Gabriella Ventavoli. Il mare in una lezione orfica di grande respiro.
“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare”. Così andava osservando Andy Warhol. Ma era chiaro che nella terra ci sono anche le acque e il mare. E i paesaggi, il mare e le vette sono il più bel quadro che l’uomo possa avere, anche se troppo scontato e perfino dimenticato. Non è difficile immaginare quei paesaggi e quella vista mozzafiato come un quadro in tre dimensioni. Tuttavia, è altrettanto facile capire che basta poco per danneggiare irreparabilmente quell’opera d’arte. La natura va rispettata. L’ambiente va rispettato. Basta guardarsi intorno e basti pensare alla nostra penisola per tre quarti circondata dal mare. Già il mare, quello che tutti i bambini sognano e che i grandi ricercano per le loro vacanze. Facile ricordare le lunghe passeggiate sulla spiaggia da piccoli, quando ci si soffermava ad ascoltare lo sciabordio del mare e le voci dei gabbiani e ad osservare il frangersi delle onde sulla battigia. Ecco tutto questo va salvato. Se poi in arte ci sono artisti che sentono il bisogno non solo di rappresentare il mare ma di porgere una lezione sull’ambiente, allora il discorso non è più solo estetico ma storico e sociologico. A Milano è aperta presso la”La Porta Verde” la mostra personale dell’artista Gabriella Ventavoli con il titolo “Elegia del mare”. Poco più di venti grandi opere, teleri che sono un omaggio forte al mare, agli oceani, alle acque del globo terrestre, una palpabile riflessione sull’ambiente che avvolge l’uomo. Da sempre il percorso artistico di Gabriella Ventavoli, artista di chiara fama, si connatura nel sentire l’arte come impegno civile e morale, spaziando su tematiche legate all’ambiente, alla vita, alla salvaguardia del mondo e delle sue risorse naturali, a significare attraverso un piano via via ideale e colto i quattro elementi che da sempre hanno portato filosofi , poeti e pittori a scrivere, riflettere e dipingere, ovvero l’aria, l’acqua, la terra e fuoco. Oggi la tematica di grande fascino presentata dall’artista, toscana di origine ma milanese di adozione, è il mare. Grandi teleri che ci parlano delle acque del mondo, degli oceani della terra, del mare in quiete e in tempesta. La sua pittura programma archetipi della cultura e della vita quotidiana, secondo un’iconografia evocativa e simbolica. Ma anche la sua pittura torna ad essere aristocratica, sociale, di sintesi, dove i colori del mare si orchestrano in un panteismo della luce, e questo crescere della natura porta l’artista in un clima di mitologia fermata nell’attimo dell’impressione. Le enormi doti della pittrice Gabriella Ventavoli sono tutte visibili in queste scene di mare con il suo originale colorismo, impressioni che hanno del miracoloso e tendono a ridiventare deliziosa accademia sia pure in una tecnica del tutto rinnovata. E’ stato detto che la Ventavoli è “una delle poche artiste italiane, oggigiorno, capaci di coniugare estetica e storia, finalmente una protagonista dell’arte italiana contemporanea che mette in piedi una lezione colta sull’ambiente. Un Segno dei tempi”. Il tema del mare ha sempre affascinato letterati, poeti, scrittori e artisti, da Virgilio e Cicerone, fino ai più recenti interessi per le acque di artisti contemporanei come Fabrizio Plessi con i suoi 21 mari verticali e Jannis Kounellis con le sue storie dei naviganti. In questo quadro storico rientra il capitolo sul mare di Gabriella Ventavoli, un’occasione motivata dalla salvaguardia ambientale che non è certa inferiore a quella stilistica. Sensibilità e cultura ci sono consegnati dalla Ventavoli attraverso una quadreria che si pone come una lezione colta e responsabile. Il mare infatti è in moto perpetuo, non ha punti fissi, non ha forma definita, nulla di solido, se non riva e scogli, non ha un preciso colore ma assume tutte le tonalità circostanti, non ha un profilo costante, nessun onda è uguale all’altra. E rendere tutto ciò su tela non è sempre facile. Una sfida che soltanto artisti convinti dell’alta dignità della pittura di paesaggio hanno potuto raccogliere, ovvero in un momento in cui la concezione della Natura è passata da funzionale e meccanicistica, a mistica e vitale. Ma l’importanza del mare per l’Occidente è cosa nota, il mare come fonte di sostentamento; come principale via di comunicazione, di scambi commerciali e culturali; il mare come risorsa di cui non si può fare a meno. E in questo suo capitolo visivo sul mare si legge un estro eccitato e visionario, onde come sciabolate, il mare che acquista vita all’alba e a sera si adagia nel sonno, con tutta quella vita che gli corre dentro e attorno( “la danza dell’aria”), dal mondo floreale (bellissimi “i fiori marini”)al suo respiro( “Verso la libertà). Un campionario di momenti della vita del mare che Gabriella Ventavoli ha inscenato a colori,con toni magistrali, capaci di richiamare tutti i grandi artisti romantici per i sentimenti e la malinconia che pure ne solleva, ecco perchè l’apparentamento del neoromaticismo corre e si dispiega nel fare pittorico dell’artista senza tralasciare il realismo del nostro tempo. Persino quel bellissimo verso del poeta Sandro Penna “il mare è tutto azzurro” mette in moto, poesia, letizia, pace, scandagliando il rapporto natura-individuo, per volgersi a far luce anche sulla natura spiritualizzata, orfica, misterica che per la prima volta in modo assoluto, in questi nostri tempi, la Ventavoli ha intessuto a colori nei suoi teleri.
Carlo Franza