Fleur Pellerin è la nuova Ministro della Cultura in Francia
La Francia di François Hollande è un pò meno di sinistra e un pò più di destra da pochi giorni. Il presidente ha reincaricato il premier dimissionario Manuel Valls a capo dell’esecutivo, che ha subito un mini-rimpasto, ma una svolta politica inattesa e dal significato molto interessante. Licenziato Arnaud Montebourg come ministro dell’Economia, al suo posto arriva il trentaseienne Emmanuel Macron, che negli
ultimi 3 anni è stato banchiere d’affari per Rotschild, uno dei santuari della finanza internazionale, che pure Hollande intendeva combattere alle elezioni del 2012. Alle Finanze è rimasto Michel Sapin, mentre sono stati fatti fuori Aurélie
Filippetti alla Cultura e Hamon all’Educazione Nazionale, i ministri che
insieme a Montebourg avevano criticato il precedente governo, in quanto troppo poco di sinistra. Ha poco più di 40 anni, è nata a Seoul e si è trasferita in Francia piccolissima. È Fleur Pellerin, la nuova Ministro della Cultura di Francia, nominata in seguito alle dimissioni di Filippetti nel reimpasto del governo Hollande. Un profilo però che alla Cultura non sembra essere troppo presente: Pellerin è stata infatti delegato per le piccole e medie imprese, l’innovazione e l’economia digitale al Ministero delle Finanze. Ha lavorato alle campagne socialiste alle elezioni presidenziali nel 2002 e nel 2007 prima di diventare consulente digitale di Hollande, dopo la sua vittoria nel 2012 ed è anche stata Segretario di Stato incaricato del Commercio estero, della promozione turistica. Un ruolo, quest’ultimo, che forse potrà essere utile al nuovo incarico. Non sarà, però, una passeggiata: Pellerin eredita immediatamente la finalizzazione del bilancio 2015 alla cultura, secondo il programma di austerità rinnovato di Hollande, di cui la Filippetti ha scritto nella sua lettera di dimissioni, citando i due anni consecutivi di spending review e condannandoli. Chissà, allora, che le esperienze economiche della neo Ministro non possano tornare utili. Senza affossare la cultura francese, ma questa sembra un’ipotesi più fantascientifica che altro,
almeno per noi.
Carlo Franza