature in pietra a vista, e saranno create superfici soppalcate destinate ad accogliere le collezioni archeologiche tematiche più significative dello Studium Biblicum. Il Convento di San Salvatore invece, sede della Custodia di Terra Santa, si trova nei pressi di Porta Nuova, il punto di ingresso al quartiere cristiano, luogo di passaggio di molti pellegrini diretti al Santo Sepolcro. Qui, sotto le volte a crociera dell’ex biblioteca, sarà collocato il Museo Storico, ricco di opere d’arte e di documenti rari, annesso al quale sarà recuperata la suggestiva cantina (di 800 m2 la più grande di tutto il mondo orientale) per realizzare una zona di sosta e ristoro. Il criterio-guida espositivo scelto per il Museo Archeologico è di tipo geografico-evangelico, determinato in parte dagli straordinari reperti provenienti dai siti archeologici scavati nei luoghi della vita di Cristo, ma anche dall’interesse del pubblico, i pellegrini, cui esso principalmente si rivolge. Per quello storico è stato invece scelto un criterio tematico, evidenziando l’importanza della missione francescana in Terra Santa, le vicende della Custodia e le sue relazioni con il mondo mediorientale e con gli stati europei. Il direttore del progetto museologico è Gabriele Allevi, il quale ha curato l’ordinamento tenendo conto di diversi presupposti: le finalità culturali dettate dalla committenza, i patrimoni a disposizione e i diversi pubblici a cui il Museo si rivolge. Un nucleo importante del Museo è  quello formato dalle straordinarie e rare collezioni di scultura, dipinti, oreficeria, libri miniati, paramenti liturgici e preziosi documenti d’archivio, donate nei secoli dalle Case Reali europee (Spagna, Inghilterra, Portogallo, Francia di Luigi XIII e XIV, Impero Asburgico), dalle Repubbliche italiane (Regno di Napoli, Ducato di Milano, Repubblica Veneta e Genovese e dalla Toscana), e dallo Stato della Chiesa, per manifestare la loro devozione ai Luoghi Santi e sostenere la Custodia di Terra Santa. Il patrimonio artistico è composto da sculture, dipinti, oreficeria (calici e candelabri), codici miniati del ‘400 e ‘500, rari vasi da farmacia, armature, corredi, paramenti liturgici e preziosi documenti d’archivio. Un sala sarà dedicata al Tesoro di Luigi XIII e XIV, unico esempio di oreficeria Barocca e Rococò, andata distrutta con la rivoluzione francese e quindi unico nucleo completo di suppellettili sacre della famosa oreficeria francese. Tutte queste opere appena citate (solo in parte esposte in questi mesi nella mostra “Trésor du Saint-Sépulcre. Présents des cours royales européennes à Jérusalem” di Versailles) vengono utilizzate raramente in occasione di liturgie, quindi non sono visibili al pubblico se non raramente. Fanno parte sempre della sezione dei “Tesori dell’Europa” il Trono in oro e gemme preziose donato da Carlo di Borbone, Re di Napoli, nel 1754 e bellissimi Codici Miniati, tra cui tre antifonari della scuola Toscana e Lombarda, donati da Enrico IV di Inghilterra alla fine del XIV secolo. Infine ricordiamo lo straordinario “Tesoro di Betlemme” scoperto per caso nel 1863,  comprendente un Pastorale in rame sbalzato e dorato del XIII secolo, proveniente la Limoges, ma anche candelieri, canne d’organo, campane ecc. Di grande valore anche la sezione archeologica composta dai reperti ritrovati in occasione degli scavi condotti negli ultimi 150 anni nei Luoghi Santi: nelle località della vita terrena di Gesù, dalla sua nascita a Betlemme, alla vita nascosta a Nazareth, a quella pubblica a Cafarnao (con la casa di Pietro) e in Galilea (Tabga e Cana dove avvennero i primi miracoli), fino alla sua passione, a Gerusalemme (Santo Sepolcro e Getsemani). Materiali pittorici (affreschi), ceramici e scultorei, mosaici bizantini, monete, frammenti di piatti, materiali architettonici (capitelli
crociati), vasi dalle tombe dell’età del bronzo, sarcofagi, alabastri, gioielli (scarabei, sigilli e cammei), lampade, ossuari con iscrizioni, ecc.,
riferibili
cronologicamente ad un periodo storico che parte dall’età cananea (II millennio) fino al medioevo crociato (XI-XII sec. D.C.). Con collezioni specialistiche straordinarie anche dell’Egitto e della Mesopotamia.
Tra le opere conservate ricordiamo i bellissimi capitelli crociati raffiguranti la storia degli apostoli, esempi di scultura borgognona, che sono tra i meglio conservati al mondo in quanto mai messi in opera, ritrovati nel 1906-1909 in una grotta presso il Convento dell’Annunciazione di Nazareth, oppure i numerosi ossuari provenienti del sito archeologico del Dominus Flevit, che testimoniano come, molto probabilmente, esistesse già una necropoli giudaico-cristiana nel I secolo d.C. Al Santo Sepolcro sarà dedicata una grande sala con bellissimi manufatti crociati. Dopo 2000 anni di terremoti, distruzioni, incendi e rifacimenti architettonici questo Luogo Santo è difficilmente leggibile. Il nuovo Museo servirà anche a ridare senso a questo monumento così importante e meta ogni anno di pellegrini che provengono da ogni parte del mondo.

Carlo Franza

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