Andrea Boyer, pittore e fotografo milanese, ritorna alla fotografia con una mostra di raffinata professionalità. In ogni scatto luce e tempo raccontano l’esistenza.
Di mostre su Andrea Boyer Milano,1956) pittore ne abbiamo recensite varie, specie quando ha esposto con cadenze mirate alla Compagnia del Disegno presentato da Giovanni Testori. Ma Boyer non ha solo la pittura per amante, anche la fotografia ha catturato da sempre la sua sensibilità. Ora con il titolo “La luce del tempo” fa vivere una bellissima mostra di fotografia, che è come la parte gemella della pittura, alla RB contemporary in Foro Buonaparte a Milano. La luce è il suo pennello fotografico, con essa ritaglia i soggetti prescelti e li rende più vivi che mai. La fotografia con Boyer è come uscita dal coma, è tornata a vivere e a sorridere. Nella pittura l’indagare i soggetti, i corpi, i nudi, le pose, i particolari,i vestimenti, tutto sapeva di filosofia esistenzialista, qui invece la poesia resiste al battere del cuore del tempo. Ecco visioni che sanno di estasi, di frutta, vegetali, paesaggi, e la luce coglie le diverse ore del giorno da quelle diurne a quelle notturne. Il tempo e la sua luce da protagonisti coprono come un velario anche le serie degli esterni. Il singolare sforzo dell’uomo di governare la natura. Affascinanti geometrie e inserimenti logici dell’uomo nel contrasto della casualità della natura. Esterni che si fanno scenografie in forme e luce, morbide, o in geometrie e volumi secchi, quasi violenti. Nella serie delle “Nicchie” vengono ritratti oggetti di casa, colti nel quotidiano, fermati per sempre. Questi oggetti nobilitati si incontrano in nicchie di legno, essenziali, semplici e calde, oppure nella freddezza del rame ossidato. In tutte elemento fondamentale è sempre il tempo. Ma anche la fotografia,questa fotografia di Boyer, raccoglie tracce che sanno di pittura, e rimandi non solo caravaggeschi o veermeriani; queste immagini, opere di significativa fattura, sono frutto sia di una cultura poetica che gli vive dentro che di una cultura filosofica che porta dopo la visione a riflettere, a interrogarsi sul senso di tutto, a far leggere la luce come la pelle di un corpo che sobbalza, sorride, gioisce, si duole. Andrea Boyer è proprio un grande artista che si stupisce per sé ma fa stupire ancor più gli altri.
Carlo Franza