Cattedrali d’Europa, in mostra a Rouen. 250 opere dei maggiori artisti hanno trovato nelle cattedrali fonte d’ispirazione.
Finite le elezioni europee, finite le spartizioni delle cariche, gli eurodeputati devono riprendere in mano la Costituzione che è tutta da rivedere, piuttosto che da riscrivere. Senza affatto dimenticare che le radici dell’Europa sono cristiane. Monasteri e cattedrali lo rivelano senza dubbio. Ed è un invito a questi signori, italiani, tedeschi, francesi e spagnoli, per citarne alcuni, che non si può scrivere una Costituzione tralasciandone le radici. E le nostre sono cristiane, lo gridiamo a gran voce. Ora anche una mostra di alto livello e indicativa di ciò lo svela attraverso dipinti storici che raccontano proprio le cattedrali d’Europa. Sulla riscoperta dell’architettura gotica andata crescendo nel corso dell’Ottocento nell’Europa settentrionale si concentra il progetto espositivo franco-tedesco che unisce le città di Rouen e Colonia nell’organizzazione della grande mostra “Cathédrals 1789 – 1914. Un mythe moderne”. Città storiche dalle cattedrali di fama mondiale oltre che dai prestigiosi musei, quali il Musée des Beaux-Arts di Rouen, che ospita l’iniziativa fino al 31 agosto, e il Wallraf-Richartz Museum di Colonia, dove si sposterà a partire dal 26 settembre prossimo. Si dirà, perchè a Rouen? Nel 1876 la cattedrale di Rouen, con la guglia appuntita culminante a 151 metri di altezza, era l’edificio più alto del mondo. Un primato che la città della Normandia non conservò a lungo. Appena quattro anni dopo, nel 1880, fu portato a termine il cantiere di un’altra cattedrale gotica, quella di Colonia, oltre il Reno, che rubò il titolo a Rouen, con una punta che svettava poco più su, a 157 metri. Dedicato non alla cattedrale in sé, il progetto è invece rivolto ad indagare il suo ruolo avuto nell’immaginazione artistica e nel dibattito nazionale dei due paesi sullo sfondo delle difficili relazioni intercorse lungo quasi due secoli. Più di 200 opere, tra dipinti, sculture, oggetti d’arte, fotografie e modelli in scala, realizzati da circa 60 artisti che hanno trovato nella cattedrale gotica un’inesauribile fonte d’ispirazione. Incarnazione dell’alleanza tra potere spirituale e potere temporale, in Francia la cattedrale sopravvissuta alla rivoluzione ha la sua prima riabilitazione con Napoleone, mentre in Germania già negli anni settanta del Settecento il giovane Goethe mette per iscritto il suo entusiasmo per lo stile gotico. Con l’inizio del XIX secolo, l’attenzione di artisti e studiosi si allarga portando quindi al diffondersi degli interventi di restauro. A Rouen, per ricostruire la guglia distrutta in passato da un incendio, l’impiego di nuove tecnologie renderà la cattedrale l’edificio più alto al mondo nel 1876, sorpassato solo quattro anni più tardi proprio da quella di Colonia. L’interesse per l’architettura medievale del romanticismo emerge nell’arte inglese, come testimoniano gli acquerelli del giovane Turner o i dipinti di Constable, in cui da soggetto urbano la cattedrale finisce dominata dall’imponenza della natura. Una speciale sezione è dedicata a Victor Hugo, arricchita anche da alcuni suoi disegni. Dopo la pubblicazione di “Notre-Dame de Paris”, lo scrittore avrà un’influenza decisiva nell’avvicinare il grande pubblico all’architettura monumentale del Medio Evo. Il cosiddetto “stile cattedrale”, nella Francia degli anni Venti dell’Ottocento era già tipico di oggetti d’uso quotidiano: ceramiche, mobilia, gioielli o orologi modellati sull’aspetto delle facciate. E racconta come le cattedrali gotiche hanno ispirato gli artisti, soprattutto nel corso dell’800, quando il Romanticismo rivalutò l’arte gotica. È coperto un periodo molto vasto, da Goethe e Victor Hugo (che con il famoso Notre-Dame de Paris partecipò alla riscoperta del Gotico) fino alla prima guerra mondiale. Tra le circa 250 opere, prestate anche da alcune grandi istituzioni parigine, come il Musée d’Orsay e il Musée des Arts décoratifs, ecco i dipinti di Caspar David Friedrich, Karl Schinkel, John Constable, gli acquerelli di William Turner e Hugo, le sculture di Auguste Rodin, le tele di Pablo Picasso e Nicolas de Staël. In una sala, interamente dedicata agli Impressionisti, sono esposte sei tele di Claude Monet ispirate alla cattedrale di Rouen e quattro rappresentazioni della cattedrale di Moret-sur-Loing di Alfred Sisley. Quello di Monet è un ciclo di 31 dipinti composto dal 1892 al 1894 giacchè dipinse la facciata della cattedrale di Rouen nei diversi orari della giornata e dell’anno (diverse luci, diversi colori, diverse stagioni rappresentate), sottolineando le differenze cromatiche tra le singole condizioni atmosferiche. Ma è con l’Impressionismo che nasce una nuova visione, sia nelle angolazioni dei monumenti dipinti che attraverso il mutare della luce col passare del tempo e delle stagioni, come nella famosa serie di quadri di Monet dedicati alla cattedrale di Rouen. Sul finire del secolo, sono tanti gli artisti come lo scultore Rodin o il pittore simbolista Moreau a subire ancora il fascino della cattedrale, e in breve persino l’arte dell’avanguardia sentirà il richiamo del gotico. La mostra si chiude con l’immagine di una cattedrale incisa su legno da Lyonel Feininger, nel 1919, che fu utilizzata per la copertina del Manifesto del Bauhaus, testo fondatore dell’architettura del XX secolo, il cui simbolo per antonomasia fu il grattacielo.
Carlo Franza